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L’Étape du Tour 2017

di - 21/07/2017

L’Étape du Tour, cioè, una sorta di granfondo o ciclosportiva (per dirlo alla francese) che permette agli appassionati della bici di percorrere il medesimo tracciato dei pro, generalmente, in una delle tappe più dure e affascinanti del Tour de France. L’Étape du Tour è una manifestazione itinerante, che cambia di anno in anno la sede di partenza e arrivo, un evento che ha assunto proporzioni mastodontiche e che si sviluppa parallelamente alla corsa dei pro grazie ad ASO (Amaury Sport Organisation), organismo francese che ha in mano le redini anche del Tour de France (e molte altre corse). Questa edizione 2017 (la ventisettesima) ha visto l’arrivo in cima al Col d’Izoard, con 12162 partecipanti provenienti da 72 paesi. La gara: come la maggior parte delle CYCLOSPORTIVE francesi, l’agonismo c’é e anche piuttosto spinto, palpabile e ben presente ma è assecondato da una classifica finale della manifestazione, tesa a premiare un pò tutti i partecipanti, con il brevetto e la pergamena che va a suggellare l’impresa. Per cronaca: il tempo minore l’ha impiegato un giovane norvegese, che ha coperto i 181 km di strade completamente chiuse al traffico, 3529 mdsl in 5,15,26 alla media di 34,43 kmh (la prima donna ha impiegato 5,42,14).

Pensate che il vincitore tra i pro, Warren Barguil ha impegato 4,40,33, dopo quasi tre settimane di Tour!

Numeri a parte, ci viene da pensare: L’Etape du Tour è un evento nazionale francese, appoggiato e supportato da tanti fronti, dove tanti marchi del settore bici fanno a gara per essere presenti. Perché “l’esperimento” Granfondo Giro d’Italia non ha il medesimo successo e continuità dell’Etape du Tour?

photo credits: ASO/@WORLD/A. Vialatte

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.