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Look 895 Vitesse, nato per volare

di - 17/11/2021

Si chiama 895 VITESSE ed è l’ultimo missile sviluppato da Look per dare il massimo sui listelli dei velodromi. Un telaio in fibra di carbonio ad alto modulo, con costruzione monoblocco, disegnato con l’obiettivo della massima efficienza aerodinamica.

UNA LUNGA STORIA

Non è il caso di ricordare che LOOK è uno dei brand con maggiore esperienza nella lavorazione e nell’utilizzo della fibra di carbonio, ma possiamo sottolineare che da trent’anni si interfaccia con gli atleti professionisti e la Federazione nazionale francese. Tutto questo bagaglio si trasferisce nei suoi prodotti, e anche il nuovo 895 VITESSE ne beneficia in termini di tecnologia finalizzata al raggiungimento di prestazioni di alto livello.

Con una storia legata a doppio filo alle corse su pista, Look riserva da sempre una grande attenzione allo studio aerodinamico dei suoi telai. Dal KG296 PKV, il primo telaio da pista vittorioso alle Olimpiadi di Atlanta ‘96, ai successi del T20, con le medaglie di Tokyo 2020, per la factory francese sono oltre 25 anni di allori ed evoluzione.

VELOCE E POTENTE

Il telaio 895 VITESSE è l’ultimo discendente di questa stirpe di missili da parquet. Per il suo sviluppo, i progettisti francesi si sono basati sui principi che hanno guidato il progetto del predecessore R96. La struttura rigida e leggera si caratterizza soprattutto per i nodi dello sterzo, della sella e del movimento centrale, aree cruciali per ottimizzare il trasferimento di potenza dai muscoli alle ruote. L’895 VITESSE monta la stessa forcella utilizzata sul T20, e si affida all’attacco manubrio in fibra carbonio, integrato e rotativo, Carbon Track per una posizione di guida  personalizzabile.

Il design è aggressivo e si esprime attraverso i tubi sovradimensionati e accuratamente profilati, che avvolgono la ruota posteriore, riducendo al minimo la resistenza aerodinamica. Il tubo sella è completamente integrato per migliorare ulteriormente le penetrazione all’aria, con una culla sella dedicata e reversibile, che consente un montaggio estremamente personalizzato.

Il frame kit 895 VITESSE è disponibile in due varianti colore. Côte d’Azur, riferimento all’eredità delle corse su pista e alla striscia di tavole azzurre dei velodromi. Pro Team Black Mat, l’iconica combinazione di colori Look ispirata alle grafiche delle bici degli atleti olimpici. Il colore Pro Team Black Mat è inoltre disponibile su tutta la gamma di bici da pista, dalla T20 alla 875 Madison, alla AL 464. Chi volesse realizzare un perfetto abbinamento, può equipaggiare 895 VITESSE con le ruote Corima WS1. Le stesse ruote in fibra di carbonio utilizzate dal Team Look Crit, disponibili con profilo da 32, 47 e 58 mm.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

• Movimento centrale BSA 68 mm
• Forcella T20 per una migliore aerodinamica
• Compatibilità con qualsiasi guarnitura da pista
• Attacco manubrio integrato, rotativo, Carbon Track in 18 misure, da 55 mm a 140 mm
• Reggisella integrato con testa reversibile
• Taglie: XS, S, M e L
• Prezzo: 3.790 euro
• In vendita sul sito Look

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.