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Fermate il mondo: fatemi scendere…e surfare!

di - 12/10/2019

Partiamo in 4: io-Paolo– e Gio (celebre river surfer della scena Milanese), Matteo e Francesco, fratelli di Bologna.
Oltre 3 settimane in un atollo sperduto in mezzo all’oceano indiano, ci annoieremo? Chi incontreremo? Come saranno le onde?

Ormai sono settimane che teniamo sotto controllo le previsioni e i presupposti sono ottimi.. Almeno due swell consistenti da SE in arrivo seguite da lunga scaduta. Appena atterrati non facciamo in tempo a prendere le tavole che incrociamo una longboarder solitaria che ci ricorda qualcuno..ma è la tipa di Italian Pro surfer?? È proprio lei, Alexia! Nonostante lo scetticismo iniziale (ehi, si tratta pur sempre di una longboarder J) ci siamo fin da subito trovati.. diventerà presto la nostra iperattiva sorella acquisita!

Tipica lineup maldiviana

Non ci resta quindi che trovare una barca che ci porterà a surfare nei migliori spot dei dintorni…Alexia alloggia a Kahanbu Ocean View, una guest house gestita da Giulia, ragazza romana, e da Chikaa, surfer locale Maldiviano con totale esperienza su swell, venti e maree… sarà lui a portarci tutti i giorni con la barca nei migliori spot e nei luoghi più belli e sconosciuti dove perdersi, che siano coral reefs in cui fare snorkeling indimenticabili o sand banks, dove l’acqua nelle giornate di sole regala colori indescrivibili.

Durante i primi giorni lo swell è impegnativo, misura overhead con set ancora più grandi. Il rituale è sempre lo stesso: ci muoviamo in barca verso lo spot, buttiamo l’ancora nel canale a fianco e ci tuffiamo.
Ricordo bene uno specifico giorno: onde glassy e c’è poca gente in acqua. I take off sono verticali e ripidi, le onde veloci e sembrano autostrade…ognuno a suo turno prende diverse bombe, io e Gio con le nostre short, Matteo e Francesco sfoderando un quiver invidiabile fatto da fish/single fin Christenson e Wavegliders.
Vediamo in lontananza una montagna avvicinarsi verso Alexia e la incitiamo a partire…in un secondo momento, ci dirà essere stata la più bella onda presa da quando ha iniziato a surfare.

Paolo

Andiamo avanti fino a che le braccia fanno male tanto che al termine di un’onda, tirata troppo fino in fondo, mi ritrovo nell’inside a piedi nudi sulla barriera corallina e con l’acqua alle ginocchia. Da lì guardo la line up e vedo solo barre enormi che rompono violente sul reef di fronte a me…capisco subito che è impossibile tornare indietro con le poche forze rimaste, inoltre l’acqua è troppo bassa e ogni duck dive significherebbe grattare la tavola sul fondo. Quindi mi giro e pagaio controcorrente verso l’isola che ospita un resort di lusso nella speranza che Chikaa e qualcuno del gruppo si accorga della mia mancanza.
Gli ospiti del resort mi guardano straniti, temporeggio facendo finta di essere un cliente prima che le guardie mi vedano… dopo 20 minuti vedo in lontananza Chikaa arrivare in barca con gli altri per recuperarmi, bella sensazione!

Nei giorni seguenti lo swell cala e le onde continuano ad essere perfette, tanto che esploriamo spot nuovi, destre e sinistre memorabili. Ma come succede in ogni posto esotico, gli imprevisti non tardano a mancare: prima Francesco e poi Matteo vengono messi KO da un virus debilitante e non hanno potuto surfare per qualche giorno, liberando quindi preziosi posti in line up J!

Intanto i giorni passano veloci, non li contiamo più…

Chikaa

Al ritorno ci troviamo alla speed boat al porto per raggiungere l’aeroporto di Malè, e Francesco condivide la sua profonda riflessione sul viaggio: “Un tempo il Re di Agharti aveva predetto il futuro del mondo iniziando con queste parole: <Sempre più gli uomini dimenticheranno le loro anime e si occuperanno solo dei loro corpi…>. Ecco, questo viaggio è stato per noi come una rinascita spirituale. 
Tre settimane passate tra le onde, pagine di libri, e riflessioni senza il ticchettio di un orologio, senza considerare i giorni della settimana, dove il tempo era dettato solamente dal sole e dalla marea che determinava il momento migliore per uscire a surfare. 
Uno stile di vita invidiabile che in molti sognano totalmente diverso da quello di tutti i giorni, vivendo in una società basata sul materialismo e sul “progresso”, invece che pensare se quel che stiamo facendo migliora la nostra esistenza e arricchisce le nostre anime.  Il motto in questo viaggio, su questa isola piccolissima e sperduta nell’oceano indiano, è stato: Fermate il mondo. Vogliamo scendere! (E surfare J)”

Scorrete le foto e capirete, ne vale la pena…

Alexia
Paolo
Matteo
Francesco
Giovanni
Paolo
Alexia
Francesco
Alexia
Matteo
Paolo