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Nemo’s Garden, la serra subacquea in baia a Noli

di - 10/05/2018

A cura di Erika Scafuro
La bellezza di Noli, borgo medievale della Riviera ligure di Ponente incastonato fra il verde dell’altopiano ed il blu del mare, è evidente a tutti. Una bellezza costituita, oltre che da meravigliosi scenari naturalistici, da secoli di storia che videro il borgo diventare anche Repubblica Marinara. Dal 2012 Noli vanta un’ulteriore bellezza posta nella sua baia, a 100 metri dalla costa e ad una profondità di circa 8 metri: il Nemo’s Garden.
Questo progetto nasce dall’idea dell’Ingegnere Sergio Gamberini, presidente di Ocean Reef Group – un’azienda che progetta e produce attrezzature subacquee – di unire due passioni, la subacquea e la coltivazione della terra. Gamberini si è posto la domanda “è possibile coltivare sott’acqua?” e la risposta, ricordando che una pianta per crescere ha bisogno di acqua, luce e temperatura costante, è stata la realizzazione, con il supporto del team di
Ocean Reef Group, di Nemo’s Garden: una serra subacquea che propone un’alternativa alla coltivazione terrestre.

L’orto sottomarino copre una superficie di circa 100 m2, composta da 5 biosfere, in pratica bolle piene d’aria, realizzate in materiale plastico trasparente ancorato al fondo del mare; una volta piantati i semi, i raggi del sole penetrano la superficie delle biosfere e raggiungono la pianta posta al suo interno, contemporaneamente l’acqua della superficie dentro la biosfera evapora, in questo modo l’acqua dolce viene fornita in modo automatico alla pianta. A questo punto la scelta della prima coltura da sperimentare nel Nemo’s Garden non poteva che ricadere sul basilico, il cui profumo e sapore permea ogni singolo spazio della terra ligure. La crescita produttiva del basilico sott’acqua ha dato vita, in questi anni, ad un susseguirsi di diverse coltivazioni: insalate, pomodori, fagioli, zucchini, erbe aromatiche, menta, piselli, bacche di goji fino ad arrivare a piante cosmetiche e medicali quali aloe vera, melissa, stevia, calendula, ed altre.
Siamo esperti di attrezzature e tecnologia subacquea, ma non di piante – spiega Gianni Fontanesi, Coordinatore Nemo’s Garden – parte del marketing team per l’azienda Ocean Reef Group, “Per questo motivo collaboriamo primariamente con l’Università di Pisa che ci propone nuove possibili test da condurre, nonché effettua per noi le analisi chimiche post raccolta delle piante. Al momento è risultato che il basilico ad esempio, oltre a germogliare in sole 36/48 ore, ha un contenuto di olii essenziali ripartito diversamente rispetto alla tipologia terrestre. Coltiviamo le piante primariamente in idroponia, e in vasi con un substrato di fibra di cocco e perlite a livello comparativo”.

È nel 2015, con la partecipazione ad Expo Milano, presso Padiglione Italia, che il progetto si sviluppa sempre di più. Un sistema ecologico ed auto sostenibile che al primo posto degli obiettivi, come espone Fontanesi, ha quello di “riuscire ad esportare questo nuovo metodo di coltivazione in tutte quelle aree al mondo dove non è possibile coltivare per via di desertificazione, carenza di acqua dolce e /o terreno fertile, parassiti, cambi di repentini di tempo, forti escursioni termiche etc. Tra le proprietà degli oceani vi è la stabilità termica, inoltre l’acqua funge da protezione da parassiti, offre un ambiente ricco di umidità grazie alla quale è possibile anche produrre acqua dolce dall’acqua salata grazie al processo di evaporazione che si genera all’interno della biosfera. A parte questo primario obiettivo, di anno in anno abbiamo scoperto diverse altre possibili applicazioni per questo habitat: non solo una serra subacquea, ma anche osservatorio subacqueo, un laboratorio con maggior pressione da destinare alla ricerca, una nuova attrazione turistica”.
Se inizialmente è stato possibile lavorare al progetto della serra subacquea soltanto nei mesi da giugno a settembre, “da due anni a questa parte siamo riusciti ad ottenere una concessione demaniale della durata di 12 mesi l’anno – continua FontanesiQuesto ci dà la possibilità di coltivare e studiare le piante da primavera all’autunno. Durante la fase invernale, pur mantenendo l’habitat installato conduciamo test di resistenza meccanica alle mareggiate, test di nuove attrezzature, luci led idroponiche e in minima parte test su piante. Quando l’habitat è operativo al 100% le operazioni giornaliere possono essere svariate: dal controllo delle strutture e delle piante, risoluzioni di possibili problemi, monitoraggio e stesura di report, contatto con media ed organizzazioni di eventi e visite. Il monitoraggio avviene tramite sensori installati in ciascuna biosfera per quello che concerne livelli di O2, CO2, umidità, temperatura dell’acqua e dell’ambiente, luminosità, inclinazione”. 
Il valore e le potenzialità di questo progetto nel creare un sistema alternativo di coltivazione, dedicato soprattutto a quelle aeree del mondo dove per diverse ragioni le condizioni ambientali rendono difficile la crescita di piante, sono passi concreti verso un cambiamento che potrebbe portare un presente migliore per tutti. Con un po’ di fantasia non è difficile immaginare il coraggioso pesce pagliaccio, protagonista del celebre film d’animazione, nuotare orgoglioso attorno all’orto subacqueo che porta il suo nome.
Erika Scafuro | @writewaveswalk