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Onde lunghe ed onde corte: lo tsunami del 2011

di - 10/10/2013

L’11 marzo del 2011 un terremoto di magnitudo 9.0 è stato registrato al largo delle coste Giapponesi. La guardia costiera si trovava in mare aperto, non troppo lontano dall’epicentro, ed ha reso pubblico questo filmato davvero rappresentativo sulla propagazione dell’onda di tsunami. Pochi minuti dopo il terremoto una serie di 3-4 onde, di cui la prima era la più alta e potente, si è propagata rapidamente in tutte le direzioni (come cerchi concentrici, in modo simile a quando si lancia un sasso in uno specchio d’acqua). Guardate innanzitutto il video seguente:

Le immagini sono molto didattiche e ci dimostrano alcune nozioni teoriche: potrete osservare la notevole velocità con cui si propaga quest’onda, davvero impressionante! Tuttavia, la parete è ancora poco ripida in quanto ci troviamo in oceano aperto con fondale elevato (non c’è molta interazione tra l’onda e il fondale), quindi il suo passaggio in mare aperto non provoca danni.
Da notare il periodo e la lunghezza, due parametri fondamentali che differenziano lo tsunami dalle onde classiche, rendendo il fenomeno disastroso nel primo caso. In genere le onde che surfiamo hanno periodi variabili da 5 a massimo 20 secondi e una lunghezza (distanza tra due creste) che può raggiungere circa 200 metri in condizioni di “big wave”.

Lo tsunami, invece, può raggiungere periodi superiori a diverse decine di minuti ed una lunghezza d’onda di qualche centinaio di km in mare aperto. Nel video non ci troviamo su tale ordine di grandezza, questo perchè la guardia costiera non si trovava poi così al largo.
Infatti, se guardate la seguente immagine potrete notare che, come tutte le onde, man mano che si avvicinano alla costa e il fondale decresce e l’interazione con esso aumenta, permettendo loro di rallentare, accorciarsi ma allo stesso tempo alzarsi sempre di più:

Nel video si nota bene anche la notevole velocità dell’onda (motivo per cui, se alcuni folli in questo momento stessero pensando di surfarla andrebbero subito contraddetti perchè questo è impossibile): in aperto oceano, considerando i valori medi del fondale, lo tsunami si propaga a velocità comprese tra i 500 e 1000 Km/h, valori paragonabili ad un aereo militare a reazione. In prossimità della costa rallentano molto attestandosi a circa 80-100 Km/h (velocità sempre molto elevata) e la loro potenza distruttiva aumenta in quanto la massa d’acqua si alza notevolmente. Anche la distanza picco-picco si accorcia, in genere si stabilizza a lunghezze di pochi km e di conseguenza, per la legge di conservazione dell’energia, l’altezza dell’onda è costretta ad aumentare.

Con i due ultimi video seguenti potrete vedere nella pratica cosa succede quando l’onda di tsunami si avvicina alla costa per poi investirla con la sua forza distruttiva:

Michele Cicoria – Meteo & Surf

info@meteoesurf.it

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf