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Prova Canyon Endurace e Focus Paralane: comfort zone

di - 27/05/2024

Tutta colpa del Gravel… Se non fosse esploso, non avrebbe ridato dignità alle bici Endurance (o all-round, che dir si voglia), costringendo gli sviluppatori a rimettere la testa su progetti caduti un po’ in disgrazia. Sì, perché nello strano mondo della bici, non è così scontato che l’idea – e quindi il prodotto – più intelligente sia anche quella commercialmente più fortunata.

Foto: Martina Folco Zambelli | HLMPHOTO

Una spiegazione a questa legge di mercato capovolta, però, c’è ed è anche valida e convincente: le bici all round di allora non erano poi così efficaci e, soprattutto, erano poco sexy, al contrario delle eroticissime bici aero e delle raffinatissime bici da salita. Ebbene, grazie all’avvento e al successo del Gravel, che è riuscito persino a sdoganare i peli sulle gambe fra i frequentatori dei manubri bassi, diverse Case hanno pensato che molti ciclisti non convinti di quel nuovo state of mind, ma nemmeno ammaliati dalle nuove e un po’ impersonali race bike, avrebbero potuto essere invece interessati a una nuova versione delle biciclette endurance. A patto, però, che riuscissero a incarnare le caratteristiche più forti di questi due mondi: da una parte le performance delle specialissime pedalate dagli atleti che si vedono in tv e, dall’altra, il senso di libertà trasmesso dalla versatilità delle gravel, capaci di competere in un Mondiale UCI o di percorrere, cariche di borse, le lande ventose della Patagonia. Un obiettivo assai complicato.

La ricetta magica

Provate a chiedere a un progettista di fare una bici veloce ma comoda, robusta ma leggera, agile ma stabile, facile e pure bella… Se non vi ha insultato prima che abbiate finito le richieste è solo perché non le ha sentite bene. Scherzi a parte, i tecnici ci si sono messi di buzzo buono e i risultati si vedono.
In questo articolo abbiamo voluto mettere a confronto due progetti simili, ma con alcune differenze sostanziali. A partire dal prezzo: la Canyon Endurace CFR è il top di gamma della tecnologia tedesca e costa più del doppio della Focus Paralane 8.8. Poi, mentre quest’ultima si affida a soluzioni più classiche, la prima attinge a piene mani dal cassetto degli effetti speciali. Però sono entrambe ideate per offrire comfort, velocità, una guida facile ma appagante. Sono nate per viaggiare veloci ma arrivare riposati. Entrambe hanno lo stesso compito: espandere la nostra comfort zone.

Canyon Endurace CFR

Il suo nome racconta questa bici in modo perfetto “Endurance + Race”.
Il telaio è costruito con la stessa fibra di carbonio e i medesimi processi produttivi di Ultimate e Aeroad, che usano Mathieu van der Poel e compagni, i tubi sono frutto di uno studio aerodinamico condotto con gli esperti di Swiss Side, e il suo rapporto rigidezza/peso è ai massimi livelli. Ciononostante, tra i foderi del carro e della forcella c’è sufficiente spazio per metterci uno pneumatico da 35 mm, e nel top tube è ricavato un vano di stoccaggio in cui riporre una camera d’aria, un minitool, una bomboletta di CO2 e una coppia di levagomme. Infine, monta un cockpit aero e integrato, insieme a un reggisella bifido (l’ormai famoso VCLS ), anch’esso in fibra di carbonio, capace di flettere e assorbire le sollecitazioni provenienti dall’asfalto (o dallo sterrato, perché con questa bici ci si può anche divertire sulle strade dell’Eroica).

Geometria

Le quote determinano una posizione di guida più eretta rispetto alle sorelle race, grazie a uno stack maggiore e un reach inferiore. Una geometria che hanno battezzato Sport, in Canyon, ed è un tratto distintivo della Endurace, che si esplicita in un buon comfort abbinato ad agilità e maneggevolezza di ottimo livello.
A proposito di comfort, l’Aerocockpit integrato della Endurace permette di essere regolato e adattato, grazie alle tre diverse larghezze disponibili e ai differenti spessori per l’altezza: basso e stretto, per chi è alla ricerca delle prestazioni e insegue vantaggi aerodinamici; alto e largo, per un maggiore comfort e controllo.
Anche il reggisella partecipa attivamente alla ricerca del comfort e lo fa con i suoi 20 mm di flessione verticale (a cui fa da contraltare pure un movimento in arretramento, non a tutti gradito).

Come va?

Difficile trovare un neo a questa Canyon, che ci è piaciuta molto per il feeling e il bilanciamento. Il comfort è di ottimo livello, grazie al lavoro di tutte le parti preposte a questo obiettivo. La posizione in sella è ottimale, non troppo spinta ma comunque sportiva e comoda. L’interasse è ridotto, la maneggevolezza molto buona così come la stabilità, persino in velocità. Il peso è a eccellenti livelli ma la Endurace non è un fulmine di guerra, quando le chiedi di fiondarti fuori dai tornanti. Le finiture sono eccellenti e anche la verniciatura è molto bella e con alcuni particolari in rilievo su forcella, seat tube e pendenti. Le colorazioni sono due, sobrie e azzeccate: una nera opaca con logo e inserti verdone, l’altra bianco ghiaccio. La Endurace condivide con le gravel di casa Canyon la soluzione del vano portaoggetti integrato nel telaio, in questo caso, però, ricavato nel top tube, subito dietro l’attacco manubrio. È abbastanza capiente e contiene una sorta di astuccio in tessuto (Tool Sleeve), dentro il quale riporre, per evitare rumori e sbattimenti, un minitool Canyon 3-in-1, una cartuccia di CO2, i levagomme e una camera d’aria. Concludiamo con un accenno al prezzo. Sicuramente elevato, è ampiamente giustificato dalla qualità della componentistica e paragonabile a quello che i maggiori concorrenti praticavano, in epoca pre-Covid, sulle loro bici top di gamma, ora schizzate dai tre ai cinquemila euro più in alto rispetto alla nostra Canyon.

Scheda tecnica

Telaio: Canyon Endurace CFR, fibra di carbonio, vano LOAD sul top tube
Forcella: Canyon FK0128 fibra di carbonio
Gruppo: SRAM RED eTap AXS, 12V, guarnitura 46/33 con powermeter, cassetta 10-30
Cockpit: Canyon CP0018 Aerocockpit integrato in fibra di carbonio, manubrio 410 mm, attacco 100 mm
Reggisella: Canyon S15 VCLS 2.0 CF, fibra di carbonio
Ruote: DT Swiss ERC 1100 Dicut, fibra di carbonio, profilo 45 mm, tubeless ready
Gomme: Schwalbe Pro One TLE, 30 mm ant. / 32 mm post., tubeless, (max 35 mm)
Peso (rilevato): 7,390 kg
Prezzo: 9.249 euro

GEOMETRIA (taglia M)
Stack: 590 mm
Reach: 378 mm
Foderi: 415 mm
Interasse: 993 mm
BB drop: 73 mm
Angolo sterzo: 72,75°
Angolo sella: 73,5°
Taglie: 8 misure, da 3XS a 2XL

Per info

Focus Paralane 8.8

Anche la Paralane ha una contaminazione race, che proviene dalla sorella Izalco Max, ma si tratta soprattutto di una motivazione estetica, per darle quel tocco di seduzione di cui si parlava all’inizio.
Certo, è progettata per convincere anche in termini di velocità, aerodinamica e prestazioni in genere, ma è la traduzione dell’idea di comfort secondo Focus, che la vede pure come compagna di ogni giorno (e la possibilità di allestirla con il kit di parafanghi dedicati ne è la dimostrazione).
Focus guarda a questo aspetto come fondamento del divertirsi e del passare molte ore in sella, ed è il frutto della combinazione di una geometria confortevole (per l’appunto), ma che permette di fare velocità, e pneumatici di sezione generosa, per potersi svincolare dagli asfalti perfetti senza perdere il sorriso.

Com’è fatta

Il telaio, in fibra di carbonio, privilegia la robustezza alla leggerezza e, sebbene di serie monti una coppia di Vittoria Zaffiro Pro da 32 mm, consente di alloggiare pneumatici fino a 35 mm di sezione, come sulla Canyon. I 9,360 kg rilevati sulla bilancia sono un valore solo discreto (comunque nella media per una bicicletta con queste caratteristiche) e non sono troppo penalizzanti quando si decide di mettere nel mirino qualche passo di montagna o si prepara un’uscita con dislivelli abbondanti. Anche con la Paralane, come con la Endurace, si possono affrontare strade bianche senza farsi troppe domande. Il comfort è molto buono, non al livello della Canyon, ma non così distante. La strada che Focus ha seguito per ottenerlo è differente e si affida, oltre che alle gomme generose, a cerchi dal profilo più contenuto, al tubo sella da 27,2 mm con sezione costante e al disegno dei foderi alti, che si uniscono al tubo sella abbastanza in basso e con una soluzione a wishbone.

Pure sulla Paralane è previsto un sistema di stoccaggio, ma esterno, con una pratica borsetta (un po’ spartana, dal fondo duro e rumoroso), fissata agli attacchi filettati sul top tube. Può muovere un peso totale di 120 kg, il che significa che la si può caricare come un mulo e partire per il giro della Corsica in autonomia. Il passaggio cavi è interno, sebbene il manubrio adotti una soluzione semi integrata, che rende più semplice compiere operazioni in quella zona, come per esempio spostare i distanziali o cambiare l’attacco con un altro dei sei disponibili (da 70 mm a 120 mm di lunghezza). Il manubrio ha un profilo tradizionale ed è fornito con un supporto integrato, compatibile con Wahoo e Garmin.
Una chicca: per proteggere il telaio della Paralane, Focus fornisce un kit di adesivi paracolpi per il tubo sterzo, la sezione di top tube dove si monta la borsa portaoggetti, il tubo obliquo, la scatola del movimento centrale e i foderi orizzontali.

Conclusioni

Chiudiamo anche questa disamina con un commento finanziario. Ci vuole poco meno della metà del prezzo della Endurace per mettersi in cameretta la Paralane. A che cosa bisogna rinunciare? A componentistica top di gamma, a due chili di leggerezza, a un po’ di comfort, a finiture ineccepibili e a qualche soluzione tecnica di pregio. Si tratta però di rinunce che non impediscono di togliersi soddisfazioni e di vivere esperienze memorabili. La Focus è una bella bici e offre tanto in relazione al suo prezzo (anche il cambio elettronico wireless). È divertente, facile, trasmette buone sensazioni e il comfort è sufficiente per farci un’intera giornata in sella. Offre sicurezza in discesa e pure una discreta risposta in salita, ma paga un po’ in pianura dove per fare velocità bisogna sempre spingere. Abbiamo apprezzato la sua versatilità e, se non vi vergognate, con indosso una coppia di parafanghi può diventare davvero la bici per tutti i giorni. Senza per questo sminuirne le qualità.

Scheda tecnica

Telaio: fibra di carbonio
Forcella: Paralane fibra di carbonio
Gruppo: SRAM Rival eTap AXS, 12v, guarnitura 46/33, cassetta 10-30
Cockpit: manubrio BBB Basic 420 mm, alluminio; attacco Focus CIS 2.0 integrato, 100 mm
Ruote: DT Swiss E 1800, alluminio, profilo 32 mm, tubeless ready
Gomme: Vittoria Zaffiro Pro, tubeless ready, 700 x 32 mm (max 700 x 35 mm)
Peso (rilevato): 9,360 kg
Prezzo: 4.299 euro

GEOMETRIA (taglia L)
Stack: 603 mm
Reach: 389 mm
Foderi: 415 mm
Interasse: 1.017 mm
BB drop: 75 mm
Angolo sterzo: 72°
Angolo sella: 73,5°
Offset forcella: 50 mm
Taglie: XS, S, M, L, XL

Per info

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.