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Prova Lapierre Pulsium SAT Allroad

di - 21/09/2023

Se aprite il catalogo Lapierre e cercate la Pulsium SAT Allroad nella sezione Gravel, non la troverete. Sta infatti fra i modelli da strada con inclinazione Endurance, ma questa collocazione non deve trarre in inganno, perché si tratta di una bicicletta che sembra fatta apposta per le strade bianche. Nelle sue vene scorre sangue indubbiamente road (lo dimostrano le quote della geometria), però ha una grande capacità di adattamento che le dona una versatilità fuori dal comune. E poi basta dare uno sguardo alla scheda tecnica per vedere che ogni componente risponde a una logica indubbiamente Gravel.

Un carro che lavora bene

Principale artefice di questa caratteristica è il sistema di assorbimento delle vibrazioni S.A.T. (Shock Absorption Technology), che sfrutta il lavoro di un elastomero collocato nel prolungamento dei foderi alti. Un sistema tanto semplice quanto efficace, privo di manutenzione e che grava sul peso del telaio per soli 20 grammi.
Per dare l’idea di cosa significhi, basti dire che si riesce a pedalare con la ruota sempre attaccata al terreno e il sedere sempre appiccicato alla sella. A detta dei camici bianchi francesi, anche la tecnica di costruzione del telaio contribuisce a incrementare il comfort, ma senza sacrificare la rigidezza e la capacità di trasformare i watt in movimento. In effetti, il retrotreno è reattivo e risponde “pronto” a ogni impulso e siamo convinti che con un set di ruote più performanti e una buona dieta (9,240 kg non sono pochi), la Pulsium SAT Allroad potrebbe essere una efficace race Gravel.

Scrrevole ed efficace

Abbiamo parlato di ruote, continuiamo con le gomme… Insieme al gruppo e al cockpit, sono le componenti che giustificano la dicitura “Allroad” nel nome di questa bici. Le gomme di serie, Schwalbe G-One RS, anch’esse di ispirazione race Gravel, meritano un plauso. Sono scorrevoli e veloci, ma dotate nel contempo di una eccellente tenuta in curva e frenata, grazie al disegno molto efficace dei tasselli sulla spalla. Anteriore e posteriore hanno il senso di rotazione invertito, per privilegiare rispettivamente direzionalità/tenuta e trazione. Dato il DNA del telaio, il passaggio ruota di carro e forcella permette di montare al massimo pneumatici fino a 35 mm e anche questo particolare non lascia dubbi sulla sua reale destinazione di utilizzo. Sostanzialmente più watt che avventura

Good job

A noi la Pulsium SAT Allroad è piaciuta molto. Non è facile mettere insieme efficacia e comfort, però i cugini d’Oltralpe ci sono riusciti. Si guida bene e trasmette confidenza, il manubrio ha una eccellente ergonomia e contribuisce al controllo e alla precisione di guida, anche oltre l’asfalto. Non è una piuma, per cui quando si punta il naso all’insù il peso si sente. Stiamo parlando di strada asfalta, naturalmente, mentre sullo sterrato siamo nella media se consideriamo quanto offre il mercato delle gravel di questa fascia. La configurazione di serie è di buon livello così come il rapporto fra ciò che offre e ciò che chiede per venire a vivere con noi.

Crediamo che questa Lapierre sia un’ottima scelta per chi desideri un’unica bici con cui togliersi soddisfazioni su strada e divertirsi (anche spingendo forte) in un Gravel poco tecnico. Le strade bianche sono un ambiente in cui si trova perfettamente a suo agio e le doti di macinachilometri ne fanno anche una fedele compagna di viaggio, compatibilmente con la forma particolare del triangolo, che richiede una frame bag adatta. Giudizio finale: Nova Eroica Approved

⌈Guarda il video del nostro Gravel Test⌋

Foto Martina Folco Zambelli | HLMPHOTO

Scheda tecnica, pregi e difetti

Telaio: Pulsium SAT Allroad UD Superlight carbon
Forcella: UD Superlight carbon
Gruppo: Shimano GRX RX810, guarnitura 48/31, cassetta 11v 11-34
Cockpit: manubrio in lega Lapierre Gravel Bar, Flat Top, 16°
Ruote: DT Swiss E1800 Spline 23, canale da 20 mm
Gomme: Schwalbe G-One RS, 700×35
Peso (rilevato): 9.240 kg
Prezzo: 3.799 euro

Geometria (L)

  • Stack: 594 mm
  • Reach: 388 mm
  • Foderi: 415 mm
  • BB drop: 69 mm
  • Angolo sterzo: 72°
  • Angolo sella: 73°
  • Taglie: XS, S, M, L, XL

PRO

  • Feeling
  • Comfort
  • Efficacia offroad
  • Piacere di guida

CONTRO

  • Peso
  • Passaggio ruota limitato

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.