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Recensione: Slide surfskate Neme Pro Spacial 35″

di - 26/11/2019

Dopo aver presentato il truck di terza generazione (LEGGI QUI) e lanciato la nuova versione di quello posteriore (LEGGI QUI) gli spagnoli di Slide Surfskate continuano a proporre novità, partendo proprio dagli shape degli skate per “surfare la strada“.
Incuriositi da lunghezza e forma differenti dal solito abbiamo deciso di provare lo Slide Neme Pro spacial da 35 pollici (89 cm, la tavola più lunga della linea 2019), tra le novità più originali dell’anno del brand Basco.

Ideata dal team rider Neme Rico, rider e collaboratore dell’azienda dal 2012, questa tavola si presenta come  la più lunga e stretta tra tutti i modelli Slide presenti in commercio, con un concavo bello pronunciato soprattutto nella parte centrale.

Non appena messi i piedi sul Neme 35″ la sensazione provata è quella di estrema stabilità, la quale offre maggiore sicurezza nell’uso anche per chi non ha molta dimestichezza su un surfskate. Girando nel flat il mezzo regala una bellissima sensazione simile al surf: le curve sono più ampie e morbide se non si tira troppo in carvata, ma calcando l’acceleratore del pumping si avverte subito un’ottima risposta e stabilità nei cambi di direzione.

Abbiamo provato il Neme 35″ in diversi contesti urbani ma quello in cui ha dato il meglio di se è nelle discese ampie e poco pendenti, o come mezzo di trasporto per lunghe passeggiate: grazie all’ampio raggio di curva, offerto da un interasse maggiore rispetto agli altri modelli, ad ogni pompata la risposta in distanza è maggiore e di conseguenza cala l’energia spesa per muoversi.
Il flow risulta davvero morbido, una bella sensazione simile a quella provata in mare su un longboard o tavola classica, questo grazie anche alla perfetta combinazione tra ruote morbide e larghe (70 mm, 78a di durezza) e truck anteriore e posteriore di nuova generazione (il cosiddetto  3.0).

Se dovessimo tracciare un parallelismo surfistico allora potremmo affiancare il Neme 35″ ad un 7 piedi single-fin piuttosto che ad una shortboard tradizionale. Di conseguenza sebbene la casa produttrice la presenti come tavola dalle massime prestazioni ci sentiamo di fare un distinguo: la tavola offre prestazioni massime a livello di flow, pumping, cruising e carving, ma se ci si ritrova in una bowl stretta o in una minuta onda di legno allora qualche limite potrebbe uscire, specie per coloro che sono alle prime armi.
Il problema sta infatti nel raggio di carvata più ampio, che tuttavia i più bravi risolvono facilmente ollando o sfruttando il pivot nei turn.

D’altro canto questo surfskate da 35 pollici si avvicina come lunghezza ad un longboard tradizionale e questo ti permetterà di provare facilmente alcuni trick “dancing” o qualche bel cross stepping.

Photo Courtesy: Marta Guillen

3 punti a favore 

  • semplicità di utilizzo, pumping facilissimo e molto fluido: sensazione molto simile al surf classico

  • ottimo mezzo di trasporto, via di mezzo perfetta tra surfskate e longboard skate

  • rapporto qualità/prezzo tra i più alti del mercato, alte rifiniture tecniche e lunga vita del mezzo

3 punti a sfavore

  • la lunghezza elevata riduce leggermente la risposta nelle carvate più strette o in bowl

  • tavola più stretta della media, in alcuni casi i piedi molto lunghi potrebbero “strabordare”

  • ….

 

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