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Selle Gravel, ecco le migliori

di - 28/07/2022

Mettetevi comodi… Dei dei tre punti di contatto fra noi e la bicicletta (gli altri due sono manubrio e pedali), la sella è quello più delicato

Deve infatti reggere il peso del ciclista, sostenerne la schiena, assorbire le sollecitazioni provenienti dal terreno, garantire comfort senza essere cedevole e non intralciare la pedalata. Una serie di test ha però portato alla luce il fatto che molti ciclisti hanno adottato una seduta troppo avanzata sulla sella, scaricando così il peso prevalentemente sulla sinfisi pubica e non sulle ossa ischiatiche, come invece dovrebbe accadere.

Ecco dunque che l’evoluzione della sella, soprattutto a livello racing, ha preso la via della lunghezza ridotta (mediamente fra i 245 mm e i 255 mm) rivisitando il concetto già affermato nel triathlon e nelle corse a cronometro. Questa forma, unita in molti casi ai canali di scarico longitudinali, ha indubbi vantaggi in termini di stabilità in sella e maggiore facilità nel trovare la corretta posizione: la loro forma ridotta permette di avere un effetto più efficace ed efficiente sulla posizione seduta (in particolare quella aerodinamica, in presa bassa) e, quindi, di scaricare adeguatamente la pressione anche dalla zona perineale.

Per bilanciare la riduzione della lunghezza, le aree di contatto a cui si è rinunciato nella parte anteriore, sono state aggiunte nella parte posteriore, dando vita a superfici più ampie e piegate verso il basso, per sostenere e accompagnare il movimento della pedalata.

Nel caso specifico del Gravel si tende a dare un po’ più consistenza all’imbottitura, per aumentare il comfort nella guida sui fondi accidentati e off road. Per quanto riguarda invece i materiali, in particolar modo quelli del telaietto, nella maggior parte dei casi si preferiscono acciai e leghe perché più affidabili rispetto alla fibra di carbonio.

L’aspetto più importante da considerare al momento della scelta è la larghezza, variabile correlata alla morfologia di ciascuno, in particolare alla distanza fra le ossa ischiatiche, che sullo scafo devono appoggiare in modo corretto. Oggi, quasi tutti i marchi hanno dei configuratori empirici, e qualcuno anche dei sistemi di misurazione veri e propri, che permettono di conoscere esattamente sia questa misura sia il tipo di pressione applicato da seduti.

Dati alla mano, scegliere il modello e la dimensione di sella più adatti diventa semplice, oltre che garanzia di comfort e performance.

Fizik Vento Argo R3 Adaptive

Adaptive è l’imbottitura creata da Carbon per Fizik attraverso la stampa in 3D, che sfrutta la tecnologia Digital Light Synthesis. Un procedimento che si avvale di proiezioni digitali di raggi ultravioletti, resine liquide programmabili e ottiche permeabili all’ossigeno. Una tecnologia che permette di personalizzare con precisione e assoluta libertà ogni parte del materiale, in termini di assorbimento e caratteristiche meccaniche. Si tratta della versione più avanzata della Vento Argo R3, sella performance racing con profilo short-nose (non troppo, in realtà, rispetto alle altre selle del gruppo). Lo scafo è in nylon rinforzato con fibra di carbonio e il telaietto è il Kium hollowgram.

La cura dei dettagli si vede anche dalla marcatura del punto di BRP (Biomechanical Reference Point), un poco scontato aiuto quando si studia la corretta posizione della sella. Le forme sono disegnate per permettere una buona rotazione delle pelvi alla ricerca della migliore posizione aerodinamica e la nuova imbottitura Adaptive rende la Vento Argo un’ottima scelta anche per il Gravel.

L’assorbimento è molto buono, al pari del comfort e del comportamento in pedalata, con le ali posteriori che assecondano il movimento delle gambe. Inoltre, la struttura a nido d’ape fornisce anche un certo grip, che consente di mantenere una posizione in sella stabile ed efficace. Struttura che per la sua natura, è incline ad accumulare terra e fango. Richiede dunque una cura supplementare per pulirla a fondo, dopo uscite su fondi particolarmente inconsistenti o umidi.

Per venire incontro alle esigenze derivanti da misure ischiatiche differenti, Vento Argo è disponibile anche con larghezza di 140 mm.

Scheda tecnica

Larghezza: 150 mm
Lunghezza: 265 mm
Rail: alloy Kium
Peso: 236 g
Prezzo: 259 euro

Ci piace

  • Fattura e attenzione ai dettagli
  • Comfort

Non ci piace

  • Naso lungo
  • Raccoglie lo sporco

Prologo Dimension AGX

AGX è un acronimo che riassume Adventure|Gravel|Ciclocross e che ben esprime la vocazione di questa versione della sella Dimension. Come tutte le Selle Prologo, anche questa Dimension ha un design immediatamente riconoscibile e trasmette una piacevole sensazione di qualità percepita.

La forma è quella a V, che permette una seduta più avanzata, eliminando la pressione nella zona perineale frontale e offrendo maggiore stabilità e area di appoggio nel posteriore. Trovare la posizione giusta è immediato e il supporto è ottimale. Anche il comfort è di buon livello, grazie alla combinazione fra lo scafo rinforzato con fibra di carbonio e l’imbottitura in schiuma a densità variabile, con buone doti di elasticità e assorbimento.

Alla comodità della seduta concorre anche la tecnologia PAS (Perineal Area System), il canale aperto che con il suo design ergonomico elimina i punti di contatto nelle zone genitali e prostatiche, migliorando la circolazione sanguigna. Sul campo, anche sui veloci e lunghi sterrati, abbiamo apprezzato la sua efficacia nell’evitare i picchi di pressione e l’intorpidimento.

Il telaietto, in tubi da 7 mm, è realizzato in chromoly T4.0, specifico per la linea Dimension, realizzato attraverso un processo che garantisce maggiore leggerezza e una resistenza tecnica inalterabile. Chi volesse guadagnare qualcosa in termini di peso (più o meno 15 g) può optare per la versione in lega leggera di acciaio Tirox.

Scheda tecnica

Larghezza: 143 mm
Lunghezza: 245 mm
Rail: T4.0
Peso. 237 g
Prezzo: 110 euro

Ci piace

  • Qualità percepita
  • Comfort
  • Prezzo

Non ci piace

  • In presa bassa è ancora presente

Selle Italia X-Bow TI 316

Non si tratta di una vera e propria sella corta (lo sono le Boost, nel catalogo Selle Italia). Nata per l’off road, con un’anima Marathon, è la più comoda, ma anche la più grossa (e pesante) e meno “cool”. Il merito è dell’imbottitura, con una consistenza e un supporto ottimali per passare tanto tempo in sella, degli shock absorber che fanno da cuscinetto fra telaio e scocca e del metodo di fissaggio del telaietto, fissato nell’estremità posteriore della sella, liberando l’area della scocca su cui appoggiano le ossa ischiatiche e le zone perineali, limitando al minimo la pressione.

Il rail, con tubi da 7 mm di diametro, in TI 316 (più resistente e leggero rispetto all’acciaio), è lungo e permette una maggiore escursione nella regolazione longitudinale. Il profilo è di tipo neutral, ossia anatomica e consigliato per ciclisti che presentano sia una antiversione del bacino (ciclisti dinamici) sia una retroversione del bacino (ciclisti statici).

In questa versione, la X-Bow non ha canale di scarico (presente invece nella versione alternativa Superflow) ma una depressione creata modificando la densità del materiale nell’imbottitura. X-Bow è disponibile anche con larghezza di 145 mm e, per scegliere la misura corretta, si può ricorrere al sistema Idmatch, messo a punto da Selle Italia, che prende in considerazione la distanza fra le ossa ischiatiche e la capacità di rotazione del bacino.

Scheda tecnica

Larghezza: 155 mm
Lunghezza: 255 mm
Rail: TI 316
Peso: 275 g
Prezzo: 129,90 euro

Ci piace

  • Comfort al top
  • Ben fatta

Non ci piace

  • Linea massiccia
  • Peso

Selle SanMarco Allroad Supercomfort Wide

Il nome racconta la sua vocazione, Allroad è stata infatti sviluppata come sella polivalente, efficace su vari terreni e dunque ben si adatta a un utilizzo Gravel. La forma è classica e tradisce la sua derivazione stradale, difatti è la più lunga del lotto e il comfort in posizione aerodinamica è inferiore alle altre selle più corte. La parte anteriore è tuttavia snella per lasciare libero movimento alle gambe in fase di pedalata. Il foro centrale è stato ridisegnato per ottenere il massimo scarico di materiale senza penalizzare la resistenza strutturale della scocca e, nella pedalata, si apprezza il risultato in termini di schiacciamento e indolenzimento delle parti molli.

La sella è classificata come waved, ossia con il profilo laterale della superficie di seduta curvilineo, con una depressione centrale superiore a 5 mm. Una particolarità che rende la sella particolarmente comoda anche per i ciclisti che hanno il bacino retroverso. La superficie di appoggio nella zona ischiatica è ampia e rialzata nell’estremo posteriore, per supportare durante le lunghe percorrenze. L’imbottitura, con spessori maggiorati, offre un buon feeling quando si pedala sullo sconnesso.

Nella versione Racing, l’imbottitura è ottenuta con l’accoppiamento tra uno strato di Biofoam ed uno strato supplementare di Gel, con spessori variabili a seconda dell’area di appoggio, per ottimizzare la zona di contatto con le ossa ischiatiche. Biofoam è un materiale biodinamico che accompagna i movimenti del bacino, la cui superficie a cellule chiuse la rende totalmente repellente all’acqua. Il rivestimento è traspirante e ad alta resistenza abrasiva, con delle leggere nervature nella parte posteriore che hanno funzione anti slip.

Il telaio della Allroad Superfoam è in Stealth Xsilite, un materiale leggero e resistente, che contiene un’alta percentuale di silicio, combinato con particelle di titanio e carbonio. Lo spazio a disposizione per allinearla sul carrello non è però molto, per cui bisogna valutare l’abbinamento in base all’offset del cannotto reggisella.

Scheda tecnica

Larghezza: 146 mm
Lunghezza: 268 mm
Rail Stealth: Xsilite
Peso: 216 g
Prezzo: 159 euro

Ci piace

  • Consistenza imbottitura
  • Efficace nella pedalata

Non ci piace

  • Finiture
  • Rail corti

SMP VT30C

Le selle del marchio italiano sono immediatamente riconoscibili per la punta a “beco d’aquila”. Si tratta di una caratteristica tipica di SMP, supportata da studi medici e adottata per alleviare la pressione nella zona genitale quando si pedala in posizione di presa bassa e permettere libertà di avanzamento sulla sella. Nella versione 30C, la VT è progettata per rendere al meglio in presenza di una larghezza di ossa ischiatiche compresa fra 11,6 cm e 15 cm.

Finalizzato a minimizzare le compressioni, anche a livello prostatico e i conseguenti indolenzimenti e formicolii, è anche l’ampio canale di scarico che percorre gran parte della sella, fino in punta. Questo ha anche la funzione di permettere il passaggio dell’aria per una ottimale aerazione. Anche il profilo dell’imbotrtitura, convesso, è differente da quello delle altre selle del gruppo.

La depressione posteriore è studiata per salvaguardare il coccige, e al primo impatto sortisce una sensazione particolare, che però si traduce presto in comfort. Il beneficio della forma, in termini di pressioni, è evidente, soprattutto quando si passano diverse ore in sella, anche se l’imbottitura non è fra le più morbide. La superficie di appoggio è ampia e sostiene bene il bacino.

Apprezzabile la lunghezza del telaietto (disponibile anche in fibra di carbonio UD), soluzione con una duplice funzione: balestra per assorbire le vibrazioni e permettere un corretto posizionamento della sella, per massimizzarne l’efficacia.

Scheda tecnica

Larghezza: 155 mm
Lunghezza: 255 mm
Rail: acciaio AISI 304
Peso: 274 g
Prezzo: 145 euro

Ci piace

  • Efficacia scarico
  • Comfort
  • Lunghezza rail

Non ci piace

  • Look datato

Specialized S-Works Power Mirror

Insieme a Fizik, è la più avanzata dal punto di vista tecnologico. Utilizza la tecnologia Mirror, sviluppata con stampa in 3D di un polimero liquido, con l’obiettivo di ‘specchiare’ (da qui il suo nome) l’anatomia del ciclista. La procedura crea una struttura a nido d’ape, che fornisce un supporto corretto alle tuberosità ischiatiche e che permette una fine regolazione della densità, impossibile con la schiuma espansa. Il risultato (in attesa di brevetto) è una matrice di 14.000 montanti e 7.799 nodi, ognuno di essi tarabili individualmente in fase di disegno.

Scafo e telaietto in fibra di carbonio sono gli stessi della sorella S-Works Power, così come il disegno, ottenuto secondo i principi della tecnologia Body Geometry per garantire un corretto flusso sanguigno.

Disponibile anche in larghezza 155 mm, ha un costo che la pone nella categoria del “non per tutti”. Impeccabile nella realizzazione e nelle fin iture, la S-Works Power Mirror è la più corta del gruppo (piuttosto corto è anche il telaietto, che offre poca escursione nello scprrimento longitudinale e deve essere valutato alla luce dell’offset del reggisella). Molto buono il livello di comfort, anche sulle lunghe distanze e quando si pedala in posizione di spinta con presa bassa. La struttura della zona centrale, con nido d’ape a vista nell’area di scarico, risulta efficace anche in termini di circolazione dell’aria. Buono anche il grip superficiale, che permette di mantenere la posizione.

Come la Fizik, quando si percorrono tratti particolarmente sporchi e fangosi, la struttura è più incline a raccogliere ciò che la ruote solleva e quindi, a fine uscita richiede una pulizia accurata.

Scheda tecnica

  • Larghezza: 143 mm
  • Lunghezza: 240 mm
  • Rail: fibra di carbonio
  • Peso: 204 g
  • Prezzo: 449 euro

Ci piace

  • Finiture e cura dei particolari
  • Dimensioni
  • Comfort

Non ci piace

  • Rail corti
  • Prezzo

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.