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Selle Italia X-LR Air Cross Superflow, la prova

di - 18/03/2019

Selle Italia X-LR, ci piace definirla una sella trasversale, grazie alla disponibilità nelle misure L ed S con protocollo IDMatch  (bikelab.idmatch.it )e per via della struttura a doppia densità.

Selle Italia X-LR Air Cross Superflow

La X-LR Air Cross nasce per confrontarsi con le condizioni estreme, una sella impermeabile senza compromessi pensata per resistere all’abrasione, all’invecchiamento e ai danni che si possono verificare in ambiente off road, perché no, noi vi diciamo anche sulla strada. Nel catalogo di Selle Italia, X-LR Air Cross Superflow è presente in taglia IDMatch L3 (145×266 mm) e IDMatch S3 (131×266 mm), quest’ultima oggetto della prova. La trovate nel segmento off road con indirizzo cross country. Dal punto di vista tecnico, la sella è costruita grazie alla tecnologia Air Cross Tech con due layer differenziati tra loro: quello esterno è impermeabile, resistente alle abrasioni, all’invecchiamento e agli sfregamenti in genere; sabbia, fango e sporco non fanno paura.

Una vista dall’alto della X-LR

In aggiunta ci sono anche i rinforzi laterali, a cui è affidato il compito di proteggere i punti maggiormente esposti. La parte interna invece è più soffice, a doppia densità, assecondata dall’ampio canale di scarico in questa configurazione Superflow. Un foam con doppia densità, un particolare tutt’altro che banale, anzi, un valore aggiunto di non poco conto. Il telaio in manganese permette di limitare il prezzo a 99 euro di listino. Un peso di 215 grammi dichiarati, sempre in ottica off road, permette ad X-LR Air Cross di essere una sella molto leggera, inserita nel segmento mtb.

selleitalia.com

Le nostre impressioni

Il suo design mette in mostra molto di quello che è il ritorno in fatto di prestazione, di certo aggressiva ma anche comoda, uniforme lungo tutta la sua seduta. Perché uniforme: perché il suo design e le sue forme, uniti alla doppia densità, permette di avere un equilibrio ottimale quando si pedala da seduti. I rinforzi laterali non danno fastidio e rimangono quasi impercettibili anche per chi, come noi, ha una pedalata molto profonda che attiva anche i glutei. X-LR Air Cross Superflow è sufficientemente morbida ma ha poche flessioni e l’ampio canale che la caratterizza non tende chiudersi sotto il peso del corpo.

Una vista posteriore della sella, dove si vede bene la struttura di supporto all’imbottitura

Qui si conferma a nostro parere la bontà della struttura abbinata al disegno del prodotto. Il becco frontale che punta verso il basso è un buon valore aggiunto che permette di aumentare una certa “sfruttabilità” della sella, in quei frangenti (salite con pendenze estreme) che obbligano ad andare in punta di sella. Questa di Selle Italia è uno di quei prodotti capaci di evitare quella strana, a volte fastidiosa sensazione di damping, dettaglio molto importante per l’agonista off road.

La parte anteriore della sella

A tal proposito, dove i due tubolari del telaio si incrociano, è posizionato una sorta di elastomero che stabilizza e funge da fermo. Ottima a nostro parere, l’applicazione degli inserti laterali, posizionati in punti critici. L’abbiamo utilizzata ovunque, gravel, mtb ma anche strada, con condizioni meteo che hanno previsto fango e pioggia. Siamo rimasti colpiti dalla robustezza del tessuto superiore, quello a contatto con il pantaloncino, che non ha subito effetti negativi: dopo ore ed ore di utilizzo sembra nuovo.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.