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Shimano S Phyre 2021, una scarpa bella e diversa

di - 05/04/2021

Questa è la terza generazione della calzatura top di gamma di Shimano, ovvero il modello S-Phyre RC9. Rispetto alle precedenti versioni i cambiamenti sono davvero importanti e non riguardano solo il sistema di chiusura Boa Li2. Pur mantenendo fede al suo progetto di scarpa tecnica top di gamma con indirizzo agonistico, la nuova S-Phyre è più comoda. O meglio, sfrutta in modo diverso la distribuzione del comfort, tra avampiede, zona mediana, tallone e sezione superiore. Di seguito le note tecniche principali e le nostre considerazioni.

Shimano S Phyre 2021, una scarpa bella e diversa

Shimano S Phyre RC9, versione 2021

Come nel training specifico, dove il riposo è parte integrante dell’allenamento, nel settore delle calzature tecniche il comfort fa parte della resa tecnica del prodotto. Anche quando si tratta di scarpe “professionali”. Questa considerazione diventa ancor più importante quando si tratta dei nostri piedi. Da qui passa una parte del nostro benessere e la capacità di creare una performance. Lo sviluppo delle calzature moderne tiene conto di più fattori: design e fitting del prodotto, qualità dei materiali e la loro funzione, ma anche la categoria della scarpa stessa che non di rado viene determinata dall’abbinamento dei vari materiali. Qui di seguito riprendiamo anche una pubblicazione che riguarda in modo specifico il sistema Boa Li2.

BOA Li2 vince il Design&Innovation Award 2021

La nuova Shimano S Phyre 2021 è una calzatura estremamente tecnica e molto differente rispetto al passato: in un certo senso è anche difficilmente accostabile alle versioni precedenti. Non si tratta solo di dettagli e piccole rifiniture, scriviamo di una rivisitazione del progetto che mantiene il concept di “equipaggiamento top level di riferimento”.

Shimano S Phyre 2021, una scarpa bella e diversa
La suola della S Phyre RC9 2021.

Le sue caratteristiche principali

Questa versione è più scaricata nella sezione centrale, dove la tomaia avvolge parte della suola(in carbonio). Quest’ultima sembra essere divisa in due sezioni ben distinte: in realtà è in un unico blocco, ma è solo la parte frontale che fa vedere la fibra. La talloniera è sagomata e la parte bassa scarpa, così come la sezione interna, prevedono un maggiore supporto per trattenere il tallone. La sezione anteriore (sempre in merito alla suola) ha una diversa sagomatura del carbonio (se paragonata alle vecchia Shimano S Phyre, che si protende in modo maggiore verso la punta. L’angolazione dei fori di posizionamento della tacchetta non è cambiata, ma proprio il rinnovato design di tutta la sezione inferiore della S Phyre 2021, facilita l’allineamento ottimale della tacchetta.

La coppia di calzature Shimano S Phyre. E’ possibile vedere i vari punti della tomaia e la differenza tra anteriore, posteriore e sezione mediana.

Se la suola è diversa, la tomaia ancor di più

Anche la tomaia è stata “alleggerita”, variando il posizionamento dei fori di aerazione ed eliminando parte del rivestimento interno. Inoltre, la parte a contatto con il piede, ha ridotto al minimo la presenza di cuciture, ma sono state aggiunte delle protezioni nei punti di ancoraggio e passaggio dei cavi Boa. I diversi strati della tomaia sono applicati in modo completamente diverso rispetto alle versioni più anziane, per via delle caratteristiche abbiamo appena evidenziato e anche per ottimizzare l’azione di chiusura dei rotori Boa Li2, più facili, ma anche più potenti. La soletta interna in dotazione, permette di personalizzare il riempimento della zona dell’arco plantare. E’ disponibile anche una versione da donna specifica e dedicata. Le taglie disponibili vanno dalla 36 alla 48 e il prezzo di listino è di 359,99 euro, per quattro colorazioni a catalogo.

LE NOSTRE IMPRESSIONI

In comune, rispetto al passato, c’è il nome una sorta di family design, perché la performance e la qualità della calzata, nei suoi vari aspetti è molto differente. Non si tratta solo di una calzatura top di gamma, con la suola in carbonio e costosa. La Shimano S Phyre RC9 2021 è il risultato di un percorso di crescita che vede protagonisti più fattori messi insieme. I materiali e le tecnologie legate ad essi, il design di quanto il collimare di questi due fattori può essere funzionale alla resa tecnica.

La parte superiore della linguetta, dove la scritta WIDE evidenzia la forma della calzatura. Si notano, all’interno del tallone, i due cuscinetti e il tessuto nero che sostituiscono il “vecchio” controtrama.

Rigida si, ma meno estrema di quanto si possa pensare

La parte anteriore della RC9 è rigidissima, invita a spingere ed alzarsi sui pedali, a farlo con forza. Qui il sostegno è un vantaggio notevole, così come la stabilità che si percepisce in tutti i frangenti. La parte centrale invece (facendo un paragone con il passato) è “meno invadente”, comunque senza cedimenti laterali. La parte del tallone è avvolgente il giusto, più comoda e morbida, con un grosso vantaggio offerto dal rivestimento (e dalla sua parziale assenza): non scalda.

Alcuni dettagli che fanno la differenza

È stato eliminato il tessuto controtrama e oltre alla forma sono stati applicati due inserti che generano comfort e assolvono al compito di stabilizzare. La tomaia è nel complesso più fresca e più aerata ed offre dei vantaggi notevoli anche nel lungo termine e con le temperature esterne in crescita. La punta e la sezione centrale/interna, sono quelle dove la ventilazione si sente in modo maggiore. Le “applicazioni protettive” di tessuto, quelle interne, sono un altro fattore che sanciscono un aumento della cura dei dettagli e con tutta probabilità l’utilizzo di alcuni feedback ricevuti, adottati giustamente per far evolvere un prodotto già eccellente. La struttura del sistema di chiusura non è cambiato molto, ma grazie ai rotori Li2, combinati alla tomaia che abbiamo descritto, la qualità della ritenzione e del fitting è migliore.

Shimano S Phyre 2021, una scarpa bella e diversa

A cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

bike.shimano.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.