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World Cup Ciclocross, la neve di Vermiglio

di - 17/12/2022

Neve, campioni, spettacolo, in una parola: snowcross. L’attesa volge al termine a Vermiglio, dove ieri si è tenuta la prima sessione di prove libere della tappa italiana di Coppa del Mondo di Ciclocross, la decima prova del circuito gestito da Flanders Classics, l’unica a disputarsi su superficie innevata.

Il meteo ha scombussolato le carte: ai 30 centimetri di neve fresca caduti giovedì hanno risposto le temperature sopra lo zero di venerdì, che hanno ammorbidito la neve, ma la gelata della scorsa notte ha ghiacciato il percorso, indurendo la superficie. Oggi sarà dunque un’incognita…

I ragazzi

Il più atteso, neppure a dirlo, è l’olandese volante, Mathieu Van der Poel, il quattro volte Campione del Mondo Elite di Ciclocross al debutto nello snowcross della Val di Sole. “Mi sento bene, ma questa è una gara particolare, diversa da tutte le altre, su una superficie a cui non siamo abituati – ha dichiarato un sorridente Mathieu Van der Poel dopo la sessione nella quale è stato uno degli atleti ad effettuare più giri, impressionando in particolare nell’affrontare in sella alcuni dei passaggi più esigenti del tracciato. Ho trovato una location fantastica, e un percorso tecnico, molto esigente e insidioso, soprattutto nelle condizioni di neve bagnata di oggi, credo che il fondo migliori con il passaggio degli atleti, ma è un terreno in continua trasformazione. Tra gli avversari va tenuto d’occhio Michael Vanthourenhout, un atleta che guida bene e molto adatto a questo tipo di prova”.

Proprio il Campione Europeo sarà uno fra i rivali più pericolosi per il fuoriclasse olandese sul circuito di 3.000 metri e 50 metri di dislivello allestito dagli staff di Grandi Eventi Val di Sole e Flanders Classics. Dal Belgio ai nastri di partenza sono attesi anche Gianni Vermeersch, Campione del Mondo Gravel e compagno di squadra di Van der Poel, Eli Iserbyt e il leader di Coppa del Mondo Laurens Sweeck.

Il nevischio ha ammorbidito la neve, per questa ragione è stato veramente difficile adattarsi al terreno – ha commentato Sweeck –, giro dopo giro trovavamo un terreno diverso, ma il percorso sarà nuovamente lavorato in vista di domani. È la mia prima volta qui, mi aspetto una gara interessante.

Gioele Bertolini è la carta più importante della spedizione azzurra al maschile, assieme al più giovane Jakob Dorigoni e al talentuoso Lorenzo Masciarelli.

Le ragazze

Anche in campo femminile, i favori del pronostico spettano all’Olanda. La più attesa è senza ombra di dubbio Fem van Empel, vincitrice l’anno passato a Vermiglio e dominatrice della stagione di Coppa del Mondo con 6 vittorie su 9 prove disputate.

Proveranno a metterla in difficoltà le connazionali Puck Pieterse e Ceylin del Carmen Alvarado, la canadese Maghalle Rochette, la polivalente ungherese Kata Blanka Vas, l’azzurra Silvia Persico, bronzo iridato di specialità agli ultimi Mondiali negli Stati Uniti, e la più esperta connazionale Eva Lechner.

Al primo contatto con il tracciato ho pensato che avrei preferito un fondo più duro, ma in realtà girando ho cambiato idea. Il percorso mi piace, mi sono divertita – ha detto Silvia Persico – l’anno passato sono partita con le gomme da asciutto, stavolta certamente non commetterò lo stesso errore.

Foto Martina Folco Zambelli|HLMPHOTO

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.