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Surf a Chilometro Zero

di - 13/11/2020

I cugini francesi, che con quel modo un po’ fastidioso traducono ogni parola che viene dall’estero, lo chiamano confinement, un suono molto più cupo e carcerario dell’ormai familiare lockdown. Il confinamento, nel mese di marzo, è diventato una forma di quotidianità, con le sue regole, le sue file interminabili, gli allenamenti in garage, i riti serali
conditi da un bicchiere di whiskey e la visione in streaming di spot esotici dall’altra parte del mondo, con l’unica consolazione che anche dall’altra parte del mondo le immagini riportavano l’eco di onde vuote e stupende.

Poi, i primi di maggio, una parziale apertura in mezzo a una giungla di ordinanze e decreti ha reso ancora più allucinante l’idea di riprendere con il surf. Vivo in una cittadina di mare e in quei giorni le regole davano la possibilità di tornare in acqua ma solo all’interno del proprio comune di residenza dove, almeno nel mio caso, non sembrano esserci onde surfabili.
Con un po’ d’esitazione, come un ragazzino che dopo un lunga assenza rientra in classe, consulto il meteo e la modesta mareggiata in arrivo deciso a trovare una soluzione al rompicapo.

Così nasce la scommessa di trovare un’onda sotto casa, aprire Google Map e studiare da nuove angolazioni quei dieci chilometri di litorale martoriato da barriere frangiflutti per cercare un varco tra le scogliere, un picco sopra una secca qualunque scommettendo che nel rispetto della grottesca ordinanza un’onda ancora vergine vi romperà solo per me. La ricerca di un surf a chilometro zero, se si esclude la Sardegna, diventa un’italica sfida che fa sorridere, un’utopia che non sarà mai scintillante da raccontare come un viaggio in Nicaragua ma alla vigilia di un altro probabile confinamento è l’unica valida alternativa alla mia nevrosi, diventa tutto anche se è poco.
Magari vi state domandando se poi quell’onda a chilometro zero l’ho trovata, ma so che in fondo non volete conoscere la risposta.
Buona ricerca.

Di Andrea Ambrosini (@neoprenesolo)

Foto Cover: Diego Drudi