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SURF CITY – KEM NUNN

di - 16/03/2017

Recensione di Cristina Tedde

 

Ken Nunn, ha trascorso la sua giovinezza nella California del Sud e qui, si è dedicato al surf con grande passione.

Dopo una piccola parentesi newyorchese di alcuni anni, tutt’ora vive sulle rive dell’oceano.
“Surf City”, è il suo primo romanzo ed è stato finalista all’ American Book Award , diventando ben presto un punto di riferimento nell’ambiente del surf.

La storia, ruota attorno al diciottenne Ike.
Appassionato di motori, in un villaggio sperduto del deserto.
La sua vita scorre lenta e quasi monotona, vessato dai parenti che lo vedono indifeso e privo di iniziativa.

Ma ecco che una mattina, dal nulla, arriva uno straniero e porta con sé notizie della sua adorata sorella scomparsa qualche tempo prima.
A quanto racconta questo ragazzo, sarebbe partita alla volta del Messico in compagnia di tre individui poco raccomandabili.

Ultima tappa, un villaggio di surfisti in California, da dove solo lei non fa ritorno.

Ike prenderà coraggio e inizierà il suo viaggio proprio alla ricerca della donna.
Il surf sarà un mezzo per arrivare ad una maturazione e ad una consapevolezza del sé.

Lo aiuterà non solo a venire a contatto con gli ambienti “ loschi” che pare abbiano inghiottito nel nulla la sorella, ma lo metterà davanti ai suoi fantasmi e lo farà crescere fino a diventare un uomo.

Più che un thriller, si parla di un romanzo di formazione.
La ricerca della ragazza, ad un tratto per il lettore, verrà soppiantata dalla curiosità verso la crescita ed il “ trovarsi” di Ike.
Il surf, la difficoltà dell’uomo a contatto con le onde e il mare spietato, altro non sono che una metafora di vita vissuta,
L’uomo e la tavola , altro non sono, che il rapportarsi quotidiano verso le sfide che la vita ci impone inesorabilmente davanti.
Al termine del romanzo,il lettore, forse, più che sapere dove effettivamente sia finita Ellen, si domanderà quanto il protagonista ce l’abbia fatta ed in che misura.

Il tutto condito da scenari quasi da film.

Ci si immerge perfettamente nel calore e nella polvere del deserto, come ci si ritrova catapultati nella patinata California, popolata da ragazze che profumano di olio abbronzante e surfisti alla “Point Break”, belli e dannati.

Non a caso, l’autore, scrive principalmente sceneggiature e soggetti cinematografici, e molte scene di “Surf City”, comprese quelle tra le onde, hanno proprio un taglio da celluloide e tanto dovrebbe bastare a farvi amare il romanzo.