Si sono diffusi moltissimo in piena epoca del knee-paddling, poi sono andati diminuendo con la shortboard revulution. Anche se a molti possono sembrare una sorta di “peste bubbonica”, i nodi del surfista col tempo sono divenuti sempre più cool identificando lo stile del longboarder classico.
Questo difetto si è manifestato per lo più ai piedi e alle ginocchia, zone sollecitate alla remata classica in ginocchio sui pesanti longboard degli anni ’60. Molti surfisti hanno approfittato di tale malformazione, quando accentuata, per saltare il servizio militare obbligatorio specie durante la guerra del Vietnam. Si tratta comunque di un difetto estetico praticamente indolore e che molto raramente si infetta, inoltre basta un periodo di astinenza dal longboard di circa 4-6 mesi (o un passaggio alla remata standard) per far scomparire completamente i surfer’s knots.
San Blas, Mexico, 1966. Photo: Ron Stoner / SURFER
Man mano che i nodi del surfista si sono diffusi hanno acquisito un importante status symbol, fino a divenire uno strumento di valutazione di impegno e dedizione alle onde per il logger, misurato in base allo spessore e circonferenza di questi “bubboni”.
Dopo la shortboard revolution il longboard è tornato nuovamente molto in voga, in particolare negl’ultimi anni, quando è stato affiancato perfettamente alla tendenza dello stile retrò diffuso in ambito sociale. Di conseguenza si sta nuovamente aumentando il numero di surfer’s knots tra surfisti, visto che sempre più longboarders apprezzano e adottano la remata in ginocchio.
E tu, hai già il nodo del surfista?
Fonte: encyclopediaofsurfing.com
Surfer’s knots. Photo: Ron Stoner / SURFER