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Surfista muore infettato da ameba mangia-cervello

di - 04/10/2018

Si chiama Naegleria Fowleri, meglio conosciuto come “ameba-mangia cervello”, il parassita che ha causato la morte di Fabrizio Stabile pochi giorni fa. Il giovane potrebbe averlo contratto dopo aver surfato al BSR surf resort, la famosa onda artificiale inaugurata il maggio scorso in Texas (CLICCA QUI per saperne di più sull’onda).
Fabrizio, nato e cresciuto nel New Jersey, ha cominciato a sentirsi male il 16 settembre, portato all’ospedale il giorno seguente è stato inizialmente curato per meningite batterica, ma le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. Dopo quattro giorni di esami i medici hanno capito che aveva contratto il Naegleria Fowleri, ma era ormai troppo tardi per intervenire ed è morto il giorno dopo alla diagnosi, lo scorso 21 settembre.
Dopo la notizia gli epidemiologi sono subito accorsi al Cable Park di Waco (Texas) ed hanno prelevato campioni di acqua per testare la presenza dell’ameba, a breve arriveranno i risultati. Al surf resort è stata anticipata la chiusura per la stagione invernale.

A destra Fabrizio Stabile, a sinistra la veduta della laguna possibile fonte del batterio

Questo parassita è molto pericoloso per l’uomo e causa la meningoencefalite amebica primaria, che colpisce il sistema nervoso centrale. Se non diagnosticata e curata subito, porta alla morte nell’arco di una settimana. Questo parassita può essere contratto nuotando in fiumi o laghi, soprattutto quando l’acqua è tiepida o calda. In particolare la via più semplice per contrarlo sono i lavaggi nasali, ossia quello che succede spesso quando veniamo frullati dopo un wipeout. L’ameba mangia-cervello non si trova nell’acqua salata.

Il parassita si sviluppa in condizioni d’acqua tiepida e se l’acqua o i filtri non vengano puliti correttamente; inoltre è fondamentale la presenza di cloro. I casi d’infezione sono rarissimi nel mondo ma quasi tutti sono risultati fatali. La maggior parte delle infezioni si sono verificate nuotando in laghi o fiumi con acque tiepide, sono risultati più probabili tra nuotatori, subacquei e praticanti di sci d’acqua. Ora si aggiunge anche la categoria di surfisti nelle wave pool.
In sostanza la via più facile per contrarre il parassita è fare entrare l’acqua dal naso. In Italia non sono segnalati casi al momento, l’unico nella storia risale al 2004 ed ha coinvolto un ragazzino di 9 anni.

Fonte: corriere.it

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf