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Test Cannondale Scalpel HT, hardtail new school

di - 01/02/2022

Dopo averla presentata al momento della preview a novembre 2021 e avervi promesso il test, eccoci finalmente in sella alla Cannondale Scalpel HT.

Il lancio di questa nuova hardtail ha suscitato un bel dibattito sui social, più che altro perché l’ambizione di questa bici è anche quella di tornare a solcare i campi sempre più tecnici e trickie dei cross country moderni, dove oggi dominano le full. Cannondale ha scelto di farlo con una geometria e con soluzioni tecniche che si adeguano a quella nuova scuola che interpreta le MTB da XC race in modo sempre più simile all’enduro rispetto alla visione “classica” cui questo segmento si è allineato fino a qualche stagione fa.

Nuova a partire dal nome

Un angolo di sterzo sempre più aperto, una quota di trail maggiorata e una forcella con escursione generosa sono i punti cardine attraverso cui la nuova Scalpel HT sviluppa questa visione. Lo fa staccandosi in modo netto dalla progenitrice F-Si, rispetto alla quale non a caso abbandona completamente anche il nome, preferendo abbracciare quello della Scalpel, di cui ricalca soprattutto la visione geometrica.

Versione top

La Scalpel HT del nostro test è la versione Hi-MOD 1, ovvero quella al vertice della piattaforma: al telaio costruito in fibra di carbonio ad altissimo modulo unisce la forcella Lefty Ocho Carbon da 110 mm (incrementabili a 120 mm senza invalidare la garanzia), le ruote HollowGram Knot 25 in fibra di carbonio, gommate Schwalbe Racing Ray/Racing Ralph front/rear da 2,25″, e la trasmissione mista Shimano XTR (cambio e pacco pignoni) e Deore XT (freni).

La sella è una Prologo Dimension NDR, mentre la restante componentistica è tutta siglata Cannondale: ci riferiamo alla guarnitura HollowGram BB30 con corona da 34 denti, al cockpit con piega in fibra di carbonio e attacco in alluminio, al reggisella in fibra di carbonio con tecnologia Save, che flette verticalmente quando si transita sulle sconnessioni.

Sulla bilancia elettronica , la nostra Scalpel HT Hi-MOD 1 ha fatto segnare 9,4 kg (taglia M, senza pedali). L’assegno da staccare per averla è di 6.999 euro.

In sella

Chi scrive è alto 173 cm, ha fissato la sella a 72,5 cm dall’asse del movimento e ha trovato questa M una taglia perfetta per le sue caratteristiche antropometriche, pur se con qualche adattamento del caso. Prima di questo, due parole sulla taratura pneumatici e sospensione: la cartuccia della Lefty è stata gonfiata a una pressione compresa tra 105 a 125 psi, con ritorno praticamente tutto aperto, molto reattivo, le coperture Schwalbe a una pressione compresa tra 1.8 e 1.5 bar, un po’ al di sotto della pressione minima consigliata.

Acclimatamento necessario

Se provenite dalla “vecchia scuola”, se come me non siete biker giovanissimi e arrivate dal cross country di qualche anno fa, e se fino ieri usavate la F-SI (o addirittura la Flash), forse impiegherete qualche uscita per abituarvi alla nuova impostazione di questa Scalpel HT… Questo almeno è ciò che ho provato io: la geometria rivisitata di questa hardtail obbliga ad adattare la posizione del corpo, a distribuire diversamente il peso. Sterzo aperto, reach più pronunciato e attacco manubrio cortissimo sono la nuova normalità nell’XC di oggi.

Un’impostazione del genere in un certo senso obbliga a una posizione più centrale e una guida aggressiva, che carica l’avantreno e che allo stesso tempo schiaccia bene il busto a terra tenendo le braccia sempre aperte, quasi parallele  al terreno. Se fai così ti accorgi subito che questa bici dà tantissimo sul tecnico, diventa davvero capace. Presa confidenza, lo sterzo più aperto e il trail maggiorato ti spingono a osare di più in tutte quelle situazioni e condizioni che ti mettono di fronte a ostacoli severi.

Se al contrario ti fai vincere dalla paura e arretri con il corpo, sei fuori. La Scalper HT non riuscirai mai a domarla e ti “scapperà” spesso, complice l’avantreno super reattivo e l’attacco manubrio relativamente corto (80 mm in taglia M).

Questo si unisce a una geometria compatta, che sul triangolo principale accentua lo sloping (rispetto alla F-Si) e rende la bici più snella e gestibile nei tratti tecnici dove ci devi giocare, spostandola a destra e sinistra. Inoltre, il carro compatto rende il retrotreno granitico, insensibile a qualsiasi flessione laterale.

A proposito di flessione

Diverso, invece, è il discorso sulla flessione verticale, quella vertical compliance che sulle bici da strada è parametro molto usato per quantificare la capacità di assorbire gli urti ricevuti dal terreno. Sotto questo aspetto, la Scalpel HT sfodera il meglio della tecnologia proprietaria Save: si tratta di una spessorazione e una conformazione della fibra di carbonio progettate appunto per esaltare la sola flessione verticale. Qui lo fa con foderi bassi dalle vistose schiacciature, foderi obliqui più snelli e con un reggisella in fibra di carbonio con una forma schiacciata della testa.

A detta di Cannondale tutto questo consente una flessione verticale totale di ben 30 millimetri: una deformazione che si sente tutta quando, da seduto, capita di ricevere un colpo improvviso e si percepisce che il retrotreno riesce a copiare abbastanza bene l’asperità. Si tratta naturalmente di ammortizzazione passiva, che cessa nel momento in cui si è in piedi sui pedali, e che rende comunque necessario “lavorare” parecchio con gambe e braccia, per assecondare i fondi smossi in salita.

Reattività da road bike

C’è da sottolineare la reattività quasi stradistica mostrata dalla Scalpel HT sugli sterrati compatti e sull’asfalto: prontezza, velocità e risposta allo scatto rimangono eccellenti anche senza attivare il lockout della forcella e si aggredisce il terreno in piedi sui pedali.

Parte del merito va anche alle agili e leggere ruote Knot HollowGram 25. Due piume, comunque sufficientemente rigide, in grado di infondere ulteriore sicurezza anche grazie al canale da 25 millimetri che aumenta la stabilità e che consente di utilizzare pressioni molto basse (noi siamo andati al di sotto della pressione minima consigliata dal produttore).

A proposito di gomme: Racing Ray e Racing Ralph, con mescola Addix SpeedGrip e Speed, sono un’accoppiata infallibile su quasi tutti i fondi secchi o asciutti, ma il rovescio della medaglia è la scarsa efficacia sul bagnato e, ancora peggio, sul terreno allentato.

Una nota sulle ruote: la posteriore (e con lei il carro) abbandona l’architettura asimmetrica AI, che contraddistingue la Scalpel e altri modelli da fuoristrada e ciclocross di Cannondale. Ciò significa che sulla nuova Scalpel HT si possono montare anche ruote e guarniture standard, aumentando così la versatilità del mezzo. A rimetterci l’esclusività di quella soluzione, finalizzata a compattare il carro e ottenere nel contempo una grande rigidità nella raggiatura della ruota posteriore.

Infine la forcella. I 110 mm di escursione della Lefty Ocho si sfruttano tutti, arrivando anche spesso a fondo corsa. Undici centimetri di travel sono un ulteriore elemento a favore di un XC moderno, o se preferite, strizzano l’occhio a quello che si chiama Downcountry. Per contro, escursioni così generose stridono un po’ con il retrotreno super rigido che ha questa macchina da gara.

Il pelo nell’uovo

Lati negativi di questa nuova hardtail? Beh, oggettivamente l’assenza di un reggisella telescopico di serie, ovvero di un componente che è perfettamente compatibile con la Scalpel HT e con il suo il seat tube da 27,2 mm; alla luce delle attuali richieste del cross country corso ai più alti livelli, un componente del genere avrebbe reso merito a un mezzo così poliedrico e capace.

Pro e amatori

Saranno le prime gare di Coppa a dirci se i rider del Cannondale Racing Team preferiranno questa Scalpel HT in versione front invece della full (adottata da tutti nella passata stagione). Probabile che sarà scelta solo per determinate prove. Professionisti a parte, riteniamo che la nuova Scalpel HT sia perfetta in un’ottica di utilizzo amatoriale. Ci riferiamo ai tantissimi che praticano cross country e ancor di più a quelli che si cimentano nelle marathon MTB, competizioni con percorsi dai contenuti tecnici inferiori a quelli dei circuiti.

Non da ultimo, l’essenza da front rende la Scalpel HT molto meno costosa rispetto alla sua concorrente in casa Scalpel, inoltre è anche relativamente meno soggetta a cura e manutenzione. E questi ultimi due aspetti – per chi il biker non la fa per professione – diventano spesso prioritari.

Per dettagli e altre informazioni: Cannondale

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Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Nel suo passato tante granfondo e da qualche tempo anche una passione matta per le biciclette d’epoca. Per anni “penna" delle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna”, si occupa di informazione legata al mondo “bici” da un mucchio di tempo, soprattutto di tecnica e nuovi prodotti.