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Test Lapierre Xelius SL3, meglio di così…

di - 18/12/2021

Cambia tutta. Cambia in meglio.
Continua così l’evoluzione della Xelius SL, cavallo di razza di Lapierre, che rafforza ancora di più la concentrazione dei cromosomi racing nel suo DNA. La terza versione della Xelius SL è infatti figlia di un vero lavoro di equipe che ha coinvolto gli ingegneri di Digione e gli atleti del team FDJ Groupama. Un lavoro che ha interessato tutti gli aspetti del progetto e che si è sviluppato su quattro direttrici principali, che sono la sintesi delle richieste dei pro FDJ: rigidità, aerodinamica, reattività e leggerezza.

Possiamo dire che la nuova Xelius SL3 è nata su un foglio quasi bianco. A parte infatti riprendere alcune delle tecnologie ormai identificative del progetto, il resto, a partire dai materiali impiegati per finire con le geometrie, è tutto nuovo.

Materiali, processi e lay-up

Cambia la sigla perché cambiano i materiali. La fibra di carbonio con cui è costruito il telaio della Xelius L3 guadagna l’acronimo SLISuper Light Innovation – e rappresenta il livello più alto della gamma di Lapierre. Si tratta di un mix di fibre Torayca: IM T800 / HM M40J, VHM YS60, T1000, con disposizione UD, cioè unidirezionale, come già in passato.
Anche il processo di lavorazione si è evoluto: grazie all’impiego di un nuovo mandrino (brevettato) si raggiunge una maggiore stabilità durante la fase di disposizione delle tele di fibra di carbonio e una loro migliore compressione nello stampo. Di conseguenza la compressione delle fibre è più omogenea e il processo necessita di minor resina, con vantaggi in termini di peso.

Sfruttando questa nuova metodologia di costruzione, Lapierre ha deciso di realizzare tre differenti tipi di lay-up, in primis per permettere agli atleti del team di avere un mezzo capace di una risposta commisurata alla taglia. Variando quindi la percentuale delle differenti fibre, in modo particole quelle HM (ad alto modulo) si ottengono una configurazione di lay-up Standard (utilizzata su tutte le bici complete) e due configurazioni di lay-up Team (riservate al framekit): Team Stiff (nelle taglie L, XL) e Team Light (nelle taglie XS, S, M) con variazioni di rigidità concentrate nella zona del movimento centrale e del nodo dello sterzo:

SL3 Standard vs SL3 Team Stiff
6% più rigida a livello dello sterzo
5% più rigida a livello del movimento centrale

SL3 Team Light vs SL3 Team Stiff
5% più morbido a livello dello sterzo
3% più morbido a livello del movimento centrale

Pesi telaio (taglia M)
725 g per la SL3 Team Light
745 g per la SL3 Team Stiff
845 g per la SL3 Standard

Tecnologie consolidate

Sotto l’aspetto delle tecnologie impiegate, il telaio della nuova Xelius SL3 è all’insegna della continuità. L’idea Powerbox, considerata fondamentale per ottenere il migliore trasferimento di potenza è stata ulteriormente sviluppata: nuovo design del down tube, più grande e squadrato, head tube con serie sterzo da 1,5”, movimento centrale più massiccio e foderi orizzontali più larghi e con sezione a diamante.

Per ottimizzare il comfort in sella, invece, Lapierre continua ad affidarsi al disegno 3D Tubular, con i foderi verticali fissati sotto il tubo orizzontale e non nella parte posteriore del tubo verticale. In questo modo si disperdono le vibrazioni trasmesse dal terreno nella zona compresa tra i due punti di appoggio (sella e manubrio), si svincola il tubo sella (da 27,2 mm) che acquista flessibilità su tutta la sua lunghezza e si alleggerisce la bici con meno fibra di carbonio in una zona a basso stress meccanico.

Design aero

Anche su una bici più orientata all’endurance e alla salita l’aspetto aerodinamico ha la sua importanza. In queste condizioni di utilizzo ci si trova infatti a percorrere lunghi tratti in discesa, a velocità elevate, motivo per cui i corridori del team hanno chiesto maggiori performance aero. Gli ingegneri hanno quindi fatto ricorso a profili NACA e Kammtail su tubo diagonale, tubo sella e foderi verticali. Hanno rivisto il disegno della forcella e del tubo sterzo, hanno creato un telaio più compatto con un tubo orizzontale più sloping, e hanno integrato completamente il passaggio dei cavi.

Risultato? La Xelius SL3 è in media l’8,5% più aerodinamica della Xelius SL2 in riferimento a tutti gli angoli del vento (imbardata di 0°, 10°, 20 °) e velocità medie di 40 km/h, 50 km/h o 60 km/h. La Xelius SL3 risparmia 7 Watt a 40 km/h, 12 Watt a 50 km/h, 22 Watt a 60 km/h.

Geometria nel segno di Aircode

Poiché dai corridori della Groupama-FDJ sono arrivate sensazioni molto positive sulla guidabilità dalla Aircode DRS, la nuova geometria della Xelius SL3 è stata modellata su quella della serella aero, anche per permettere agli atleti di ritrovare la stessa posizione in sella quando, per adattarsi alle diverse tappe di un giro, passano dall’una all’altra bici.

Il nuovo telaio Xelius SL3, in grigio, sovrapposto al vecchio SL2, in rosso.

Gli obiettivi dei progettisti erano ottenere una posizione più raccolta e proiettata in avanti, abbassare il baricentro, disegnare un telaio più compatto per avere maggiore reattività e più precisione di guida. Ecco dunque il perché di un tubo orizzontale più corto, un reach allungato (da 8 mm a 13 mm) e un tubo orizzontale più sloping di ben 30 mm. I foderi bassi sono da 405 mm e l’interasse misura da 969 mm a 1.014 mm.
A proposito di baricentro, per avvicinarlo a terra sono stati abbassati gli attacchi dei porta borraccia e l’alloggio della batteria dei gruppi elettronici.
Per quanto riguarda gli angoli, il tubo sella è più verticale (74° sulle taglie XS, S e M, 73,5° su L e XL) e l’angolo sterzo varia da 72° (XS, S) a 73° (M, L) e 74°(XL).

On the road

Per provare la  nuova Xelius SL3 siamo andati in Francia e abbiamo pedalato nell’entroterra di Vance. Un percorso di una sessantina di chilometri e 1.000 m di dislivello, distribuiti su una lunga e costante salita, qualche mangia e bevi e uno strappo molto ripido di poche centinaia di metri.

Il fondo stradale è umido e fa freddo, per cui percorriamo ad andatura blanda i primi chilometri di pianura e curve ampie. Io guido una SL3 in allestimento 8.0, montata con il nuovo Shimano Ultegra Di2 12V, le nuove ruote Lapierre in fibra di carbonio, con profilo da 38 mm, canale da 21 mm e gomme Continental GP5000S da 25 mm (il telaio può oepitare pneumatici fino a 32 mm). La prima impressione, dopo solo poche centinaia di metri, è di feeling immediato. La posizione in sella (l’attacco manubrio è Lapierre da -5,7°, specifico per la SL3), il bilanciamento e la risposta ne fanno una bici intuitiva e comoda.

Si sale

Quando la strada comincia a salire siamo caldi e l’andatura rimane la stessa della pianura… In questa situazione si apprezzano sia la leggerezza, sia la riposta del telaio. Rigida il giusto per essere reattiva ma non troppo da perdere in risposta, la nuova Xelius SL3 restituisce in spinta ciò che riceve in pedalata e sale costante e pronta ai cambi di ritmo (anche le nuove ruote scorrono bene e aiutano). Nei pochi tornanti che portano allo scollinamento scalo, mi alzo sui pedali e la sento sempre sotto, ubbidiente e pronta ad assecondarmi.

Si scende

Dopo una decina di chilometri raggiungiamo il culmine, dove i più veloci già scalpitano per scendere. Allacciamo l’antivento e puntiamo il manubrio verso il basso. La strada è più asciutta ma non completamente, per cui teniamo un po’ di margine per non rovinare la giornata. Mi sento sicuro e con quella piacevole sensazione di “tutto sotto controllo”. Ancora una volta, posizione in sella e bilanciamento aiutano a sentire bene l’avantreno e a mantenere senza difficoltà le traiettorie impostate. Anche forcella e ruote hanno la loro parte nella precisione della Xelius SL3.

Alla fine della discesa le facce sono tutte sorridenti, in parte per le smorfie di freddo, ma soprattutto per il gusto e il divertimento. Da qui in poi, tutto un veloce mangia e bevi affrontato ad andatura sostenuta con continui rilanci. Il gusto continua. Efficace pure quando si spinge sui pedali, confortevole anche sull’asfalto non sempre perfetto e reattiva quando non vuoi perdere la ruota di chi ti precede, la nuova Xelius è davvero eclettica e performante un po’ dappertutto.

In conclusione

Le promesse di Lapierre
La cartella stampa recita così: “La Xelius SL3 è una bici per i ciclisti esigenti, che cercano prestazioni e versatilità su tutti i terreni: in pianura, in salita, in discesa. Grintosa, aggressiva, leggera, performante: eccellente su tutte le strade e su tutti i percorsi, unisce le qualità essenziali di una bici ultra versatile“.

La risposta di 4bicycle
Lapierre ha mantenuto le promesse. Anzi, il riscontro ha ecceduto le aspettative. Ci sono altri due aspetti della Xelius SL3 che ci teniamo a sottolineare: l’estrema facilità e confidenza che trasmette sin dalle prime pedalate e l’elevato rapporto qualità/prezzo (merito non solo del denominatore, sia chiaro), che la rende un’alternativa ai blasoni più nobili, che non può essere assolutamente ignorata.

Prezzi e montaggi

Xelius SL3 5.0: 2.799 euro (Shimano 105, ruote Lapierre alloy)
Xelius SL3 6.0: 3.299 euro (Shimano Ultegra, ruote DT Swiss E1800 Spline)
Xelius SL3 7.0: 4.399 euro (Shimano Ultegra Di2 12V, ruote DT Swiss E1800 Spline)
Xelius SL3 8.0: 5.399 euro (Shimano Ultegra Di2 12V, ruote Lapierre carbon)
Xelius SL3 9.0: 7.399 euro (Shimano DuraAce Di2 12V, ruote Lapierre carbon)

Le colorazioni sono purtroppo limitate a una per ogni allestimento, con l’eccezione della 7.0 (doppia opzione) e del frame kit, che offre la possibilità di scegliere fra una bella verniciatura cangiante e la grafica replica Groupama-FDJ.

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.