Pubblicità

Test Trek: ecco la nuova Checkpoint SL6 eTap

di - 08/11/2021

Pur ereditando il medesimo tessuto composito per la sua costruzione, il telaio e la forcella di questa gravel sono molto cambiati. C’é tanta aerodinamica e il fil rouge con le sorelle stradali émonda e Madone è ben presente nel design complessivo. E’ stato mantenuto l’IsoSpeed posteriore ed è stato implementato il supporto (e l’integrazione) per le borse da viaggio. Il test Trek Checkpoint SL6 eTap, eccolo qui.

foto di Sara Carena

Test Trek Checkpoint SL6 eTap, che bella configurazione

Checkpoint, il punto di controllo, ovvero una sorta di traguardo intermedio quando le “vere” pedalate endurance di centinaia e centinaia di chilometri, prevedevano la zona di passaggio, un riferimento e il relativo timbro sul foglio di via. Trek Checkpoint è un riferimento nella categoria gravel e in quel segmento di biciclette che molti identificano come la compagna ideale per i viaggi, per il bikepacking e come strumento per sfogare la passione. Una bicicletta per tutti i terreni, si, ma anche per tutte le situazioni!

Trek Checkpoint, rinnovata la piattaforma gravel

La nuova non dimentica il passato, ma l’accostamento road è forte

Questa che vedete nelle immagini (e nel video allegato) è la versione rinnovata, nella configurazione SL, ovvero con il carbonio OCLV500. All’interno della categoria Checkpoint di Trek, la SL è la più viaggiatrice delle tre, perché la SLR è racing oriented, perché la ALR in alluminio ha il compito di far collimare la qualità ad un prezzo più accessibile. Ci troviamo di fronte una bicicletta che adotta un fil rouge aerodinamico che si accosta alle piattaforme émonda e Madone, senza dimenticare la Domane. Per essere ancor più precisi, vogliamo anche riprendere il test Trek Checkpoint della versione precedente SL5.

Trek: il test della gravel bike Checkpoint SL5

Come è fatta, i dettagli principali

Il frame è un monoscocca in carbonio, che rispetto al passato ha subito una cura dimagrante pur adottando lo stesso carbonio. Il dimagrimento però non ha riguardato il volume dei profilati, che invece sono più grandi, ma anche maggiormente sagomati. Ad esempio il tubo obliquo, grande e grosso, che ha il vano nei pressi del portaborraccia e che si innesta nella scatola del movimento centrale bb86,5 T47 (proprio come le ultime produzioni road).

  • Si passa ai foderi bassi, quello drive è curvato verso il basso e ben protetto da un inserto in gomma. Quelli alti sono dritti e hanno il ponticello di unione, utile per montare il parafango.
  • Tra il piantone e l’orizzontale c’é l’IsoSpeed, mentre gli stay obliqui sono separati dal seat-tube, quasi slegati dalla struttura principale. In questo punto c’é una sorta di elasticità che si percepisce anche alla minima pressione, senza per forza essere in sella, ma i tubi e la bici non sono “molli”, non c’é una compressione al pari di un’ammortizzatore.
  • Tornando nella zona dell’avantreno è lo sterzo quello che fa assomigliare la Checkpoint alle road di Trek. E’ come un fendente, compatto e tozzo, bello da vedere che dà un senso di potenza. C’é un’asola che fa passare e nasconde le guaine egli eventuali fili della trasmissione (qui c’é il Rival eTap ed i cavi non esistono).

  • La forcella ha gli steli dritti, più grandi se paragonati alla precedente. C’é tanto margine per il carico, per inserire i borsoni nel triangolo principale, ai lati e dietro, ma anche sopra, segno inequivocabile di un’ampia personalizzazione del mezzo.
  • Il reggisella telescopico? Certo, si può montare.
Le misure del telaio in test, taglia 54
  • orizzontale: 57 CM
  • piantone: 54 CM
  • angolo piantone: 71,8°
  • reach: 40,3 CM
  • stack: 57,1 CM
foto Sara Carena
Scheda tecnica, Trek Checkpoint SL6 eTap

Telaio: monoscocca in carbonio OCLV500, con IsoSpeed.

forcella: full carbon Trek Checkpoint.

gruppo: Sram Rival XPLR eTap AXS.

guarnitura: Sram Rival mono 40t.

catena: Sram Rival.

freni: Sram Rival 160×160 mm.

perni passanti: Trek con dimensioni standard.

ruote: Bontrager Paradigm 25 tubeless ready e cerchio in alluminio.

pneumatici: Bontrager GR1 700x40c tubeless ready.

attacco manubrio: Bontrager Pro in alluminio.

curva manubrio: Bontrager Elite Gravel in alluminio.

reggisella: Bontrager 27,2 mm in carbonui con testa in alluminio.

sella: Bontrager P3 Verse Comp.

peso rilevato: 9,2 kg (senza pedali).

prezzo: 4099 euro.

Il nostro test e le impressioni di guida

Come nostra abitudine, abbiamo prodotto il test Trek Checkpoint in differenti contesti, con diverse interpretazioni e utilizzando un paio di allestimenti (non solo quello originale delle foto). Diciamo pure che ci siamo goduti la bicicletta! Inoltre, abbiamo cercato di capire il suo limite all’interno di un ambiente ciclocross. Perché abbiamo dato anche questa lettura: perché una bicicletta del genere può essere utilizzata dallo stradista che si compra una bici per l’inverno e la utilizza in modo propedeutico, cimentandosi tra road e off-road. Perché può diventare la bicicletta del biker che in inverno “molla un pò la mtb”.

foto Sara Carena

Cosa si. E cosa si può fare

Ci piace il suo impatto estetico, un misto tra muscolosità, soluzioni moderne e anche una certa eleganza del progetto nella sua totalità. Sotto il profilo tecnico-prestazionale è una bicicletta completa. La possibilità di montare la doppia corona anteriore è un dettaglio che vale la pena sottolineare, in virtù dell’ampio range di utenza che questa bici può accontentare.

Non c’è nulla da migliorare. Al limite possiamo evidenziare una geometria “lunga” che deve essere letta in modo corretto nei suoi valori, per poter sfruttare al meglio le potenzialità del mezzo. La stessa geometria nasce per sfruttare gli “stem corti”, concetto ancora di difficile interpretazione per gli stradisti “duri e puri”.

Comfort, geometrie e ciclistica: tutto connesso

Il comfort è il fattore che emerge in maniera principale. La bici permette una guida alta che a sua volta si riflette in modo positivo sul piacere e sulla comodità, anche dopo molte ore consecutive di attività. La facilità di andare in presa bassa al manubrio, offre dei notevoli vantaggi quando si opta per una guida maggiormente aggressiva in discesa e nel tecnico. Spostare il peso del proprio corpo è facile, tanto la bici è sensibile, tanto non ci sono variazioni nella sua stabilità.

L’IsoSpeed è qualcosa che si impara a sfruttare fin dalle prime battute e una volta sullo sterrato se ne apprezzano le qualità. Un pò come accade oggi con le mtb full da cross country. C’é trazione, c’é il comfort e ci sono ben poche cose che non si possono fare. Manca una forza ammortizzata? Questa è pur sempre una bici gravel e in questo senso il “manico”, il “pelo sullo stomaco” e una corretta gestione degli pneumatici fanno la differenza.

In conclusione: dove e per chi

Un bel progetto gravel che può vestire i panni della bici road endurance, ma più completa in fatto di trasversalità. In altre occasioni diventa una bici da cx molto gratificante. E’ comunque giusto sottolineare che l’agonismo, a nostro parere, non è il suo contesto ideale. Si rivolge ad un pubblico che ama abbinare i tratti in asfalto alle strade bianche, ai sentieri con dei singletrack dove guidare la bici dà soddisfazione. Pesa poco e può essere alleggerita, perché questo vestito (allestimento) bada alla sostanza e non alla riduzione del valore alla bilancia. Questa Checkpoint SL è molto più che una bici per fare delle traversate e dei viaggi. 

a cura della redazione tecnica, immagini di Sara Carena

nelle foto trovate anche: abbigliamento GSG Fiandre e salopette Cargo, casco e occhiali POC e scarpe Q36.5.

trekbikes.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.