Nel 2017, noi surfisti siamo ormai diventati tutti consapevoli di quanto il nostro stile di vita sia poco “ecofriendly”, per via delle nostre attrezzature che sono fatte, perlopiù, di prodotti a base petrolochimica.
Continuiamo a portare avanti questa situazione paradossale. Viviamo e respiriamo la natura, ma facciamo poco, o nulla, per la sua salute.
Da un lato, spesso e volentieri, pensiamo solo a noi stessi.
Dall’altro, l’industria del surf, non ci permette di acquistare attrezzature ecofriendly a prezzi “normali”.
È vero che la ricerca per lo sviluppo di queste attrezzature costa, ed è giusto sostenerla pagando il loro prezzo. La domanda però è: qual’é il confine tra “prezzo giusto” e speculazione?
Perché a volte, l’impressione che si ha, è che questi prodotti vengono strumentalizzati per poter lanciare nuove mode sul mercato e non per il fine per cui sono designati, rendere la pratica del surf una sintonia totale con la natura, anche nei mezzi usati per viverla.
Uno short-doc dal titolo “Unsustainable”, spiega, attraverso alcuni shaper europei, come il legno potrebbe essere l’unica vera soluzione alla “Surfers contradiction”.
UNSUSTAINABLE from JC Quast on Vimeo.