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Una è andata, aspettiamo la prossima

di - 10/06/2020

Immerso (anche se forse dire “perso” è la parola esatta) nella line up cantabrica, do uno sguardo alla bici che mi ha portato sulla spiaggia.
Un lungo viaggio in bici, senza la mia tavola, per il Nord della Spagna, disperandomi per averla dovuta lasciare a casa ma estasiato dalla prossima onda, sebbene da condividere con una sconosciuta.

Partendo da San Sebastian, lungo il Cammino di Santiago del Nord, passo per Zarautz, Bilbao, Zumaia.
Eccola, remo, remo, spingo… e take off! E di take off si sarebbe occupata la mia vita negli anni a venire.

Laureato in Ingegneria Aerospaziale ad indirizzo Aerodinamico, ho capito che la pasta di cui sono fatti i miei sogni non è la polvere di stelle, come piace a tanti scrivere sui baci perugina, ma è salsedine e sabbia, vento, onde, sole.
Non che sia un surfista eccelso, non lo sono affatto, mi diletto anzi di più con tavola e vela.
Ma non è per essere bravo che si fa surf, che si esce in mare.

Paolo D’Alesio

 

Anzi il mare ti rimette sempre al tuo posto: appena credi di saperla lunga, di aver capito, di poterlo governare, il mare ti ributta a terra. È un continuo equilibrio tra forza e lasciarsi andare, tra il saper riprendere le redini del gioco e poi lasciarsi trasportare, fino a farsi cullare.
Ogni partenza in cui lascio le mie fedeli compagne di (s)ventura a casa lascia sempre quell’amaro in bocca: perché come diceva Christopher McCandless, la felicità è vera solo se condivisa, e io voglio condividerla con la mia, di tavola.

Da lì l’idea, mi iscrivo a un Master MBA dell’Università di Pisa e decido di far fruttare ingegneria: mi ha fatto perdere la folta chioma, adesso a qualcosa dovrà pur servire!
Inizio quindi a progettare una tavola da surf con una struttura interna come quella dell’ala di un aereo. E decido di realizzarla smontabile, sfruttando centine e longheroni e qualche altro piccolo trucchetto che prometto di svelare quando l’avventura potrà partire per davvero.

Una giornata da calendario in Abruzzo, regione di origine di Paolo D’Alesio

Oltre a numeri di flussi, carichi, resistenza, scivolamento e galleggiamento, devo analizzare anche numeri che mi permettono di convincere investitori per poter partire con questa idea: avere una tavola smontabile, facilmente trasportabile, con stessi peso e prestazioni di una tavola moderna.
Non sono il solo pazzoide ad averci pensato, ma forse, con l’aiuto dei miei colleghi, sfruttando le conoscenze idrodinamiche e software aerospaziali (che fa tanto figo dirlo, ma funzionano davvero!) e grazie anche al Master, qualcosa in più possiamo riuscire a fare, concretamente.

L’obiettivo è quello di non snaturare il surf, di non renderlo un elemento da catena di montaggio, di continuare ad utilizzare la sapienza degli shaper locali per dare ad ogni tavola qualcosa di unico.
E di rendere tutto questo sostenibile ed ecologico.

L’obiettivo è quello di renderci la vita più facile, di sfruttare la tecnologia moderna di progettazione aerospaziale per poter viaggiare con la propria tavola ovunque e in qualsiasi modo noi vogliamo, che sia in treno, aereo, bicicletta, moto.
E di sfruttare l’economia per rendere i sogni realtà, non per forzare la realtà come i numeri vogliono che diventi.
Vi chiedo dunque di partecipare al sondaggio anonimo che trovate qui sotto, che mi ci permetterà di fare una analisi di mercato completa e convincente.

E di realizzare un sogno…

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScvD6WxkwLNN6PaxZuAZfF9ruFBYWKGjrw7er-c2rCu4A1euw/viewform?usp=sf_link

Articolo e progetto di Paolo D’Alesio

Tipica lineup cantabrica