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Una valanga sullo Shisha Pangma

di - 26/09/2014

Non mi aveva nemmeno sfiorato l’idea che avrei scritto di questa spedizione in questi termini. Speravo in una vittoria, ipotizzavo un ritiro, ma non questo. Un tragico epilogo.

DYNAFIT_Team_Andrea_Zambaldi

Davo per scontato che avrei rivisto Andrea e che mi avrebbe, ci avrebbe, raccontato la sua storia.
Ce lo eravamo promessi.
Forse era quel sorriso, la semplicità, lo spirito positivo con cui stava affrontando quest’avventura. Forse questo sembrava escludere a priori il rischio, un rischio oggettivo, di cui tutti ci rendiamo conto.

DYNAFIT_Team_Sebastian-Haag

Ma la realtà oggi è un pugno nello stomaco che lascia senza parole.
Andrea Zambaldi non tornerà.
E’ rimasto sullo Shisha Pangma con Sebastian Haag, lì dove aveva sognato di andare.

Non conoscevo tantissimo Andrea, nell’ultimo anno ad un press meeting al Monte Bondone mi parlò per la prima volta di questa avventura, poi ne riparlammo ad una fiera in Germania. C’era anche Benedikt Boehm (uno dei compagni di spedizione). L’ultima volta lo incontrai alla Red Bull K3 ai primi di agosto, si allenava per l’Himalaya.

Dopo la gara gli ho fatto qualche domanda da pubblicare su questo sito, ci siamo dati appuntamento a fine ottobre per un’intervista da pubblicare su 4Skiers.

Da allora non restava che l’emozione di seguire sul web lo svolgersi dell’avventura.

La spedizione, a quanto riferiscono le cronache, procedeva verso la vetta dopo una partenza da campi differenti e il successivo ricongiungimento.
Andrea, Sebastian Haag, Benedikt Boehm, Martin Maier e Ueli Steck (questi ultimi esterni alla spedizione). Una valanga li avrebbe colti ad appena 100 m dalla cima. Solo Martin è riuscito ad uscirne, Andrea e Sebastian sarebbero stati trascinati per 600 m e le ricerche durate 4 ore da parte di Benedikt e Ueli sono risultate vane.

Questo a grandi linee è quello che è successo, questo a grandi linee è un resoconto che potrebbe far pensare ad alcuni come ”all’ennesima pazza corsa ad un record finita male”.
Ma la sterile cronaca dei fatti tralascia tutto ciò che sta dietro ad imprese del genere. Alle emozioni, i desideri, le motivazioni che spingono alcuni a compierle e che in una parola vorrei definire SOGNI.

Non credo si possano giudicare alcuni sogni come troppo arditi, non credo sia giusto mettere all’indice gli altrui desideri o ambizioni.

Tutti abbiamo dei sogni, piccoli o grandi.

Alcuni sono disposti a rischiare per realizzarli e il rischio talvolta si concretizza, implacabile.

Se la paura avesse frenato le ambizioni e i sogni di alcuni uomini, quanta bellezza ci saremmo persi noi stessi.

Quante emozioni abbiamo provato leggendo un racconto di avventura o guardando le immagini scattate nella natura selvaggia. Quanti rischi sono stati corsi per superare il limite, il limite della conoscenza, per sé e per gli altri?

Io come tutti aspettavo che Andrea tornasse con Sebastian e con gli altri ragazzi per ascoltare la sua storia. Sognavamo di rivivere attraverso i suoi occhi un’altra magica avventura.

Grazie per averci reso parte del tuo sogno Andrea, il nostro spirito è con te e Sebastian su quella vetta.

Un grande abbraccio ai suoi amici più cari, ai colleghi di Dynafit e alla famiglia.

Marco – 4actionmedia

Diplomato in Arti Grafiche, Laureato in Architettura con specializzazione in Design al Politecnico di Milano, un Master in Digital Marketing. Giornalista dal 2005 è direttore di 4Actionmedia dal 2015. Grande appassionato di sport e attività Outdoor, ha all'attivo alcune discese di sci ripido (50°) sul Monte Bianco e Monte Rosa, mezze maratone, alcune vie di alpinismo sulle alpi e surf in Indonesia.