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Van Der Poel, una Flite Boost a lui dedicata

di - 03/04/2021

Giovane e spavaldo, fortissimo e rappresentativo, Matthew Van Der Poel è una vera e propria icona del ciclismo attuale. Selle Italia, in occasione del Giro delle Fiandre 2021, lancia un’edizione speciale della Flite Boost KitCarbonio Superflow e con packaging dedicato, la sella utilizzata dal corridore del Team Alpecin-Fenix. La passione e la gratificazione è anche questa!

Van Der Poel, una Flite Boost a lui dedicata
Il packaging della Selle Italia Flite Boost Superflow Matthew Van Der Poel.

Van Der Poel e Selle Italia

Un rapporto che dura da oltre cinque stagioni, quello tra l’azienda italiana e il campione olandese e proprio MVDP ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo della piattaforma Flite Boost, lanciata nella primavera 2020. Anche per questo motivo, Selle Italia ha voluto dedicare una “special edition” ad uno dei corridori più rappresentativi del ciclismo moderno, versione arriva dopo la sella celebrativa della vittoria alla RvV2020.

Selle Italia Limited Edition: si celebra MVDP

Livrea, logo e specifiche tecniche

La livrea è stata appositamente studiata e combinata al logo quadrato che è una sorta di acronimo worldwide: MVDP (Matthew Van Der Poel). La base bianca si alterna al nero delle scritte, della scocca e di alcuni dettagli della sella, la medesima usata dall’atleta orange. La sezione posteriore, porta l’autografo di MVDP. Rispetto alla versione standard Superflow le caratteristiche tecniche rimangono invariate.

Van Der Poel, una Flite Boost a lui dedicata

Si tratta di un prodotto Made in Italy con telaio in carbonio 7×9 mm, scocca carbon e cover in Fibra-Tek. Fa parte del protocollo idmatch L3, con una lunghezza di 250 mm e 145 millimetri di larghezza. La versione Superflow è caratterizzata dall’ampio canale centrale. Si tratta di una sella corta che sfrutta una posizione avanzata (+10 mm) del telaio, fattore che gli permette di avere un’ampio margine di sfruttabilità nelle fasi di arretramento e/o avanzamento. Non cambia il punto BRP idmatch, posizionato dove la sella ha una larghezza di 7 cm. Nelle due immagini sottostanti, il punto BRP è rappresentato dal nastro nero che noi abbiamo aggiunto per posizionare la sella. In sintesi:

Scheda tecnica

Misure: W 145 x L 250 mm

Taglia idmatch: L3

Peso: 162g

Rail: Carbon Rail 9x7mm (+10mm)

Cover: Fibra-Tek

Prezzo consigliato al pubblico: 349,90€

selle italia flite boost superflow van der poel edition
E’ nostra abitudine, in fase di posizionamento della sella, contrassegnare il punto BRP superiore con un nastro. Nero in questo caso, in tono con la livrea della sella.

Le prime impressioni relative alla versione Superflow

La nostra passione va oltre il “semplice” aspetto lavorativo, perché il ciclismo e la tecnica della bicicletta fanno parte della nostra quotidianità. Ricevere un prodotto come la Flite Boost Van Der Poel Edition è prima di tutto un’emozione, un onore e anche un impegno. Questo stesso impegno non ci permette di essere dei collezionisti; e anche per questo motivo abbiamo (e lo stiamo facendo tutt’ora) testato la Selle Italia Flite Boost Superflow, creando una sorta di paragone con la versione tradizionale, quella senza scarico centrale. Per completezza d’informazione, riprendiamo anche la nostra prova, relativa alla versione standard (non Superflow).

Selle Italia Flite Boost la nostra prova

Con e senza “buco”, in comune le due versioni hanno il nome Flite Boost e poco altro. La presenza o meno del canale è un fattore estremamente importante, perché condiziona (non poco) il supporto del pavimento pelvico e la conseguente possibilità di sfruttare la zona mediana e frontale della sella. Non è solo una questione di comfort, perché anche in questo caso, la “comodità” è diversa tra una versione e l’altra.

Van Der Poel, una Flite Boost a lui dedicata

La Superflow è più fresca

Una considerazione scontata, però nell’economia di una performance è un aspetto che conta parecchio. L’ampio canale centrale della nostra Van de Poel Edition permette un’aerazione costante e aumentata. Entrambi i prodotti sono comodi, ben strutturati e  offrono un notevole sostegno. La loro rigidità viene in un certo senso smorzata dall’imbottitura interna (la Superflow ha un comportamento diverso, quando le vibrazioni arrivano sulla sella; più dissipante) e dall’ampia possibilità di sfruttare la sella dal fronte verso il retro. Quest’ultimo fattore non è così scontato nell’ambito delle selle corte con indirizzo racing.

E’ quella con il canale la prima ad essere diversa

Lo shape e la forma della Flite Boost fanno la differenza anche in questo caso. Nonostante la sua lunghezza “accorciata”, proprio il suo design gli permette di sfruttare la parte centrale e l’anteriore al pieno delle loro potenzialità. Rispetto alla Flite Boost “tradizionale” agevola maggiormente la ricerca della posizione bassa verso la sezione frontale della bicicletta. Feedback scontato? No, perché uno dei vantaggi che mostra la Flite Boost Superflow è quello di sostenere  e non comprimere verso l’alto, in particolar modo quando ci si piega in avanti.

Se dovessimo fare un parallelismo ed esprimere un concetto per identificare i due modelli, la nostra affermazione sarebbe:“la Superflow è una sella da corridore vero, la Flite Boost senza canale centrale è più versatile e trasversale”. Giusto sottolineare che si tratta di due selle racing a tutti gli effetti.

Però, che emozione pedalare su una sella firmata da Matthew Van Der Poel! La gratificazione per un ciclista appassionato passa anche da qui.

a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

selleitalia.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.