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Veloflex Corsa Evo vs Corsa Evo TLR il test

di - 06/07/2020

veloflex corsa evo

Qualche settimana fa avevamo presentato la rinnovata gamma degli pneumatici Veloflex, qui il link che si riferisce alla pubblicazione. Ora vi proponiamo il test. Abbiamo messo a confronto due pneumatici della famiglia Corsa Evo, il tubolare aperto e il tubeless.

Veloflex e il Made in Italy

L’azienda lombarda è da sempre un punto di riferimento per gli pneumatici road di alta gamma e per i ciclisti che cercano prestazioni ed affidabilità. I tubolari Veloflex hanno fatto la storia della categoria, del Made i Italy in questa categoria e di un modo artigianale di costruire una gomma per la bici. Il tubolare aperto ha fatto apprezzare il segmento dei copertoncini, evolvendo le prestazioni e il comfort di questi prodotti. Ora c’é anche il tubeless, un rinnovato battistrada e nuovi disegni.

Marchio di fabbrica

Focalizziamoci sui modelli Corsa Evo che sono i soggetti della nostra prova: il tubolare aperto  e il TLR (tubeless), entrambi con sezione da 25. Il primo con i fianchi para, il secondo total black. Spariscono le righe, eliminato il disegno spigato laterale, sul battistrada compare una sorta di imprinting poroso con il marchio Veloflex. Ci piace.

Costruzioni diverse e una prima analisi alla vista

Per quanto concerne il tubolare aperto, questo ha la bandella del battistrada applicato e la classica struttura dove si notano i fili della carcassa. Morbido, poroso, mediamente pastoso al tatto, quasi malleabile al tatto anche nei punti del tallone: sa davvero di artigianale. Il tubeless è ovviamente differente, in particolare nella sezione interna, dove l’aggiunta dello strato isolante è obbligatoria per questa fascia di prodotti. Colorazione a parte, una volta montati non mostrano grosse differenze. Inoltre, anche il tubeless mantiene quel tocco di artigianale che si vede e percepisce principalmente dai bordi.

Pesi diversi: nella media della categoria il tubolare aperto, molto leggero il TLR, come ci mostrano le immagini.

Montaggio facile e dimensioni perfette

In entrambi i casi abbiamo agevolato la tallonatura degli pneumatici con un composto liquido che ci ha aiutato nel montaggio, anche se è di semplice approccio. Entrambe le coperture sono facili da ingaggiare. Il TLR, in considerazione del suo essere tubeless è molto semplice e tiene la pressione fin dal primo gonfiaggio. Liquido interno, si.

Per correttezza e completezza d’informazione: Corsa Evo tubolare aperto è stato montato su una ruota disco, con canale interno da 21 mm. Corsa Evo TLR su una ruota disco, con profilo simile alla precedente e full carbon, ma con canale interno da 19 mm. Soluzione voluta per verificare le larghezze degli pneumatici una volta montati. Che dire, la perfezione della costruzione si vede anche da questi particolari: il tubolare aperto arriva a misurare 26 mm, perfetto, anche in considerazione del canale più largo. La versione tubeless è perfettamente a 25 mm di sezione: Cosa davvero rara e che indica una qualità costruttiva superlativa, che va oltre le prestazioni.

veloflex
Il tubolare aperto e il suo battistrada

Veloflex Corsa Evo vs Corsa Evo TLR il nostro test

Una prova non facile e che abbiamo cercato di sviluppare, con la stessa bicicletta e due paia di ruote di marchi diversi ma appartenenti alla medesima categoria. Andiamo per ordine:

  • a nostro parere il TLR risulta maggiormente scorrevole, rispetto al tubolare aperto. Entrambe le soluzioni sono state gonfiate tra le 6 e 6,5 bar. Il tester ha un peso di 66kg. Il tubolare aperto, una volta su strada è più secco nelle risposte, ma la morbidezza del battistrada è nettamente superiore alla stragrande maggioranza dei competitors.
  • entrambi permettono di sfruttare a pieno il battistrada, dal centro fino a tutta la porzione laterale del battistrada. La resa, durante le giornate più calde di questo periodo è un aspetto che può fare la differenza. Lo pneumatico, a prescindere dalla configurazione, ha un grip costante, a nostro parere migliorato rispetto al passato (tubolare aperto). Lineare e fluido, zero sensazioni di cedimenti e gommosità eccessive in caso di asfalto rovente.
  • in termini di durata, il TLR sembra avere la meglio. Entrambi assumono la forma ottimale fin dal primo montaggio.
  • la tenuta del tubeless dipende anche dal sigillante interno, ma è capace di mantenere la pressione interna senza perdite: la tallonatura al cerchio è eccellente. Abbiamo affrontato anche un’uscita di oltre 6 ore, un percorso vario e vallonato. Pressione costante dall’inizio, fino al ritorno a casa.
  • Veloflex Corsa Evo TLR diventa gestibile, affidabile e sicuro anche a pressioni basse e in caso di asfalto umido, aspetto non secondario e per nulla scontato.
veloflex corsa evo tlr
Un prospettiva che fa vedere il TLR perfettamente adeguato al cerchio, con un profilo ottimale che segue la linea della ruota.

In conclusione

Se Veloflex Corsa Evo tubolare aperto apre le porte ad una generazione di coperture che molti invidiano al marchio lombardo, prodotti capaci di non far rimpiangere i tubolari anche ai più nostalgici, il TLR tubeless è “tanta roba”, permetteteci di scrivere così. Entrambi sono pneumatici da gara (sono longevi, ma non sono gomme da allenamento), che danno il meglio delle loro potenzialità su asfalti asciutti. Scorrevoli, silenziosi e gratificanti quando la guida si fa tecnica, gestibili in diversi range di pressioni (il tubeless di più). Inoltre, il rapporto tra la qualità dei due pneumatici e il loro prezzo: ottimale. 38 euro di listino per il Corsa Evo, 46 euro per il TLR.

Un buon pneumatico può ancora fare la differenza? si.

a cura della redazione tecnica, foto della redazione tecnica

sito ufficiale veloflex.it

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.