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Gravel ammortizzate? No, grazie

di - 13/04/2022

Con questa nuova Ultra sono diventate tre le versioni di bici Gravel di 3T, uno tra i primi marchi a buttarsi esclusivamente nel genere che oggi è diventato più popolare del classico segmento road race. Exploro Ultra è il nome della versione più aggiornata delle gravel bike di 3T, un modello che non rinnega affatto la filosofia, lo spirito e il credo con cui questo marchio italo/canadese approcciò, nel 2016, questo genere a metà strada tra la bici da corsa e la MTB.

Nicchia gravel

Exploro Ultra la potremmo definire come nicchia del gravel secondo 3T, una bici che si differenza dalle altre due versioni di questa piattaforma (la Exploro Pro e la Exploro RaceMax) perché il suo telaio in carbonio è ottimizzato aerodinamicamente per gli pneumatici di sezione generosa, fino a 61 millimetri montando ruote 650b.

Più nello specifico significa che il tubo diagonale e il tubo verticale sono sagomati per generare meno turbolenze possibili (e perché no, anche un look esteticamente gradevole) quando si montano coperture di sezione “importante”, che predispongono una bici del genere all’hard gravel, ad un gravel che quasi sconfina nel mountain biking.

Il Gravel secondo 3T

Ma quando mai il Gravel deve masticare argomenti come questi? Quando mai a questa disciplina ibrida occorrono velocità, aerodinamica, tubazioni che fendono l’aria e forme filanti?

Qui sta il punto, qui sta tutta la filosofia che connota il Gravel secondo 3T e che per molti versi la distingue da tanti altri competitor che procedono, investono e sviluppano bici in modo diverso, all’interno di quel macromondo che oggi è diventato il genere gravel. Secondo 3T – e questa nuova Exploro Ultra lo testimonia al meglio – la maggior parte dei rider di questo mondo ama divertirsi nella natura pur vivendo nelle “giungle urbane”.

Per divertirsi si va allora fuori città e nei boschi, ma in questo contesto per continuare a divertirsi bisogna farlo in fretta, in velocità. Questo significa che una bici gravel ad alte prestazioni deve rimanere tale non solo sulla ghiaia, ma anche su strade asfaltate. Altrimenti l’alternativa per il solo off-road esiste, e si chiama mountain bike (e non c’è nulla di sbagliato in questo).

Insomma, per rendere divertenti le uscite su ghiaia, questo genere di bici deve eccellere sull’asfalto. Questa l’indole originaria della prima Exploro, questo lo stesso pedigree della Exploro Ultra, con la peculiarità che qui l’aerodinamica è ottimizzata per coperture generose allestite su ruote 650b.

Le sospensioni? Per le MTB

Exploro è insomma una piattaforma con una visione comune, con un’idea e un obiettivo chiaro in testa. Su una bici del genere, quelle sospensioni che oggi equipaggiano modelli omologhi di altri marchi, qui non servono proprio: «Le sospensioni attive – spiega 3T – non hanno molto senso. Ricordi come vogliamo garantire il divertimento sulla ghiaia? Questo significa che abbiamo bisogno di velocità su strade asfaltate. L’aggiunta di peso e complessità attraverso la sospensione non aiuta. Certo, potrebbero esserci tratti fuoristrada un po’ più veloci con le sospensioni, ma vale la pena rallentare su strade asfaltate? Misurato nel tempo, probabilmente non nella maggior parte dei casi (e anche allora, qual è il punto? Essere a casa prima?) Ma ancora più importante, rinuncerai al divertimento lastricato in cambio di cosa? Le cose fuoristrada sono divertenti a prescindere, non c’è bisogno di aggiungere sospensioni per divertirsi».

Quel che può fare la gomma

In pratica, per 3T l’aggiunta di sospensioni rischia di trasformare una bici gravel in una cattiva mountain bike, un mezzo ibrido che non è né carne né pesce. Questo vale ancor di più se si pensa che di sospensioni su una hard gravel come quella di 3T si può comunque parlare: ci riferiamo a quelle vere e proprio sospensioni passive che sono le coperture.

Qualche esempio? Montare pneumatici da 61 mm di sezione aggiunge comfort e aderenza incredibili. O, ancora, passare da uno pneumatico da 40 mm o da 50 mm, a uno da 61 mm è un punto di svolta. Permetterà di guidare di più e affrontare percorsi anche tecnici. Tutto questo, ancora una volta, con tanti punti in più per il fattore divertimento. Che appunto è il connotato numero uno con cui è nato il gravel biking…

Ulteriori informazioni: 3T

 

 

Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Nel suo passato tante granfondo e da qualche tempo anche una passione matta per le biciclette d’epoca. Per anni “penna" delle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna”, si occupa di informazione legata al mondo “bici” da un mucchio di tempo, soprattutto di tecnica e nuovi prodotti.