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Cannondale SystemSix Rapha Team Edition, il test

di - 29/01/2021

La Cannondale SystemSix è il classico esempio di quanto il design può essere funzionale alla performance del mezzo. Questa bicicletta è un vero missile: è esigente e a tratti diventa violenta, è una bicicletta pensata e creata per la competizione. La SystemSix è massiccia e muscolosa, ha delle forme importanti che impattano alla vista, ma talvolta sembra sparire, anche in salita. Di seguito il nostro test.

Cannondale SystemSix Rapha Edition, il test
Il testa della Cannondale SystemSix Ultegra Di2 Rapha Team Edition

La piattaforma Cannondale  è sviluppata per essere veloce prima di tutto

Se è palese il fatto che la SystemSix è una bici che ha dei concetti da aerobike senza compromessi, è altrettanto vero che ha delle qualità dell qualità da “salitomane” che non ci aspetta da una bici del genere. Questo non è un dettaglio e trova conferme grazie ai corridori pro che hanno usato la bici all’interno di gare e percorsi esigenti in termini altimetrici: non in ultimo il Mondiale di Imola.

Vision Metron le ruote di Clarke e Caruso

Cannondale SystemSix Disc, dal 2018 ad oggi

Per avere una panorama ancora più chiaro è necessario riprendere l’approfondimento che avevamo pubblicato al momento del suo lancio ufficiale, avvenuto nell’estate del 2018. Due anni fa i dischi erano una conferma per il settore della bici, ma non per il cliente finale, che ritrovava il progetto Cannondale SystemSix completamente stravolto rispetto a quella bici che abbinava carbonio e alluminio, un progetto vittorioso a cavallo degli anni 2000.

Nuova Cannondale SystemSix, oltre la velocità

La Cannondale del test: SystemSix Hi-Mod Ultegra Di2 Rapha Edition tg.54

  • Telaio e forcella sono in carbonio BallisTec e il design è ultra low drag.
  • Il Seat-post è full carbon Cannondale Knøt.
  • Cockpit Cannondale Knøt e SystemBar (piega in carbonio e stem in alluminio).
  • La Trasmissione è Shimano Ultegra Di2 (pignoni 11/30).
  • Guarnitura Hollowgram 52/36 BB30 (con perno da 30mm di diametro) e in alluminio.
  • Le Ruote sono le Hollowgram Knøt tubeless ready, con profilo da 64 mm, il canale interno da 21 mm e in dotazione c’é il sensore Cannondale.
  • Pneumatici Vittoria Rubino Pro Speed 700x25c.
  • Perni Passanti SpeedRelease 100x12mm ant. e 142x12mm post.
  • Dischi del freno, 160mm ant. e 140mm post.
  • La Sella Prologo Dimension NDR (Tirox).
  • Peso rilevato (senza pedali), 7,9 kg
  • Prezzo 7999 euro.

Le nostre impressioni

Quando trattiamo e scriviamo di una bici aero è naturale aprire questo paragrafo con la frase “il suo terreno ideale sono i percorsi veloci”. Nel caso della Cannondale SystemSix non è così, questa frase da sola calza stretta. E’ naturale pensare che la velocità è il suo pane, ma questa bici non si limita ad essere un punto di riferimento quando la lancetta del contachilometri di alza. Funziona bene anche in salita, è agile e molto reattiva, è briosa ed è una bicicletta con un approccio racing senza mezzi termini. “E’ impegnativa, ma se hai gamba è davvero tanta roba”.

Particolarmente efficiente anche in salita

Le ascese medie e brevi, non eccessive in fatto di pendenze, sono un altro contesto nel quale mostra i muscoli. Però, equipaggiata con un pacchetto ruote dal profilo più basso, rispetto a queste Hollowgram da 64mm, la SystemSix non sfigura neppure all’interno di salite lunghe.

Soffermandoci per un attimo nel reparto ruote, queste sono impegnative da guidare, votate ad elargire una performances massimizzata, rigide e particolarmente sensibili alle accelerazioni. Le Hollowgram da 64mm sono gratificanti quando si raggiunge una buona condizione atletica, propensione allo sforzo e voglia di sopportare la fatica. Una configurazione tubeless potrebbe aiutare a smorzare qualche vibrazione in eccesso.

Nel test abbiamo utilizzato l’abbigliamento Shimano S-Phyre, il casco e gli occhiali Poc, le calzature DMT KR-1.
Si guida con un dito

Come molte delle bici moderne che integrano totalmente i cavi e le guaine, che si snodano tra lo stem, il manubrio e all’interno delle tubazioni (con passaggio anche nello stelo della forcella), anche la SystemSix ha una sorta di blocco che limita il raggio dello sterzo. Eppure qui non è un limite (o non si percepisce più di tanto), perché la bicicletta ha un’agilità e una capacità notevole di stare negli spazi stretti. Al minimo spostamento di peso cambia direzione e il passo relativamente corto (in considerazione della categoria e della taglia), amplificano un’agilità che è sempre utile e percepibile. L’avantreno è brioso e presuppone attenzione; le mani devono essere ben salde in discesa alle alte velocità.

Una vera bestia nelle ripartenze

Se è vero che non è necessario tirarsi il collo ogni volta che si esce in bici, è altrettanto palese che avere una bicicletta che invita a spingere ed aiuta a sgasare, è divertente e mette di buon umore. Uno dei fattori che colpisce maggiormente è la capacità della SystemSix di guadagnare velocità in tempi rapidissimi, con ripartenze da fermo, ma anche quando la velocità è già elevata. La bicicletta invita a spingere e al di la della sua costruzione e della componentistica, anche la geometria aiuta. Il corpo è caricato in modo deciso sulla sezione centrale del telaio e favorisce le uscite di sella. Qui entra in gioco un avantreno (tutto), rigido e capace di fornire sostegno. E’ granitico.

Cannondale SystemSix, in conclusione

La Cannondale SystemSix è una gran bicicletta e in merito al “profilo delle performances” è una top level, anche se è giusto scrivere che non è una bicicletta confortevole. Questo è un progetto sviluppato per essere efficiente, che deve correre ed essere portato al limite (quale è il limite della bici e quale è il limite dell’utilizzatore?) per funzionare al massimo delle sue potenzialità. Quando forte la bicicletta ti invita a spingere ancor di più. Molti dei suoi dettagli e particolari sono funzionali alla prestazione tecnica. La Cannondale SystemSix è dedicata a chi piace l’agonismo nelle sue varie forme ed è un mezzo che può aiutare quando si è preparati fisicamente.

a cura della redazione tecnica, immagini redazione tecnica e Matteo Malaspina

cannondale.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.