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Canyon Grail e Merida Silex, sfida mondiale

di - 01/07/2024

A pochi giorni dalla loro presentazione ufficiale, la scorsa stagione, queste due bici hanno vinto il Mondiale Gravel… La Grail fra le ragazze, con Katarzyna Niewiadoma e la Silex fra gli uomini, con Matej Mohoric.

foto Martina Folco Zambelli/HLMPHOTO 

Certo, il Ciclismo non è la Formula1 e il mezzo meccanico non è per fortuna così discriminante, ma la sua importanza non si discute e vincere un Mondiale significa comunque qualcosa. E questo è il motivo per il quale abbiamo voluto salire in sella a questi due cavalli vincenti.

Più diverse che simili

Canyon e Merida hanno entrambe due modelli gravel in catalogo, uno pensato per chi è più attento alle prestazioni e ama pedalare a testa bassa, l’altro per chi invece ha un animo più curioso e che, quando sale in sella, si sente un po’ esploratore. 

Canyon Grail e Merida Silex sono le rappresentati, rispettivamente, della prima e della seconda categoria. Hanno alcuni punti in comune ma tante peculiarità e sono dunque la dimostrazione tangibile che la strada per il successo non è una sola.

Canyon Grail CF SLX 8 AXS

È la discendente della prima bici gravel di canyon, quella Grail (leggi la nostra prova) che divise il pubblico con la soluzione (poi abbandonata) del manubrio a due piani. Della progenitrice mantiene l’impostazione più stradale che offroad, anche se in questa declinazione guadagna tanto in termini di versatilità. Lo testimoniano per esempio i molti attacchi sul telaio e sulla forcella, la top tube bag e la frame bag dedicata, che si fissa con attacco magnetico FidLock alla parte anteriore del triangolo, il manubrio integrato che permette di fissare le appendici aero o i supporti per smartphone e computer, e persino la coppia di parafanghi specifici.

Resta comunque una bici dall’indole race, che si trova a perfetto agio sui percorsi dove spingere e fare media, sebbene non patisca quando le si chiede di avventurarsi dove lo scorrevole diventa tecnico, perché il telaio è tanto reattivo quanto capace di assorbire. La posizione in sella è aggressiva ma non affaticante, anche dopo diverse ore di guida (ma se sei un’arma da Unbound non potrebbe essere altrimenti) e ci è piaciuta anche l’impostazione del manubrio.

La Grail mantiene bene la velocità, risponde alle accelerazioni ed è molto stabile. Anche la reattività è eccellente e il comfort, nonostante le gomme non molto fat (40 mm di serie e 42 mm come possibilità massima) è di buon livello. Come di consueto, la qualità costruttiva e gli assemblaggio sono apprezzabili e le soluzioni escogitate dagli uomini Canyon sempre interessanti (il vano di stoccaggio non è certo una novità, però il tema è stato sviluppato bene, anche se, sullo sconnesso, il contenuto fa piuttosto rumore). Questo permette di alzare il livello del rapporto qualità/prezzo, anche se la cifra da sborsare è di quelle importanti.

SCHEDA TECNICA
Telaio: Grail CF SLX, fibra di carbonio, sistema di stoccaggio integrato del tubo obliquo LOAD (incluso Canyon FIX Minitool 6+1) e compatibilità con framebag senza cinghie
Forcella: Canyon FK0117 CF Disc, compatibile con il sistema LOAD Fork Sleeve Quickloader
Gruppo: SRAM Force XPLR AXS, 12V, guarnitura 40, cassetta 10-44
Cockpit: Canyon Cockpit CP0039, integrato, monoscocca in fibra di carbonio con interfaccia Gear Groove per il montaggio di accessori. Flare di 16° nella parte bassa e di 5° in posizione alta.
Ruote: Zipp 303 Firecrest, fibra di carbonio, hookless, canale da 25 mm, tubeless
Gomme: Pirelli Cinturato Gravel RC, 700 x 40 mm (max. 42 mm)
Peso (rilevato): 8,520 kg
Prezzo: 5.299 euro

GEOMETRIA (taglia L)
Stack: 692 mm
Reach: 472 mm
Foderi: 425 mm
Avancorsa: 588 mm
Interasse: 1.080 mm
BB drop: 75 mm
Angolo sterzo: 71,5°
Angolo sella: 73,5°
Taglie: XXS, XS, S, M, L, XL, XXL

Merida Silex 7000

Anche per Merida, la Silex iridata è l’evoluzione di un progetto esistente. Un’evoluzione piuttosto profonda, che ha visto modifiche significative anche a livello di geometria, oltre che l’arrivo della fibra di carbonio per il telaio.
Le quote della Silex, di ispirazione MTB (sterzo aperto, attacco corto, avantreno alto, tubo sella in piedi e reach generoso) chiariscono subito la sua impostazione. Privilegiare controllo e stabilità, oltre a essere importante sul tecnico è anche una condizione utile quando si carica la bici e le si chiede di essere una buona compagna di viaggio. Dopo i primi test, Matej Mohoric ha dato una definizione molto efficace di questa bici: “Mi ricorda un coltellino svizzero: ci puoi fare un sacco di cose“. Volendo ci si possono montare anche una forcella ammortizzata e un cannotto sella telescopico, oltre ai parafanghi…
In effetti, la versatilità è sicuramente la sua dote più apprezzata. Versatilità che non significa compromesso, sia chiaro, ma efficacia in diverse situazioni. 

Anche la Silex trasmette un piacevole senso di qualità percepita e offre soluzioni attuali come il passaggio cavi nel cockpit semi integrato e un supporto FidLock sul tubo obliquo. Manca una soluzione di stoccaggio integrata nel telaio, ma ci sono molti punti di aggancio sia sul triangolo sia sulla forcella. La sensazione che trasmette è di robustezza e affidabilità e il peso, non certo piuma, è figlio di questa scelta. Il volume d’aria delle gomme da 45 mm lavora per il comfort e aiuta la guida sui fondi più tecnici, la posizione in sella è comoda, di controllo assoluto e possiamo scommettere che si tratta di una sensazione destinata ad accompagnare chi la guida anche per più giorni. Ciononostante, la Silex è efficace anche quando le si chiede di scorrere e mette sul piatto una discreta reattività e maneggevolezza. In fin dei conti non bisogna dimenticarsi che, sotto la sua poco appariscente verniciatura, risplendono i colori dell’iride…

SCHEDA TECNICA
Telaio: Silex CF2 II, fibra di carbonio
Forcella: Silex CF2 II, fibra di carbonio
Gruppo: Shimano GRX820, 12V, guarnitura 42, cassetta 10-51
Cockpit: manubrio Merida Expert GrII, lega, 440 mm; attacco Merida Team CC III, lega, 80 mm.
Ruote: Easton EA70 AX, lega, canale da 24 mm, tubeless
Gomme: Maxxis Rambler TR EXO, 700 x 45 mm (max. 45 mm post./ 47 mm ant.)
Peso (rilevato): 9,610 kg
Prezzo: 3.490 euro

GEOMETRIA (taglia L)
Stack: 626 mm
Reach: 426 mm
Foderi: 430 mm
Interasse: 1.104 mm
BB drop: 75 mm
Angolo sterzo: 69,5°
Angolo sella: 74,5°
Taglie: XS, S, M, L, XL

Un ringraziamento particolare a Santini, azienda produttrice ufficiale dell’abbigliamento da gara UCI, che per lo shooting ci ha fornito le divise replica dei campioni del mondo.

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.