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Ciclismo e consumo di carne, quali soluzioni

di - 01/06/2017

Carne nell’alimentazione e bicicletta, un argomento legato all’alimentazione dello sportivo che fa discutere da sempre, che in queste ultime stagioni è venuto ancor più alla ribalta. Grazie al dottor Mauro Caccialupi, cerchiamo di fare luce e di mettere un pò di ordine, in quelle scelte, che con un concetto di base corretto, potrebbero diventare inutili e in alcuni casi controproducenti.

Questo é un articolo che trovate completo sul numero 5 (Maggio) di 4granfondo Magazine.

L’eccesso di carne fa male?

Certo! Ma quale eccesso fa bene? Troppi carboidrati o troppi grassi fanno male e anche il consumo eccessivo di verdure non è salutare dato che uno smodato apporto di fibre irrita l’intestino. È vero invece che la carne, proprio per la sua composizione, “sfrutta” in maniera maggiore le componenti digestive dell’organismo per essere metabolizzata, e che le scorie che ne derivano sono tossiche e devono essere drenate: grandi quantità di questo alimento obbligano quindi i sistemi detossificanti dell’organismo a un super lavoro. Moderarne il consumo è una scelta corretta, preferendo quelle bianche e, quando è possibile, non provenienti da allevamenti intensivi.

Quali proteine utilizzare?

Le fonti principali dalle quali l’organismo ricava gli aminoacidi per le proprie necessità sono la carne, il pesce, le uova, i legumi, il latte e i suoi derivati, senza dimenticare i cereali. Una delle differenze tra questi alimenti è il contenuto di aminoacidi essenziali (essenziali poiché l’organismo non è in grado di sintetizzarli a partire da altri aminoacidi): se le proteine animali li contengono tutti, i legumi ricchi di proteine di ottima qualità sono carenti di metionina e cisteina, mentre i cereali lo sono di triptofano e lisina. Questo non vuol dire che le proteine animali siano “migliori” di quelle vegetali ma semplicemente che è necessario abbinare per esempio un piatto di riso integrale con le lenticchie per ricavare il completo apporto di aminoacidi della carne, ma con minor impegno digestivo. Vale la pena ricordare che tutto il processo digestivo impiega energia, la stessa che l’organismo ricava dagli alimenti, pertanto nel bilancio energetico un risparmio equivale a un guadagno e, nel caso di un individuo attivo che si allena tutti i giorni, i benefici saranno considerevoli. Il latte e i suoi derivati meritano un discorso a parte. Sempre più persone hanno sviluppato un’intolleranza, alcuni una vera e propria allergia, e anche chi sembra “tollerarlo” spesso non si rende conto di quanto questo alimento interferisca con le funzioni digestive. Il lattosio per esempio  esempio è uno zucchero che noi esseri umani tendiamo a degradare con difficoltà, e molti studi ormai lo indicano come causa di problemi intestinali e di assimilazione. Per cui chi consuma latte e formaggio dovrebbe stare molto attento a come digerisce e al tipo di frequenza intestinale che ha quotidianamente.

Quali errori si possono escludendo la carne?

Il più comune, per praticità, è quello di eccedere in verdure e carboidrati; sostituire la carne in maniera corretta può essere complicato se la scelta di escluderla non viene inserita in un più ampio cambiamento di abitudini alimentari. L’alto costo del pesce di qualità, i legumi che per non annoiare devono essere cucinati in maniere diverse, il poco  gusto che caratterizza l’albume d’uovo, la necessità, come abbiamo detto, di abbinare in maniera consapevole i piatti, induce le persone a squilibrare le proporzioni di pasta, pane e verdure. Un altro aspetto è relativo alla sensazione di sazietà che la carne induce: un pasto a base di carne “lascia” lo stomaco più lentamente rispetto a uno a base di un’altra proteina che di conseguenza provoca nel soggetto la sensazione di “fame” e induce a pensare di non aver mangiato a sufficienza. L’ultimo aspetto da considerare è il ricorso alle proteine vegetali che il mercato offre con tutta una serie di prodotti pronti, semicotti, elaborati e conservati. Spesso questi alimenti non raggiungono il valore nutritivo indispensabile e possono contenere spezie o abbinamenti che per alcune persone possono risultare pesanti da digerire o irritanti per l’intestino, alimenti che richiedono attenzione in fase di consumo.

Eliminare le proteine animali e i loro derivati influenza la prestazione a qualsiasi livello?

La risposta è no! Infatti nell’attività fisica la principale fonte di energia sono i carboidrati. Le proteine rivestono ruoli fondamentali in processi come l’accrescimento, il mantenimento e la riparazione delle cellule, comprese quelle muscolari, la produzione di enzimi, ormoni e DNA. Ma attenzione, allo stesso modo dei carboidrati e dei grassi, possono essere impiegate per produrre energia: questo accade per una semplice mancanza di cibo o per il consumo durante l’allenamento; si verifica anche nel corso di un’attività fisica di endurance o dopo l’esaurimento dei carboidrati apportati con la dieta o del glicogeno contenuto nei muscoli e nel fegato. Pertanto, qualsiasi tipo di proteine si consumi, per una prestazione ottimale è necessario gestire al meglio il rapporto dei carboidrati nella dieta.

Per molti, ma non per tutti:

Oggi molte persone godono di ottima salute e tanti atleti di alto livello riescono a vincere seguendo una dieta senza carne, in parecchi casi escludendo completamente le proteine animali. Sono però individui che hanno fatto una scelta di vita, non per seguire una moda! Hanno deciso di dedicare molto più tempo alla selezione dei cibi da mettere in dispensa, a come cucinarli, come abbinarli, ricercando la genuinità dell’alimento, oltre ad essere seguiti e soggetti, da equipe mediche e controlli sistematici dei valori fisici e fisiologici. In altre parole, è fondamentale essere disposti a cambiare molte delle abitudini e non solo alimentari: se non siete pronti non vi forzate! Modificate per quello che vi è possibile, mantenendo anche la carne nella vostra dieta, ma fatelo consapevolmente, creando le basi per quel cambiamento che “sentite” di voler fare.

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Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.