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eBike, come affrontare l’inverno

di - 01/12/2021

Ci sono due tipi di biker, quelli che quando arriva l’inverno ricoverano la bici in garage e quelli che, a sprezzo di nasi rossi e dita congelate, non smettono di pedalare. E continuano a divertirsi, perché con un po’ di fantasia e creatività, anche la stagione più fredda e la neve riservano spunti piacevoli.
Che apparteniate alla prima o alla seconda schiera, la stagione fredda richiede una serie di accortezze utili a mantenere le vostre bici ed eBike perfettamente funzionanti per riprendere alla grande quando il sole tornerà caldo, o per trovarle sempre pronte ad affrontare le uscite più sfidanti.

Prima di andare in letargo

Parola d’ordine: pulizia! Prima di riporre la vostra eBike (ma l’imperativo vale per qualsiasi bicicletta) è bene pulirla a fondo. Oltre al telaio, è importante concentrarsi su sospensioni e trasmissione utilizzando prodotti appositi (detergente sgrassante, pulitore freni, pulitore contatti elettrici, protettivo per sospensioni), che rimuovono grasso e sporco senza danneggiare la componentistica.
È consigliabile rimuovere la batteria e pulire bene porta di ricarica e attacchi, anche in questo caso usando gli spray appositi per i contatti elettrici, che hanno funzione protettiva.

Finito il lavaggio, bisogna lubrificare la meccanica: oliare la catena e i cuscinetti dei pedali, utilizzare spray siliconico per proteggere e mantenere morbidi i paraoli della forcella e dell’ammortizzatore e il reggisella telescopico. (Attenzione a non oliare parti come i dischi dei freni…)

La batteria non ama il freddo

Durante i periodi di inutilizzo, non è necessario smontare la batteria, purché la temperatura del ricovero sia tra i 10° e i 20°. In caso contrario, oppure in presenza di elevata umidità, meglio rimuoverla e riporla in un ambiente idoneo.
Se non fosse possibile staccarla, possiamo proteggerla avvolgendo il tubo obliquo con una coperta e, in caso di umidità, anche con del naylon; se voleste essere più puntigliosi, esistono in commercio cover apposite in neoprene.
Affinché non perda efficienza, meglio ricaricarla al 70% prima di spegnerla. Se la bici resta ferma, la batteria deve essere riportata a quel livello ogni sei mesi e ricaricata completamente prima dell’uso.

La giusta posizione e altri trucchi

La prima regola per chi “appende la bici al chiodo” è: non appendere mai la bici al chiodo! Scherzi a parte, mantenerla in posizione verticale non è infatti una buona idea poiché si può verificare la formazione di aria all’interno del sistema frenate idraulico e la fuoriuscita d’olio dai cortechi della forcella.

Non occorre lasciare le gomme alla massima pressione ma è importante che siano gonfie e non bucate: diversamente si schiacciano e se ne compromette irrimediabilmente la forma. Con le gomme tubeless, durante i periodi di stop è buona norma girare di tanto in tanto le ruote per tenere il lattice in movimento ed evitare che si secchi.
Quando la bici è ferma bisogna inserire il rapporto più lungo, in modo che le molle della trasmissione restino rilassate (in caso di cambio Shimano, la frizione va posizionata su “off”). Il reggisella telescopico deve essere completamente sollevato (posizione di riposo per la cartuccia) e le sospensioni sbloccate così da non tenerle sotto pressione.

Il risveglio primaverile

Con l’arrivo della bella stagione, la tendenza è tornare nei boschi al più presto. Per ripartire in sicurezza è però consigliato un check-up generale della bici presso un centro assistenza. Ecco, comunque, alcune accortezze prima di rimettersi in sella:
Ricaricare completamente la batteria.
– Fare (meglio farlo fare…) uno spurgo dei freni idraulici DOT: l’olio tende ad accumulare umidità e quindi aria all’interno del sistema.
– In caso di gomme tubeless, smontarle e controllare che il lattice non si sia seccato. Se fosse necessario inserire lattice fresco, meglio ripulire l’interno da quello vecchio.
– Fare in modo che l’olio della forcella, depositato sul fondo dei foderi per l’inutilizzo, possa muoversi verso le boccole. È sufficiente pompare un po’ di volte sulla forcella a bici ferma. Capovolgere la bici è un sistema frequentemente utilizzato, ma può causare la formazione di aria nel sistema frenante idraulico, quindi lo sconsigliamo.

Uscite invernali, cosa sapere

Le temperature fredde, pur non essendo pericolose, possono influire sulle prestazioni della eBike. Bastano però alcune accortezze per continuare a divertirsi senza preoccupazioni o sorprese.

– Le eBike utilizzano batterie agli ioni di litio, che alle basse temperature si scaricano più velocemente. Mettiamo quindi in conto di ricaricarle con frequenza maggiore.
– Anche se l’utilizzo nei periodi freddi non provoca danni, meglio non uscire a temperature inferiori a -10°/-15°, condizione in cui le prestazioni di tutti i componenti sono assai condizionate: rapido consumo della batteria, sospensioni più rigide perché l’olio diventa più viscoso, freni idraulici meno performanti
Ridurre la pressione delle gomme aiuterà a controllare meglio la bici, soprattutto su ghiaccio e neve, e ad avere più trazione.
– Prima di partire per la nostra uscita al freddo, meglio far fare un giro di riscaldamento alla bici pinzando frequentemente i freni e pompando sulle sospensioni per mettere in movimento i fluidi.

Dopo un’uscita al freddo

Pulire a fondo la bici, perché d’inverno le strade sono ancora più sporche: oltre a fango, neve e ghiaia, sull’asfalto si trova speso il sale sparso dai mezzi di servizio e le bici lo temono parecchio. Poi lubrificare e oliare come spiegato in precedenza.
– Dopo le uscite a temperature particolarmente rigide, è consigliato ritirare la eBike in un luogo riparato per permettere a tutta la componentistica di tornare in equilibrio termico.
– Abbiate un occhio di riguardo per la batteria: prima di ricaricarla, riportare gradualmente (senza utilizzare fonti di calore esterne) la temperatura intorno ai 20°. Questo assicurerà prestazioni ottimali per l’uscita successiva. La ricarica della batteria a temperature troppo basse riduce l’autonomia della power unit.

Buon inverno, in ogni caso!

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.