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Endura Drag2Zero, non solo aerodinamica

di - 15/03/2018

Apriamo questa pubblicazione con un breve video che sancisce la collaborazione tra Endura e Graeme Obree, perché è giusto dare merito ad uno degli atleti che ha dato il via ufficiale alla ricerca (quella vera) delle soluzioni in fatto di penetrazione dello spazio, delle prove contro il tempo, simbolo della sfida umana contro le lancette.

Endura Sport, il marchio scozzese, presenta ufficialmente la sua linea di prodotti sviluppati e disegnati per la velocità, Drag2Zero, una sorta di speed concept che ha l’obiettivo di alzare l’asticella in termini di performances dell’abbigliamento. Tessuti di nuova concezione, tecniche produttive futuristiche e un design votato tanto alla resa tecnica, quanto ad un comfort elevato e ad una aerazione del corpo massimizzata. Queste sono le caratteristiche principali di questa categoria di capi, firmati Endura.

Drag2Zero inoltre, celebra il venticinquesimo compleanno del marchio scozzese

Per un attimo cerchiamo di andare oltre alla parola “aerodinamica”, un vocabolo attuale, molto utilizzato e che identifica un aspetto moderno, ricco di tecnica e soluzioni tecnologiche d’avanguardia, votate alla ricerca delle performances estremizzate. Pensiamo all’aerodinamica come una soluzione, il risultato di un pacchetto di informazioni capaci di far collimare tutti gli aspetti citati in precedenza: non solo numeri e dati, grafici e colori, galleria del vento e test. Immaginiamo che l’aerodinamica diventi una cosa tangibile, che può essere indossata, con comodità e piacere, con il gusto di vedere sul corpo un capo tecnico, tanto futuristico, quanto confortevole e fresco.

Entriamo nello specifico: pensiamo al fatto che, quando si pedala , l’80% della resistenza totale, arriva dalla resistenza aerodinamica generata dal ciclista: ridurre questo impatto frontale permette di produrre la stessa velocità ma con un risparmio sostanziale di watt, a vantaggio di una performance migliore. Questo in un certo senso è Drag2Zero di Endura, un protocollo che prende forma con tre capi tecnici e un casco.

Endura Drag2Zero prende forma dalla collaborazione tra Endura e Simon Smart, un vero e proprio punto di riferimento in fatto di aerodinamica, per la F1 e per la galleria del vento della Mercedes- AMG Petronas situata in UK nel Northamptonshire (la stessa utilizzata da Specialized alcune stagioni a dietro). Le indicazioni di Smart nell’evoluzione dell’aerodinamica applicata ai capi d’abbigliamento, hanno permesso di cambiare e variare l’approccio di Endura nella lavorazione dei tessuti. L’industria tessile, in particolare quella legata allo sport e al ciclismo, ha concentrato molti sforzi sull’ottimizzazione delle cuciture, sulle giunzioni delle varie parti e sul design. Tutto corretto ma era necessario far evolvere anche la parte esterna degli indumenti, rendendo la superficie a contatto con lo spazio più efficacie, senza sacrificare il comfort e la traspirazione, fondamentali per il corridore e per la sua prestazione nel breve, medio e lungo termine.

Non solo: il segmento road non è unico, diviso in tre macro categorie principali, ognuna di esse con le sue peculiarità, caratteristiche ben precise e atleti che performano in modo diverso. Le prove contro il tempo e il triathlon, le competizioni con velocità e medie elevate, le gare più “classiche” ma dove la penetrazione dello spazio può essere d’aiuto, Endura ha creato tre kit diversi capaci di assecondare le richieste dei tre ciclotipi, nell’ordine D2Z Encapsulator Suit, D2Z Roadsuit e D2z bibshort and jersey. D2Z Aeroswitch invece è si un casco che esprime forti concetti in fatto di aerodinamica, accessorio che però gode di una notevole versatilità d’impiego. Nelle pagine che seguono, andiamo a snocciolare le caratteristiche principali della gamma Drag2Zero.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.