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Fabien Barel intervista a un’icona della mountain bike

di - 20/12/2021

Fabien Barel ITW - ritratto BN - cover

La nostra intervista esclusiva a Fabien Barel, una delle figure più poliedriche del mountain biking moderno.

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Fabien in una giornata di riding, per testare e mettere a punti nuovi prodotti, sui trail di Sanremo

Fabien Barel: una vita nelle due ruote

Il francese – nato il 26 luglio 1980 a Nizza, in Francia – non ha bisogno di presentazioni: tre volte campione del mondo di discesa in MTB (un titolo Junior nel 1998 e due titoli consecutivi Elite nel 2004 e nel 2005), fortissimo atleta anche in enduro, principale responsabile della geometria estrema Forward di Mondraker (che ha fatto tanta scuola, ndr), ora team manager del team Canyon Collective, nonché uomo immagine e consulente per Dainese, ma anche per Canyon (non potrebbe essere altrimenti) e Pirelli.

Come è possibile intuire, Fabien Barel è rimasto sempre legato al mondo delle competizioni, seguendo i suoi atleti e gareggiando – sempre più spesso in eMTB – per puro piacere. Nella nostra lunga intervista ci parla anche e soprattutto di questo, della sua attività come sviluppatore di nuovi prodotti, mostrando una volta di più – come se ce ne fosse ancora bisogno, per chi come il sottoscritto lo conosce da una vita – la differenza tra un semplice atleta e un campione, ma soprattutto un uomo, vero.

Fabien Barel ITW - Riding Sanremo 02
Fabien durante una sosta lungo i trail di Sanremo

Sei da una vita nel mondo del racing in MTB, l’hai vissuto prima da atleta e poi da team manager, in downhill ed enduro. Cosa pensi della direzione che sta prendendo il mondo del gravity?

In generale, la dinamica di questo sport è assolutamente eccellente, tra la crescita delle Enduro World Series attraverso l’acquisizione da parte del gruppo Discovery (ne abbiamo parlato qui), che spingerà in modo massiccio la disciplina. Come ha fatto Red Bull Media per quanto riguarda il downhill. Tutto il mondo del gravity sta diventando fantastico dal punto di vista del racing. Ultimo ma non meno importante, l’impatto di queste dinamiche sulle vendite, che stanno diventando davvero folli. Dalle enduro alle e-bike, che insieme stanno spingendo il mondo del gravity verso il passo successivo.

Cosa ti piace e cosa non ti piace nel mondo attuale di Enduro e DH?

Globalmente, penso che la direzione intrapresa sia abbastanza buona. Vorrei vedere qualche passo in avanti per alcuni aspetti, specialmente dal punto di vista della sicurezza, a volte sul lato professionale dell’organizzazione. Ma vorrei dire che alla fine le infrastrutture, e la professionalità globale dei team che lavorano in questi ambienti, stanno migliorando anno dopo anno. Quindi ci siamo.

Fabien Barel ITW - racing EWS 01
Fabien Barel in gara alla tappa EWS-E di Finale Ligure – Foto: Carlo De Santis/Dainese

Il fenomeno delle e-bike è ormai inarrestabile. Pensi che questa ascesa possa cannibalizzare la MTB che abbiamo imparato a conoscere e amare negli anni? Cosa porterà e cosa toglierà al mountain biking tradizionale? Sia di buono sia di cattivo.

Penso proprio che sia inarrestabile. Il mercato delle e-bike sta crescendo e sta spingendo realmente i limiti della tecnologia. In effetti è una grande cosa sotto molti punti di vista. Penso che in realtà non cannibalizzerà la MTB tradizionale, ci sono e ci saranno sempre appassionati che utilizzeranno le loro bici da enduro, ad esempio, di fianco a chi andrà in e-bike. È solamente una questione di dare più opportunità ai nuovi utenti per girare in mountain bike. Penso che sia una grande crescita democratica, più di ogni altra svolta nel mountain biking tradizionale. Vedo tutto questo in modo davvero positivo, e penso che chiunque avrà il proprio spazio per praticare la propria passione nel modo che preferisce.

Adesso va di moda il design high pivot della sospensione posteriore, cosa ne pensi?

Cosa penso? Che sia, come hai detto, una moda! (ridendo, ndr)
È una moda che, in realtà, arriva dall’essersi conto molto ma molto tardi dell’effetto del tiro catena della sospensione, ma ora tutti lo hanno capito. Dal mio punto di vista, ha sicuramente molto senso sulle bici da enduro. Migliora anche alcuni aspetti delle bici da downhill. Ma un High Pivot duro e puro per me non è una tendenza realmente positiva, anche se considerando l’effettiva riduzione del tiro catena (Pedal Kickback soprattutto, nda) e il miglioramento del funzionamento complessivo della sospensione, l’ottimizzazione è preziosa.

 

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Cosa e chi ti ha dato più soddisfazione quest’anno nel roster di atleti Canyon?

In generale, Jack Moir è stato incredibile sul versante enduro, e Troy Brosnan ha vinto in modo fantastico la sua prima gara in World Cup DH oltre alla medaglia di bronzo conquistata ai Mondiali (in Val di Sole, ndr). Ma ovviamente anche quello che hanno fatto Jose e Dimitri (Borges e Tordo, ndr) in EWS, così come vedere Mark (Wallace, ndr) finire a podio (quinto, ndr) in Coppa del Mondo Downhill a Les Gets. Tutto questo è stata una grande soddisfazione, compresa la pazzesca vittoria di Tahnée (Seagrave, ndr) sempre a Les Gets. Devo dire che sono veramente felice di lavorare con tutte queste persone, di vederli gareggiare ai massimi livelli, ma sono anche realmente orgoglioso di vedere la qualità umana e i valori del nostro gruppo. Questa è la mia più grande soddisfazione.

Se dovessi puntare su un giovane atleta nel mondo DH ed enduro, chi sarebbe? E perché?

Stiamo osservando una grande crescita tra i giovani, in entrambe le discipline, con molte nazioni che stanno portando nuovi atleti. Come ad esempio in Italia, dove ci aspettiamo una progressione nei prossimi anni, o in Germania che di fatto non esisteva sulla scena gravity fino a poco tempo fa ma sta iniziando a proporre giovani interessanti. Credo che arriveranno nuovi talenti e sicuramente l’evoluzione di questo sport spingerà i nuovi rider ad andare più veloci, anticipando i tempi rispetto alla generazione precedente. Non ci resta da vedere chi emergerà. (Fabien non si è sbilanciato, ndr)

Fabien Barel ITW - lifestyle 01
Fabien al lavoro sulla sua bici, durante le prove della gara EWS-E di Finale Ligure – Foto: Carlo De Santis/Dainese

Da anni non segui solo l’agonismo ma anche lo sviluppo di componenti e accessori nel mondo MTB. Come e quando è nata questa tua attività collaterale? Quanto è importante per te?

Vorrei dire che entrambe le cose sono strettamente connesse, il mondo del mountain biking è cresciuto, dalla tecnologia applicata prima all’agonismo e trasmessa poi all’utente finale. Lo sviluppo di prodotti è sempre stata parte della mia vita agonistica, sento che l’innovazione e la tecnologia più spinta sono la base per ottenere le massime performance. Ovviamente la preparazione atletica, il talento, le capacità mentali e fisiche sono dei fattori chiave. Ma senza una bici davvero buona non puoi vincere le gare. Questo è stato sempre molto importante per me, e continua a esserlo. (Fabien Barel è sempre stato una macchina da gara, affrontando ogni sfida con il suo stile inimitabile, la sua spietata determinazione, e la sua precisione maniacale, ndr)

Parliamo di Dainese, uno dei grandi nomi nel campo della sicurezza delle due ruote, a motori e a pedali? Dove si concentra la tua azione?

Il primo obiettivo e riportare Dainese nella posizione di alto livello in cui dovrebbe stare nel mondo della MTB. Ovviamente la ricerca è una parte del gioco, vogliamo comprendere le reali necessità degli utenti, insieme all’evoluzione delle bici e di tutti i prodotti che ruotano intorno, comprese le e-bike di cui abbiamo parlato prima. Questo è un modo di portare il marchio molto vicino ai consumatori, oltre a portare la sicurezza al più alto ma anche al più basso livello di utilizzo. Penso che le protezioni devono diventare più semplici da comprendere e da usare, per ogni tipo di rider, dalle ginocchiere alle gomitiere passando per le protezioni spinali. Proprio per girare nel modo più sicuro possibile, godersi il riding senza avere paura di cadere.

Fabien Barel ITW - Dainese Finale Ligure 01
Per Fabien è importantissimo riportare Dainese al posto di rilievo che le compete nel mondo della MTB

Quali sono i punti critici nella protezione dei biker e come risolverli?

Penso che in questo momento i principali punti su cui lavorare siano la flessibilità e la traspirabilità. Questo è il motivo per cui l’ultima collezione lanciata – vista e toccata con mano a Mountain Bike Connection Summer 2021 – punta a invogliare gli utenti a usare le protezioni in ogni situazione. Questo è in definitiva il punto critico, convincere i biker che i dispositivi di protezione non sono solo per il gravity, ma per ogni tipo di utilizzo.

Puoi anticiparci qualcosa sul futuro dei dispositivi di sicurezza Dainese? E sui tuoi altri progetti…

Ovviamente la sicurezza in generale è un qualcosa che si evolve insieme alla tecnologia. Questo è vero per la sicurezza nelle competizioni così come per l’abbigliamento e gli accessori. Vedo che Dainese sta spingendo davvero forte in questa direzione, e credo fermamente che i nostri progetti futuri saranno molto preziosi per portare questo sport al livello successivo oltre a essere accolti nel miglior modo possibile dai biker.

Fabien Barel ITW - ritratto BN 01
Foto: Carlo De Santis/Dainese

Si ringrazia Dainese per il supporto nella realizzazione dell’intervista.

Potete seguire Fabien Barel sul suo profilo instagram

[foto: Alex Luise, Carlo De Santis, Dainese]

Video: FOR You Card approvata da Fabien Barel

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.