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Inquinamento a Rosignano Solvay: la denuncia arriva da Londra

di - 03/01/2021

Lillatro, noto spot livornese, si trova alla foce di un piccolo fiumiciattolo utilizzato dall’azienda Solvay per scaricare i residui industriali dell’estrazione del bicarbonato di sodio.
Ogni anno in prossimità dei tre picchi dello spot vengono scaricate tonnellate e tonnellate di metalli pesanti, tanto da rendere le spiagge adiacenti di colore bianco e attrarre ingenui turisti per il colore particolare del mare, il cui aspetto è tutt’altro che caraibico.

 

Un annoso problema

Negli anni abbiamo assistito a infinite battaglie di ambientalisti che hanno denunciato il grave problema di inquinamento di cui tutti sono consapevoli. Oggi la notizia fresca, appena pubblicata sulla pagina di Repubblica (@larepubblica), è che ad impugnare la causa ci prova il mondo della finanza.

Lo sbocco al mare del famoso fiumiciattolo che riversa ogni anno tonnellate di metalli pesanti verso il “sabbione”, ritratto in una giornata epica dall’obiettivo di Emma Piras

A puntare il dito contro la Solvay è un fondo attivista con sede a Londra, Bluebell Capital Partners, guidato dagli italiani Marco Taricco, Giuseppe Bivona e Francesco Trapani, che attacca apertamente la multinazionale chimica belga avviando una contesa per inquinamento sull’impianto industriale di Rosignano.

“Noi riteniamo che quello che fa Solvay sia inaccettabile e insostenibile – spiega Bivona – abbiamo parlato con loro, ma crediamo sia una situazione gravissima, che deve essere sanata, preservando ovviamente l’occupazione” . Bluebell ha scelto di individuare ogni anno una società su cui ritiene che ci siano delle pratiche discutibili a livello ambientale. Per il 2020 la società ha scelto quindi la Solvay. Da gennaio a settembre ha studiato a fondo tutta la situazione, dopo di che ha chiamato in causa la stessa azienda, il ministero per l’Ambiente italiano e all’Unione europea. “Sono indifendibili – prosegue Bivona – e tutto questo prescinde dal fatto che i rifiuti scaricati siano tossici o non tossici. Nessuno può essere autorizzato a depositare gli scarti della propria lavorazione sulle coste italiane”.

La sinistra del sabbione durante una giornata epica di due anni fa. Surfer: Giordano D’Ecclesiis | Photo: Emma Piras

Bivona prosegue: “Anche perché il paradosso è che, per colpa dei rifiuti scaricati sulla costa, si siano formate le famose “spiagge bianche”, una vera e propria attrazione turistica, che con l’azzurro del mare di fronte fanno di questo lembo di costa una sorta di paradiso caraibico”.

 

Le proposte per arginare il problema

Le richieste che fanno a Solvay sono quindi quattro:

  • implementare i necessari interventi tecnologici per non scaricare a mare i residui
  • la bonifica di 5 chilometri di spiaggia, dove negli anni si sono depositate tonnellate di materiale
  • prendere accantonamenti in bilancio per spesare la pulizia della spiaggia e la riconversione degli impianti a una tecnologia più adatta
  • modificare la struttura dei compensi dei manager in base a obiettivi ambientali.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda che, oltre all’ignoranza di alcuni turisti e agli abitanti di Rosignano Solvay, tocca in prima persona surfisti locals del Lillatro e tutti coloro (molti) che frequentano spesso lo spot durante l’anno.

Fonte: www.repubblica.it

Photo Cover: Giulio Pascucci (@giuliopascucci)

Valerio Catanorchi, storico local del Lillatro e fondatore della Lillatro Surf School – Photo: Matteo Caracini
Attimi di Indonesia su un’acqua color “caraibico”, immortalati da Giulio Pascucci [4surf magazine #72]
Giornata invernale allo spot al mercurio. Photo: Tommaso Pardini
Photo: Tommaso Bachelli
Photo: Matteo Caracini

Valerio e la LILLATRO SURF SCHOOL

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