Lillatro, noto spot livornese, si trova alla foce di un piccolo fiumiciattolo utilizzato dall’azienda Solvay per scaricare i residui industriali dell’estrazione del bicarbonato di sodio.
Ogni anno in prossimità dei tre picchi dello spot vengono scaricate tonnellate e tonnellate di metalli pesanti, tanto da rendere le spiagge adiacenti di colore bianco e attrarre ingenui turisti per il colore particolare del mare, il cui aspetto è tutt’altro che caraibico.
Negli anni abbiamo assistito a infinite battaglie di ambientalisti che hanno denunciato il grave problema di inquinamento di cui tutti sono consapevoli. Oggi la notizia fresca, appena pubblicata sulla pagina di Repubblica (@larepubblica), è che ad impugnare la causa ci prova il mondo della finanza.

A puntare il dito contro la Solvay è un fondo attivista con sede a Londra, Bluebell Capital Partners, guidato dagli italiani Marco Taricco, Giuseppe Bivona e Francesco Trapani, che attacca apertamente la multinazionale chimica belga avviando una contesa per inquinamento sull’impianto industriale di Rosignano.
“Noi riteniamo che quello che fa Solvay sia inaccettabile e insostenibile – spiega Bivona – abbiamo parlato con loro, ma crediamo sia una situazione gravissima, che deve essere sanata, preservando ovviamente l’occupazione” . Bluebell ha scelto di individuare ogni anno una società su cui ritiene che ci siano delle pratiche discutibili a livello ambientale. Per il 2020 la società ha scelto quindi la Solvay. Da gennaio a settembre ha studiato a fondo tutta la situazione, dopo di che ha chiamato in causa la stessa azienda, il ministero per l’Ambiente italiano e all’Unione europea. “Sono indifendibili – prosegue Bivona – e tutto questo prescinde dal fatto che i rifiuti scaricati siano tossici o non tossici. Nessuno può essere autorizzato a depositare gli scarti della propria lavorazione sulle coste italiane”.

Bivona prosegue: “Anche perché il paradosso è che, per colpa dei rifiuti scaricati sulla costa, si siano formate le famose “spiagge bianche”, una vera e propria attrazione turistica, che con l’azzurro del mare di fronte fanno di questo lembo di costa una sorta di paradiso caraibico”.
Le richieste che fanno a Solvay sono quindi quattro:
- implementare i necessari interventi tecnologici per non scaricare a mare i residui
- la bonifica di 5 chilometri di spiaggia, dove negli anni si sono depositate tonnellate di materiale
- prendere accantonamenti in bilancio per spesare la pulizia della spiaggia e la riconversione degli impianti a una tecnologia più adatta
- modificare la struttura dei compensi dei manager in base a obiettivi ambientali.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda che, oltre all’ignoranza di alcuni turisti e agli abitanti di Rosignano Solvay, tocca in prima persona surfisti locals del Lillatro e tutti coloro (molti) che frequentano spesso lo spot durante l’anno.
Fonte: www.repubblica.it
Photo Cover: Giulio Pascucci (@giuliopascucci)




