Pubblicità

La Granfondo della Val Tidone vista da noi

di - 25/03/2019

La Granfondo della Val Tidone prende vita da un’organizzazione rodata come quella della Sant’Angelo Edilferramenta e dal Pedale Sant’Angiolino, due sodalizi della cittadina lodigiana che si prodigano costantemente nella promozione di eventi sportivi, particolarmente legati al ciclismo. Il Trittico Sant’Angiolino nasce proprio da questo comitato: oggi è raro vedere un gruppo di appassionati organizzare ben tre granfondo, Val Tidone per l’appunto, Penice Ti-Rex (Zavattarello) e Casteggio, oltre a tutti gli altri eventi catalogati come kermesse e gare a circuito (anche mtb)! CHAPEAU.

Tutto pronto per la partenza per i 1000 presenti.

La granfondo che si è svolta ieri, Domenica 24 Marzo a Pianello Val Tidone è da considerarsi una sorta di manifestazione numero 1, che sancisce lo spostamento dalla cittadina lodigiana ( Sant’Angelo appunto, sede della societa’) al borgo della Provincia di Piacenza (Pianello Val Tidone). Un paese immerso nelle colline piacentine e confinante con la provincia di Pavia. Pianello Val Tidone è situato in una posizione strategica, poco lontano dalla Via Emilia che taglia in due questa parte di Pianura Padana, facilmente raggiungibile da diverse regioni, come Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna ovviamente ma anche dal Veneto.

Un’immagine che identifica al meglio i panorami di questi luoghi.

Siamo ai piedi dell’Appennino e la morfologia di questo comprensorio non lascia spazio a molti dubbi: qui se vai in bici devi mettere in preventivo di fare fatica, di impegnarti, di fare poca pianura e di pedalare sempre con la catena in tiro; su è giù, con scenari magnifici, poco traffico e generalmente concentrato nel fine settimana ma anche fare attenzione al manto stradale: in queste zone frane e smottamenti sono all’ordine del giorno, anche se è giusto scrivere che, rispetto a qualche stagione e dietro, le cose stanno lentamente migliorando. Le vie che abbiamo affrontato ieri, durante la granfondo, erano più che accettabili.

Molte strade all’interno delle colline sono fatte così

La storia di questi luoghi si racconta anche tramite la bicicletta, in ambito professionistico e per quello che riguarda il mondo amatoriale. Casteggio, Zavattarello, Carpaneto Piacentino, Piacenza, Broni, Voghera, Sant’Angelo Lodigiano, tutte località che sono o che sono state, luogo di partenza e arrivo di granfondo. In queste zone vivono corridori pro del passato e ci sono dei buoni giovani che fanno ben sperare per il futuro; ci sono dei forti pedalatori del mondo amatoriale.

Ma torniamo alla Granfondo della Val Tidone: l’idea di proporre qui una granfondo, parte già dal 2018, quando, in parte per necessità, in parte dopo aver ascoltato numerosi partecipanti della Granfondo di Sant’Angelo Lodigiano, si è cercata una location più vicina alle colline. La volontà, in primis, era quella di evitare il lungo trasferimento (oltre 20 km) che portasse il plotone ad attaccare la prima salita. Ecco che arriva la proposta di Pianello Val Tidone, un borgo che è già sede di altri eventi sportivi nel corso dell’anno: ci viene in mente il triathlon, solo per fare un esempio.

Un’immagine che immortala il gruppo verso la salita di Montalbo

Ieri, la penultima Domenica di Marzo, una giornata baciata dal sole e da un caldo tipico della primavera inoltrata, contorno che ha contribuito a rendere unica la giornata di bici, confezionata grazie alla ASD Sant’Angelo Edilferramenta, con il fondamentale supporto dall’amministrazione comunale. Questo vogliamo sottolineare: il supporto totale delle istituzioni nei confronti di un evento sportivo che per un fine settimana si è impossessato di un paese, a conferma che tutto si può fare. Oltre a quanto scritto in precedenza, ci piace dare merito, proprio al C.O  e anche alle autorità presenti: tutti loro ci hanno messo la faccia. TUTTO MOLTO BELLO E NON COSÌ SCONTATO, un bell’applauso. Ci vuole impegno, dedizione, sono necessari dei sacrifici ed è giusto trovare dei compromessi ma quando c’è la volontà di promuovere una manifestazione, da cui molti possono trarre vantaggio sotto molti punti di vista, questa si svolge nei migliori dei modi, lasciando un ottimo ricordo della giornata appena trascorsa con il pensiero già rivolto al 2020. Più di 1000 ciclisti hanno invaso questa zona, con tanti accompagnatori al seguito.

Questi sono anche territori di castelli ed enogastronomia, dove l’ospitalità delle genti e la gastronomia viaggiano di pari paso.

Un orario di partenza ben congeniato, alle 9,30, in modo da far arrivare tutti in loco, senza dover affrontare levatacce esagerate. Tutto a portata di mano nel paese, che si è prestato completamente alla bicicletta. E QUANTA GENTE A VEDERE, persone del posto che scese nelle piazzette ma anche curiosi affacciati da balconi e finestre. Si parte dal centro sportivo del paese, lungo il rettilineo che sembra disegnato apposta per questo, si passa il ponte sul fiume e il percorso si divide: lungo a sinistra, medio a destra, giusto 500 metri di convivenza. MAGNIFICO! Ben poche manifestazioni hanno il pregio di poter e voler adottare questa soluzione. Da un punto di vista è necessario prevedere un impegno maggiore, perché ci vuole qualche macchina a supporto in più e qualche moto staffetta in più ma, guardando oltre, tutto quello che è legato alla sicurezza e allo svolgimento della gara ne va a beneficiare. MOLTO BENE.

La divisione dei due percorsi, circa 500 mt dopo il via ufficiale

Il lungo praticamente parte in salita e da qui in avanti i tratti in pianura per rifiatare saranno ben pochi ( e pure brevi). I numeri parlano chiaro ma sono falsi: 107 km, una cifra che ti fa pensare “massì dai, 107 km passano in fretta”. Poi, guardi il dislivello positivo e vedi 2000 metri!!! “Eh, 2000 metri in soli 107 km, sono tanti”, “oh ma qui è tutta salita”! Qui non siamo nelle Alpi, non siamo in alta montagna ma quando la strada inizia a salire “lasciate ogni speranza a voi che entrate”. Ci sono salite di ogni genere, pendenze di ogni tipo, strappi in doppia cifra che sono delle coltellate nei muscoli. E poi c’è il vento. E poi c’è il primo caldo a cui non siamo abituati. E poi vanno tutti come delle moto!

Il percorso lungo ha costeggiato una parte della Diga del Molato, a pochi km da Pianello Val Tidone

Le gestione della gara è buona, c’è qualche macchina che si infila in senso contrario alla marcia dei corridori, nonostante una segnaletica ben presente per chi è in e out la manifestazione e nonostante la presenza delle motostaffette. In una delle discese (la prima del percorso lungo), una striscia di olio ha fatto cadere parecchi atleti. Vogliamo credere che si sia trattato di un caso, un episodio che è capitato e non di dolo! Dobbiamo anche dire che, prima della curva il tutto era ben segnalato da addetti, con la presenza di un giudice ACSI. BRAVI

Però quegli automobilisti che hanno imprecato contro il gruppo di ciclisti, contro le forze dell’ordine e contro la protezione civile, o quegli addetti che presidiavano i punti sensibili, sono la dimostrazione che la convivenza è difficile. Di buono c’è che il futuro sembra parlare a favore della promozione dei territori, del turismo, della valorizzazione delle attività sportive. Come si dice, SPEREM.

Si torna verso Pianello, bella l’idea di far passare la granfondo dal paese, oltre alla fase di partenza e arrivo, si prosegue per lo stesso tracciato che ha affrontato la mediofondo. Alcuni saliscendi anticipano la salita più lunga della giornata, che parte come un lungo falsopiano per poi diventare esigente e in alcuni tratti arcigna. Le discese sono altrettanto tecniche e una buona guida può fare la differenza. Bisogna fare attenzione, l’inverno è appena terminato ma qui ha fatto freddo e ha nevicato poco tempo fà; le strade sono ancora sporche e segnate dalla stagione invernale, all’interno delle curve ci può essere della sabbia. Si prende facilmente velocità ma bisogna essere altrettanto rapidi ad anticipare la frenata nei tempi giusti.

La zona del traguardo

Ora è il momento di scendere a Pianello, si fa ritorno e la strada, forse in pochi l’hanno notato, sembra tagliare in due la montagna e la collina a ridosso del paese. Proprio su questo costone il panorama offre una veduta unica, dove la valle si mostra in tutta la sua imponenza, protetta dalle colline dell’Oltrepò Pavese e Piacentino che sembrano sfiorare le Alpi sullo sfondo, considerando che in mezzo c’è una pianura che occupa centinaia di km. Si arriva in centro paese e lo strappetto di 100 metri della piazzetta non fa male, anzi, ti fa godere gli applausi, le voci, gli incitamenti, ti fa venire voglia di una bella Coca Cola fresca, oppure di una birretta ristoratrice!

Nei pressi del pasta party era prevista un “parco chiuso” dove riporre le bici in tutta sicurezza.

Ci vediamo nel 2020? Ci auguriamo proprio di si.

asdsantangelo.blogspot.com

a cura della redazione tecnica, foto di Sara Carena

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.