Le mountain bike odierne sono più tecnologiche che mai e vanno veramente bene, ma stanno anche perdendo peso?
Ah, la leggerezza! L’obiettivo supremo di moltissimi ciclisti, soprattutto gli amanti del duro e veloce bitume. Ma anche di molti biker, appassionati di cross country e marathon.
Ma il peso è così importante?
Per rispondere a questa domanda da un milione di dollari – meglio in euro, che valgono di più, nda – forse è doveroso ricordare una massima espressa più di 30 anni da un pioniere del mountain biking, il californiano Keith Bontrager: “Robusto, leggero, economico. Scegline due.” Eh sì, non si possono avere capra e cavoli contemporaneamente.
Quella del peso è un’eterna ossessione per gli appassionati, forse meno per l’industria ciclistica, ultimamente più attenta e prestazioni e funzionalità nella progettazione di biciclette e componentistica.
Nel mondo del ciclismo su strada, nel lontano 2000 l’UCI ha imposto 6,8 kg (15 libbre) come soglia minima per una bici agli eventi da essa organizzati. I progressi tecnologici hanno fatto sì che fosse facilissimo realizzare mezzi al di sotto questo limite, con i meccanici che hanno cercato i modi più disparati per aumentare il peso al fine di rientrare in tale soglia.
Un limite imposto per una semplice questione di sicurezza, che ha spinto ingegneri e designer alla ricerca di accorgimenti tecnologici per rendere la bici più veloci, comode e dal look più distintivo. Questo è uno dei tanti motivi che ha portato sotto la luce dei riflettori l’aerodinamica e costretto la leggerezza a un ruolo da comprimario.
Le attuali bici da strada, per chi ha avuto e ha la fortuna di pedalarle, riescono a bilanciare comfort e rigidità in base alla destinazione d’uso, si guidano decisamente meglio rispetto a soluzioni anche di soli cinque anni fa, con il plus di tecnologie che concorrono non solo al raggiungimento di performance esaltanti ma anche e soprattutto di altissima sicurezza, come ruote e pneumatici tubeless, e freni a disco. Ma non sono più leggere, o almeno, non così leggere come vorrebbero certi appassionati. A parte qualche rara eccezione, come potete vedere qui.
Nel nostro mondo, quello delle ruote artigliate a pedali, l’UCI non ha imposto limiti, se non per il diametro ruote differenziato, un vincolo finalmente caduto nel corso del 2020, sdoganando le cosiddette “mullet bike” nella downhill: anteriore 29er e posteriore da 27,5”. Ma i progressi tecnologici non si sono fermati, con una relativa stabilità raggiunta solo di recente.
Le ruote da 29” sono lo standard più diffuso nelle competizioni e non solo, le full suspended sono le più vendute, il travel è cresciuto in ogni destinazione d’uso così come le geometrie si sono fatte più aggressive, si sono allargati e irrobustiti gli pneumatici, e i reggisella telescopici sono di serie quasi in ogni categoria. Iniziano anche a comparire MTB d’ingresso sul mercato con trasmissioni 1x12v dall’ampio range di rapporti al posteriore.
Ma le mountain bike non sono più leggere, anzi
Guardando il mondo XC e Marathon, il travel è cresciuto rispettivamente a 100 e 120 mm, le quote geometriche sono quelle delle Trail Bike di qualche anno fa così come la sezione delle gomme e la potenza dell’impianto frenante. Sono mezzi molto capaci, più facili da portare al limite, ma non abbiamo assistito a un calo generale del peso, anche analizzando solo i modelli ai vertici del mercato per equipaggiamento e prezzo. Spostandoci per un attimo nel settore delle “bici totali” (quelle da Trail), è raro trovare un mezzo al di sotto dei 13 kg, quando nell’epoca ormai lontana delle 26 pollici era relativamente facile pedalare bici da poco più di 11 chili.
Questo perché la robustezza riveste un ruolo primario.
I telai in carbonio, se paragonati agli analoghi in alluminio per i marchi che hanno entrambi a catalogo per un determinato modello, non presentano più differenze notevoli in fatto di peso come qualche anno fa. Sono gli stessi produttori che addirittura dichiarano caratteristiche meccaniche assimilabili, se non identiche, per le due versioni nella nobile fibra che offrono come opzione – dai differenti livelli di prezzo – agli appassionati, che si diversificano solo per una quota minima di peso e (non sempre) per il livello delle finiture.
Le mountain bike sono più robuste, le rotture sono meno frequenti. Si guidano e si pedalano meglio, sono più funzionali alle rispettive destinazioni d’uso. Ma non pesano di meno. E questo è un limite per i biker leggeri, che rischiano di non trovarsi a loro agio sulle Trail Bike attuali, a meno di non investire cifre realmente importanti.
La sicurezza e l’efficienza attuali hanno un prezzo. Le ruote più grandi pesano di più, così come la doppia sospensione, gli pneumatici più ampi e la trasmissione a 12 velocità rispetto a quella a 11. Anche la rigidità superiore ha un prezzo
Cosa deve fare l’utilizzare finale?
Resettare le proprie convinzioni in fatto a quello che ritiene fondamentale per soddisfare le proprie necessità. Oramai un moderno mezzo da Enduro Race va oltre le reali necessità di un biker che pedala nel weekend, giusto per fare un esempio. Ben vengano quindi le moderne Trail, che appaiono in tutto e per tutto come delle Enduro di soli 2-3 anni fa, per chi ama divertirsi in discesa senza arrivare a fine salita distrutto fisicamente. E per chi ha una guida precisa e morbida, ancora meglio sono le attualissime Downcountry, una sorta di full XC potenziate, la manna dal cielo per chi desidera un mezzo a 360°, leggero, sicuro e performante. Tutte con dotazione di serie che privilegia resistenza, affidabilità, facilità e divertimento nella guida. Ma soprattutto un peso contenuto, senza svenarsi (qui il nostro approfondimento).
Cosa ci insegna tutto questo?
Che se vogliamo di più, dobbiamo purtroppo rinunciare a qualcosa. Ad avere qualcosa in meno. E questo qualcosa è la leggerezza.
La sicurezza e l’efficienza attuali hanno un prezzo
Le ruote più grandi pesano di più, così come la doppia sospensione, gli pneumatici più ampi e la trasmissione a 12 velocità rispetto a quella a 11. Anche la rigidità superiore ha un prezzo. Gli agonisti non hanno e avranno problemi a trovare soluzioni leggere per le proprie esigenze. Ma l’attrezzatura più leggera costa (molto) di più e ha bisogno di maggiore attenzione (ovvero manutenzione).
L’industria ciclistica è comunque brava a rendere disponibili le tecnologie più evolute anche nelle fasce media e bassa del mercato una volta che sono stati sviluppati prodotti migliori che di fatto sostituiscono i precedenti ai vertici. Un naturale processo a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, e non c’è ragione per cui il fenomeno si interrompa.
Continueremo a vedere i giochi di prestigio dei vari marchi per trovare il miglior equilibrio tra funzionalità, prestazioni, sicurezza, peso e prezzo. Ma siamo contenti nel vedere che il fattore leggerezza non è più al centro della scena, sostituito da altri attori nell’esplorazione continua di nuovi design e tecnologie. Per bici sempre più godibili da pedalare e guidare.