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Prova Powrlink Zero Single, il powermeter di Wahoo

di - 10/11/2022

pedali bici wahoo powrlink zero con misuratore di potenza foto studio

Nel 2021 Wahoo ha acquisito e rilanciato Speedplay e quest’anno ha compiuto un passo evolutivo importante, lanciando il primo misuratore di potenza del brand. Realizzare un power meter per i pedali è operazione tutt’altro che semplice (più difficile che farne uno per guarnitura) e a cimentarsi con gli Speedplay ci avevano già provato, senza risultati apprezzabili, diverse aziende. Per Wahoo la questione è stata più semplice e, grazie alla grande esperienza in questo campo, ha centrato l’obiettivo in modo relativamente rapido e, soprattutto, sviluppando un prodotto efficace

Com’è fatto

Powrlink Zero è un misuratore di potenza sul pedale ed è stato realizzato racchiudendo la parte elettronica all’interno dell’asse del pedale (solo quello sinistro, nella versione Single) e in un pod, che contiene anche la batteria. Costruito sulla piattaforma del sistema di pedali Speedplay Zero, il Powrlink è caratterizzato – come il resto della gamma Speedplay – dall’ingresso su due facce, un’altezza ridotta e un angolo di gioco regolabile da 0° a 15°. Rispetto allo Speedplay Zero, differisce leggermente nei valori di fattore Q e stack (la distanza fra asse e piano del pedale), rispettivamente di 55 mm e 13 mm. 

Concludiamo con un accenno sul peso. Se il pedale è piuttosto leggero, lo è meno il sistema di tacchette, composto da diverse parti da assemblare fra loro. A proposito di tacchette, quelle dei nuovi Powrlink Zero sono compatibili con quelle delle precedenti versioni dei pedali Speedplay Zero. 

Come si comporta

Sfruttando il grande valore aggiunto dei misuratori di potenza sul pedale, ossia la praticità e la facilità di alternarli fra una bici e l’altra, abbiamo utilizzato i Powrlink Zero su differenti mezzi, anche Gravel, per due mesi, anche e volutamente in presenza di fondi poco favorevoli, umidi e fangosi. Prima di parlare del misuratore di potenza, ci soffermiamo per qualche riga sull’hardware: conoscendo già il sistema Speedplay, già sapevamo che avremmo apprezzato l’aggancio sulle due facce, che facilità l’ingaggio del pedale. E sapevamo anche che fissare le tacchette alle scarpe è un’operazione piuttosto laboriosa, in modo particolare per chi non ha dimestichezza con i pedali Speedplay. Sempre a proposito di tacchette, necessitano di un minimo di cura e manutenzione, soprattutto se si infangano, perché il sistema di ingaggio rischia di consumarsi precocemente. Anche per questo motivo, consigliamo di limitarne l’utilizzo Gravel o, quantomeno, di non camminare chilometri sullo sterrato… 

Andando invece al sodo, segnaliamo la facilità di configurazione e pairing del sistema, che avviene tramite l’app Wahoo Fitness. I dati forniti dai Powrlink Zero sono quelli di cadenza, potenza e bilanciamento destro/sinistro (solo nella versione Dual), ma non quelli relativi ad altre dinamiche della pedalata, come l’efficienza di coppia. Sinceramente, per la maggior parte dei ciclisti, si tratta di informazioni non indispensabili, ma qualcuno potrebbe considerare questa mancanza un limite.
Ciò che invece è davvero importante (e giustifica l’utilizzo di un
power meter) è l’accuratezza delle misurazioni fornite dai Powrlink Zero. Precisione che, quasi scontata quando si pedala sui rulli, è invece messa alla prova nel mondo reale da tante variabili come il fondo stradale e le variazioni di temperatura e umidità.

Possiamo quindi concludere con un classico “Buona la prima”, per sintetizzare il nostro giudizio sui Powrlink Zero, che li pone come ottima alternativa ai noti Favero Assioma, Garmin Rally (leggi il nostro test) e SRM X.

Scheda tecnica

Materiale mandrino: acciaio inossidabile
Stack: 13 mm
Fattore Q: 55 mm
Connessione: ANT+ e Bluetooth
Scarto misurazione: ± 1%
Dati forniti: cadenza, potenza (bilanciamento dx/sx, versione Dual)
Autonomia: 75 ore
Batteria: ricaricabile, agli ioni di Litio
Tempo ricarica: 90-120 minuti
Peso rilevato: 259 g
Prezzo: 649,99 euro (999,99 euro in versione Dual)

Ci piace

  • Accuratezza e precisione anche nel mondo reale
  • Versatilità
  • Rapporto qualità/prezzo

Non ci piace

  • Montaggio tacchette laborioso
  • Delicatezza tacchette

Per altre info, clicca qui

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.