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Sarà per tutti l’inverno più lungo

di - 09/03/2020

Dal punto di vista sportivo stiamo vivendo un inverno infinito, la stagione più lunga degli ultimi anni. Amatori, professionisti, sportivi di diverse discipline e di qualsiasi livello, tutti sullo stesso piano e tutti con la responsabilità di osservare le regole. Siamo cittadini prima di tutto con doveri e obblighi.

Informazione ansiogena

Ci siamo confrontati anche con un’informazione a tratti esagerata come per come ha veicolato i vari messaggi, ai limiti dell’ansiogeno. Rimanendo in ambito sportivo, ciclistico, in un lasso di tempo molto corto si rincorrevano comunicati e comunicazioni di vario genere, da diverse fonti e vie. Una sorta di eccesso di notizie che non ha fatto altro che creare confusione e ansia e che in molti casi ha creato ira e rabbia, non giustificata ma per certi versi comprensibile. Per tanti canali e “strumenti” web/social, questa situazione è stata “la caccia al click”.

Anche noi siamo responsabili

Lo sport fa parte del modo di vivere, non solo per chi lo pratica. Lo sport è di tutti, è collettività e coinvolge non solo i praticanti. Una partita, una manifestazione ciclistica, un evento sportivo è di proprietà della comunità e come tale è fruibile a molte persone. Nei giorni scorsi in particolare, prima dell’emergenza vera e dei provvedimenti a livello nazionale, abbiamo vissuto momenti di incertezza. Questi si sono tradotti in eventi annullati, cancellati e posticipati. Lo sport non è immune all’emergenza e alle restrizioni, quindi, anche lo sportivo deve rispettare le regole. Anzi, lo sportivo praticante, che generalmente gode di buona salute, dovrebbe considerarsi in prima linea per aiutare e offrire supporto, ove possibile. In emergenze come questa lo sport dovrebbe far emergere quel senso civico che paventa!

Il rispetto delle regole per se e per gli altri

Sono state date tanti voci ed interpretazioni, rimaniamo sempre in ambito sportivo. Ognuna di queste con una validità e un senso. Comportarsi nel modo più normale possibile rimane forse la soluzione migliore, rispettando le regole e le norme “eccezionali” di questo momento storico. Tutto questo fa pate del rispetto per se e nei confronti della comunità in genere. Per gli sport da fare all’aperto esiste sempre un rischio elevato di ospedalizzazione! Quindi, nella situazione attuale bisogna ulteriormente alzare il livello di attenzione quando si pedala, che sia su strada o in un bosco. E questo è solo un esempio.

L’inverno più lungo

In un certo senso andiamo incontro alla stagione invernale più lunga, quella normalmente dedicata ad una sorta di riposo, lontano da gare e competizioni, oppure legata ad attività propedeutiche, ciclocross a parte. Sono state disputate solo alcune gare del calendario, durante il mese di Febbraio. Questo stop forzato delle competizioni comporta una gestione atletica mai affronta in precedenza. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di utilizzare il titolo “l’inverno più lungo”. Ci troviamo di fronte ad una sorta di “momento di ibernazione sportiva”, dilatato nel tempo e di cui non conosciamo il termine.

Impariamo di nuovo a godere la bici

La bici è una passione, una valvola di sfogo, un modo per tenerci in forma, un veicolo di sport. Re-impariamo di nuovo a godere la bici, a viverla anche lontano dall’agonismo più spinto. Ad oggi è difficile quantificare e dare delle date precise per la ripresa delle attività agonistiche. Tutto dipende dalle dimensioni e dalla forma che prende e prenderà questa emergenza sanitaria. Anche per questi motivi diamo un senso diverso al nostro modo di pedalare. Nessuno ci vieta di sgasare o simulare (in termini di intensità) una gara; troviamo un soggetto, una motivazione diversa, uno stimolo per pedalare con continuità anche in questo momento così complicato.

Anche l’estate ciclistica cambia forma

Siamo stati abituati a vedere e interpretare le vacanze estive come il penultimo tassello ( nell’ottica del ciclista amatore) della stagione agonistica, prima di qualche gara da fare in Settembre, qualcuna in Ottobre, per poi tirare i remi in barca. Beh, questo 2020 potrebbe cambiare le abitudini di molti ciclisti e sportivi. Buona parte delle manifestazioni che hanno disdetto le date in Marzo e Aprile si sono ricollocate proprio tra Settembre, Ottobre e addirittura ad inizio Novembre. Ci saranno date e fine settimane con una sorta di sovraffollamento ma è presumibile (presumibile non vuole dire che diventi una certezza) che si possa gareggiare fino ad autunno inoltrato (anche il meteo avrà il suo peso).

Uno sport senza stagione

In diverse occasioni abbiamo scritto che la bicicletta non conosce stagione. La situazione che stiamo vivendo lo conferma una volta di più. La bici non conosce periodo dell’anno, se ne frega del peso sociale di ognuno di noi e ci mette sullo stesso livello. Si svolge principalmente all’aperto e anche questo può essere un vantaggio in termini di salute. Si può pedalare da soli oppure in compagnia e ognuno può dare un’interpretazione diversa all’uscita. Si può pedalare per allenarsi, oppure per portare a spasso la famiglia. Possiamo pedalare dall’alba al tramonto per puro piacere. Possiamo fare i rulli, in casa, quando e quanto vogliamo, perché non vogliamo uscire “nella zona rossa”.

a cura della redazione tecnica, foto di Sara Carena

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.