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fizik Vento Argo 00, la più leggera

di - 16/02/2022

Dici Argo e pensi a selle da alte prestazioni e ottimo comfort, caratterizzate da una grande versatilità legata alle differenti forme dei modelli della famiglia. Vento Argo è una sella da gara, con design corto. Una soluzione studiata per permettere il mantenimento di una posizione più avanzata, ben piantata e composta. Permette una migliore stabilità e distribuzione del peso, rispetto alle selle tradizionali, che invitano a muoversi avanti e indietro, alla ricerca del miglior bilanciamento a seconda della pedalata.

Full carbon

La sigla “00” contraddistingue le versioni più leggere della famiglia Argo. Queste selle si caratterizzano per il profilo ribassato, l’imbottitura in EVA iniettata e una struttura in fibra di carbonio ad alto modulo. La Vento Argo 00 si distingue per il telaio mobius in un pezzo unico, soluzione votata alla massima rigidezza e leggerezza.

Nata per le gare

La nuova Vento Argo 00 è stata sviluppata espressamente per essere abbinata alle bici race dalle geometrie aggressive. Il design accorciato e la forma della punta, infatti, aiutano i ciclisti a mantenere più agevolmente una posizione aerodinamica, senza caricare troppo le parti molli quando le pelvi ruotano in avanti per imprimere più forza alla pedalata. La nuova fizik Vento Argo 00 è disponibile nelle due larghezze di 140/150 mm per 265 mm di lunghezza, con peso rispettivamente di 134/139 grammi. Costa 275 euro.

Per aumentarne il comfort e l’efficacia, lo scarico centrale è stato disegnato, con il supporto di medici specializzati, sfruttando le più avanzate tecniche di analisi posturale e calcolo delle pressioni

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.