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Specialized S-Works Exos ecco le prime impressioni

di - 27/02/2019

Si sono viste in alcune immagini rubate al Tour Down Under, ed eccole le Specialized S-Works Exos. Specialized, non è solo un brand ma è un modo di essere, una maniera e un approccio per interpretare lo sport e fare parte di questo, uno strumento su cui creare un’immagine.

Specialized S-Works Exos

Un obiettivo; quello di essere sempre un passo avanti, non solo nell’ambito delle bici ma anche in tutte quelle categorie di prodotto che coinvolgono in modo diretto l’atleta, la sua performance ma anche la sua immagine (come scritto in precedenza). I prodotti di Specialized sono belli da vedere, o comunque stimolano un certo interesse e curiosità, fanno tendenza, propongono nuovi standard nel design che puntualmente vengono ripresi da altri, fanno collimare la bontà delle forme con l’efficacia e l’efficienza.

S-Works7 usate e strausate vs Exos

A circa un anno di distanza, dopo aver presentato ufficialmente le scarpe S-Works7, ecco che arrivano le Exos RD (abbreviativo di road), una scarpa che non sostituisce la precedente ma allarga ulteriormente la disponibilità delle calzature, toccando il segmento dei pesi piuma: si parla di 150 grammi (scarpa singola) per il modello con il Boa, 99 grammi per quella con i lacci, valori dichiarati nella taglia 42.

Uno spaccato della scarpa con i lacci

Questo nuovo progetto parte dalla suola full carbon Fact con indice di rigidità 13 (la 7 ha stiffness 15), simile alla sorella in fatto di forme ed ergonomia ( Form Fit) ma con quattro aperture per una maggiore aerazione e ventilazione (e anche riduzione del peso). I fori per la tacchetta sono tre con filettatura in titanio.

A sinistra la suola della 7, a destra quella della Exos

La tomaia è sempre sviluppata grazie alla membrana Dyneema, resistentissima con un peso specifico ridotto, con un livello di traspirabilità superiore alla media. Rispetto alla S-Works 7, la tomaia della Exos è più leggera, più sottile, quasi trasparente in alcune parti e presenta delle cuciture che uniscono le diverse porzioni e la rete a nido d’ape interna. Questo filo intrecciato ha il doppio compito di irrobustire la sottile tomaia e di agire in modo positivo sulla traspirazione dell’estremità corporea.

La soletta fornita nella confezione e un’altra visuale della Exos

La chiusura è affidata ad un singolo Boa IP1 (la calzatura da noi provata), sostituibile e personalizzabile in diversi colori (noi abbiamo personalizzato la Specialized Exos con un rotore fucsia).

Specialized S-Works Exos cn il rotore Boa

Il cavo si snoda in modo asimmetrico, permettendo a Dyneema Mesh di adeguarsi in modo quasi perfetto al piede in tutte le sue parti, distribuendo le pressioni lungo il collo del piede. Come scritto in precedenza le versioni disponibili sono due: quella con il rotore Boa IP1, disponibile presso in rivenditori nelle colorazioni bianco oppure nero (dal numero 36 al 47), la versione Exos 99 Road (99 è anche il valore alla bilancia di una scarpa taglia 42) con le stringhe ed un tocco old style (dal 38 al 49). Quest’ultima sarà prodotta in soli 500 esemplari nella colorazione rocket red LTD. Quest’ultima può essere provata dai rivenditori autorizzati che avranno anche il compito di ordinare questa calzatura esclusiva. I prezzi, 499 euro per la Exos con il rotore Boa, 649 per la LTD con i lacci.

Link utili

boafit.it

applied-fiber.com

 

LE PRIME IMPRESSIONI

150 rilevati per scarpa con soletta sono una cifra realmente molto bassa, che colpisce ancora di più se si considera la rigidità della suola, non estrema ma di alto livello. Non pensate alla Exos come alla concorrente della S-Works7, sono due calzature differenti, di due categorie diverse tra loro e tutto questo si sente fin dalla prima calzata. La nuova di Specialized nasce per essere leggera prima di tutto, facendo entrare il brand in un segmento di prodotti che è a metà tra i concetti performances e technology fashion. Una volta indossata è una sorta di guanto in lattice, quasi impercettibile, capace di plasmarsi sulle forme dell’estremità del corpo. Ci riferiamo in particolare alla porzione posteriore della Exos, che si abbina in modo quasi perfetto al tallone: la parte anteriore invece lascia una libertà quasi totale alle dita. La libertà di cui parliamo è un aspetto difficilmente riscontrabile su calzature “standard”. Il Boa stringe ma non costringe, a meno che non lo si voglia. È necessario abituarsi a questa sensazione, ci rivolgiamo in particolare a quei pedalatori che sono abituati ad avere il piede completamente bloccato all’interno della scarpa. Torniamo per un attimo alla suola, che è si rigida ma si percepisce anche il suo spessore ridotto ed una “morbidezza” maggiore se messa a confronto con la S7. Morbidezza è un termine non del tutto corretto ma capace di trasmettere un messaggio, una sorta di confronto con la sorella 7. Un valore aggiunto sulla Exos, come per la S-Works7, sono il sostegno della suola nella zona dell’arco plantare e il design della stessa, che mette in mostra un’arcuatura ottimale. Una volta montata la tacchetta, a prescindere dalle preferenze di sistema, dall’angolo d’ingaggio e arretramento è molto semplice trovare il punto centrale della suola.

Una vista laterale della calzatura Exos

Comoda, fresca, tanto aerata, piacevole e gratificante una volta indossata, supporta bene anche un plantare con spessore maggiorato, magari termoformato. Perché scriviamo questo: non è così scontato che una scarpa standard permetta di inserire un plantare personalizzato, accessori che normalmente hanno degli spessori maggiori rispetto agli standard e che proprio per questo potrebbero avere delle limitazioni, limiti che talvolta si riflettono sul comfort. Nel caso della Exos non succede questo, grazie ad una forma ampia e proprio alla tomaia morbidissima: chi vi scrive utilizza un plantare personalizzato da Retul (retul.com). Nelle fasi di trazione sui pedali entra in gioco la chiusura e il suo design, che permette di bloccare la calzatura al piede, limitando gli spostamenti della scarpa quando questa è messa sotto stress. Nessuno scalzamento nella zona del tallone, la scarpa è, rimane perfettamente incollata al piede.

specialized.com

foto di Matteo Malaspina

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.