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Granfondo Campagnolo Roma, una Domenica nella storia

di - 12/10/2017

Come nostra abitudine, viviamo e ci piace raccontare le granfondo dalla pancia del gruppo, non solo perché siamo appassionati pedalatori, perché pensiamo che pedalarle in mezzo al gruppo, tastare gli umori, raccontare l’evento in prima persona come esperienza, possa dare quel tocco di passione in più in un mondo sempre più standardizzato.

Siamo stati presenti alla Granfondo Campagnolo Roma con il nostro inviato speciale Gabriele Vigoni, ecco a voi il suo racconto.

“Cari amici ciclisti bisogna proprio riconoscere che non esiste altra granfondo in grado di poter offrire di meglio alla vista dei partecipanti quanto il luogo di partenza della sesta edizione della granfondo Campagnolo Roma. Potersi disporre in griglie molto ampie (anche se forse volutamente prive di addetti ai controlli degli ingressi) lungo viale dei Fori Imperiali con alle proprie spalle il Colosseo e di fianco l’Altare della Patria è qualcosa che supera ogni immaginario e bisogna viverlo in prima persona per capire quanta sia l’emozione che si prova trovandosi a far parte anche solo per pochi minuti della mitica storia romana.

Siamo giunti anche per questa stagione praticamente all’atto conclusivo delle nostre fatiche granfondistiche e nonostante ci troviamo alla seconda domenica di ottobre il tempo e le temperature si rivelano ancora ottimali per poter trascorrere una bellissima giornata in bicicletta.

Come da programma alle 7.15 viene dato il via all’infinito plotone a pedali verso il mitico giro previsto, a velocità “abbastanza” controllata, di circa 6 km. attraverso le bellezze romane e, nonostante qualche rischio di troppo e qualche caduta senza conseguenze, poter passare in sella alla propria specialissima in piazza di Spagna, piazza del Popolo, via del Corso, (dove il mio garmin ha segnato i 48 orari) per poi tornare in piazza Venezia e involarsi sui Fori Imperiali in senso opposto alla partenza non capita certo facilmente in una città come Roma.

Dopo aver costeggiato il Colosseo, Circo Massimo e alle Terme di Caracalla (bellissima location fin dal venerdì per tutte le operazioni pre e post gara con enormi spazi che hanno permesso di organizzare una vera e propria fiera della bicicletta) ci siamo diretti verso la zona dei Castelli Romani, dove erano previste le salite cronometrate, dapprima la facile Panoramica di Albano, lo strappo insidioso del Murus di Rocca di Papa, la lunga (circa 6 km) e “fastidiosa” Rocca Priora e dulcis in fundo il mitico Rostrum di Montecompatri (con punte fino al 18%).

Nonostante la classifica fosse calcolata sulla somma dei tempi delle 4 salite elencate, si sono comunque formati (sia in uscita che al rientro a Roma) i classici treni abbastanza corposi di partecipanti, che hanno costretto gli organizzatori a bloccare diversi incroci e dividere alcune ampie careggiate con diversi metri di transenne (da lodare tutto il comparto sicurezza anche grazie ai numerosi volontari a alle forze dell’ordine sempre presenti).

Anche quest’anno tutti soddisfatti alla manifestazione capitolina, dagli organizzatori che hanno portato circa 6000 persone tra iscritti alla granfondo e agli altri percorsi non agonistici e più agevoli e per famiglie della Bici ai Castelli o della “storica” Appian Way (riservata a bici d’epoca), ai partecipanti in quanto poter coniugare un week-end sportivo di cultura e culinaria è sempre bello e infine i famigliari e accompagnatori che nella Città Eterna non riescono certo ad annoiarsi. Gli unici infastiditi sono stati i residenti che hanno dovuto sopportare qualche disagio di troppo, viste le code formatesi, per la classica gita fuori porta in una domenica dal sapore ancora quasi estivo.

Niente da dire sia per i ben forniti ristori sul percorso, sia al discreto pacco gara impreziosito dalla sempre bellissima maglia  tecnica della manifestazione e da una buona bottiglia di vino, sia al ricco pasta party (l’unico fastidio la coda in alcuni momenti un po’ lunga ma d’altronde visti i numeri era del tutto prevedibile).

Lunga vita quindi alla Campagnolo Roma (ormai una classica del settore) che conclude degnamente le fatiche di una stagione sui pedali regalando un impresa dal sapore d’altri tempi, circondati da monumenti storici e immersi, sia pur per un giorno, nell’affascinate epoca romana.

Gabriele Vigoni

credits immagini: sportograf.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.