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Maratona Dles Dolomites, il nostro racconto

di - 05/07/2018

Maratona Dles Dolomites 2018, l’edizione dedicata all’equilibrio: ecco il racconto di Enrico Monti.

Oggi ci va bene…la valle è tersa ma la temperatura non è polare come altre volte. Si rimette il naso dentro e si termina il solito rituale di creme, pomate e cibarie. So cosa pensate, niente pasticconi! Solo roba genuina, mirtillo e un paio di barrette. L’idea è di fermarci a qualche ristoro, si manca da 6 anni e c’è molta curiosità per questo evento mondiale, perché quando si corre con 4600 stranieri da 5 continenti qualche cosa di diverso ci deve essere. La risposta è sotto i nostri occhi, basta alzarli e già ci si commuove per un parco giochi d’eccezione che oggi troveremo assolutamente chiuso al traffico per 138 km. Ci pensate? 138 chilometri chiusi per davvero, non come altre volte dove solo l’istinto e il fattore “C” ci ha salvato da frontali su strade chiuse al traffico a parole.

maratona dles dolomites 2018

Da ieri l’impressione in tutte le fasi che hanno preceduto questo momento è stata di profonda ammirazione, perché è vero che questa Valle da sempre organizza eventi di respiro internazionale per tutto l’anno, ma qui hanno davvero pensato a tutto. Solo il personale addetto alle griglie vale il personale di alcune importanti gran fondo: non puoi partire fuori posto, o meglio, puoi e sarai matematicamente squalificato! Tre elicotteri girano sopra le nostre teste mentre il buon Paolo Mutton intervista i tanti big presenti: il fresco campione italiano Elia Viviani, gli ex campioni Bettini e Indurain, personaggi dello sport e dello spettacolo. Alle 6.30 si parte con l’inossidabile Maria Canis che mantiene una discreta pedalata a dispetto del tempo che passa. A Corvara ai lati delle strade una folla da Giro chiama e tenta di riconoscere chi passa già con qualche affanno. In effetti il primo Campolongo è breve ma non rompe il fiato a chi ha scelto questa giornata più per passione che per prestazione.

maratona dles dolomites 2018

Allo scollinamento, come sulle altre cime del giorno, un gruppo musicale ci annuncia che la prima fatica è andata, si picchia veloci e il Pordoi ci aspetta come un gigantesco serpente che si scalda in pieno sole; è una delle salite più belle del giorno e ce la godiamo mentre i pettorali che ci scavalcano si lanciano sbuffando nella ricerca del “tempo”. Il nostro tempo invece ce lo prendiamo tutto, essere qui oggi è un previlegio, più di 20.000 persone non ci sono riuscite. Il sole si innalza e con esso la nostra temperatura corporea; ma la Cima Coppi è lì, dietro ai tre corni svizzeri che pompano come matti sulla strada che è diventata marea umana. Si scende con circospezione perché oltre alle difficoltà tecniche ci si mettono anche le “bombe baka” che zigzagano fischiando con traiettorie imprevedibili; le stesse che alcuni coraggiosi aggrappati ai freni intraprendono con puntiglio geometrico guidando a spigolo ad ogni tornante. Se un appunto ci può essere è qui, tanti non sanno veramente guidare e sono pericolosi quanto un gatto impaurito lato strada, per cui se sei nel gruppo di testa bene, sei salvo, altrimenti se rimonti dalle retrovie il rischio è garantito!

maratona dles dolomites 2018

La salita del Sella si apre con un passaggio tra due ali di campanacci ruotati da sorridenti giovani di tutte le età, la scena ci strappa un sorriso contagioso, nessuno si aspettava una accoglienza del genere e i più divertiti dalle nostre facce sono proprio loro! Purtroppo nella solita curva in ombra della discesa del Sella, nonostante diversi addetti e corposi segnali di pericolo stampati e disegnati sull’asfalto, l’incidente ci scappa. Senza parole. Terminato il giro dei 4 passi, e ci siamo scaldati!, si ripassa da Corvara tra due ali di folla che aspetta il lancio di kway e manicotti ed è pronta a fornire borracce e viveri. Noi no, noi oggi ci vogliamo proprio fermare per assaggiare i fantastici panini dal sapore affumicato che per un’ora ci ronzeranno nella pancia.

maratona dles dolomites 2018

Il Campolongo-due, come altre volte, si fa molto meglio da caldi e ci prepariamo mentalmente alla bestia, alla sofferenza del giorno. Sì, è vero, prima ci si riprende un po’ con una bella discesa e l’ostile Colle S. Lucia, ma poi arriva lui, il Giau. Una delle “salite ignoranti” perché di pedalabile qui c’è solo un ponticello di 30 metri, poi è quasi tutta robaccia a due cifre che per noi padani da un gran fastidio. Per fortuna lo affrontiamo con un amico elettro motorizzato che ci fa compagnia e ci inganna la fatica parlando per quasi un’ora, poi per fortuna trova un conoscente di Sportissimo e si concentra su di lui lasciandoci alla nostra sana e solitaria sofferenza. In cima al Giau si potrebbe mangiare anche un bue ma lo stomaco si è chiuso e poi ne manca ancora una e mezza. Già, il Falzarego è una camionabile ma i nostri polpacci non lo sanno e sorridono solo quando l’inclinometro recita 3 % e ci si può ficcare il padellone. La chiesetta degli Alpini ci annuncia la stupefacente vista delle torri di roccia che sovrastano il Falzarego. Come non ricordare però anche la termica che raddoppia le due cifre del chilometro maligno del Valparola? Non si avanza e condividiamo il pensiero che le banane siano un po’ pesantine da buttare giù sotto sforzo perché in bocca pare di averne un casco intero. Ora siamo davvero al dente e per fortuna ci aspetta la lunga e bella discesa fino a La Villa.

maratona dles dolomites 2018

Ma perché, che senso ha questo Mur dl giat? Diversi amici che hanno scelto il Medio se lo studiano ben bene a piedi, noi ci ingobbiamo sul nostro bel 30 e teniamo duro; in bocca si sentono già i tortelloni di Rana e la birretta con salciccione, tutta roba studiata dal dietologo del Team Sky, la chiamano dieta a zona. Noi preferiamo invece il 4-4-2 e marcamento a uomo, 4 boccali 4 bistecche e due strudel. Solo quando ci fermiamo e vediamo per ore il fiume di umanità che arriva ininterrottamente arriviamo a capire che razza di roba è questa Maratona…Non sappiamo se ci vorranno altri 6 anni per ritornare, di certo questa gente e questi posti restano nel cuore di chiunque partecipi. La Val Badia è un vero gioiello il cui difetto è di poterlo guardare al massimo splendore solo per un paio di volte all’anno. L’augurio è di mantenerlo così, magari poterlo esporre anche più volte, noi ciclisti ci lasciamo sempre l’anima. Come recita Michil “quando la somma delle forze è nulla, eccolo, l’equilibrio”. Che possiate mantenerlo a lungo, amici!

maratona dles dolomites 2018

Massì dai, facciamo un pensierino al 2019.

maratona.it

testo a cura di Enrico Monti, phote credits a cura di Manuel Glira, Alex Moling e Freddy Planinschek (grazie)

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.