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10 febbraio 2023: il Medicane Helios e la mareggiata eccezionale in Sicilia

di - 12/02/2023

Tra l’8 e l’11 febbraio il ciclone Mediterraneo Helios ha raggiunto per qualche ora lo stadio di “Medicane” generando una mareggiata fuori dagli schemi sul Mar di Sicilia e non solo. Swell report e foto dal sud dell’Isola

Testo: Michele Cicoria (@michelecicoria)
Foto: Martina Baio (@martibaio)
Surfer: Roberto Alonge (@roberto_alonge)

A quattro settimane dall’evento eccezionale che ha interessato principalmente il mar Ligure (leggi qui il report) torniamo a raccontare una storia di swell fuori dagli schemi, di cui il Mediterraneo ci sta abituando sempre più negli ultimi anni.
Quando un’estesa massa d’aria gelida di origine artica raggiunge l’Italia quasi sempre si genera un forte contrasto termico, specie se il mare è piuttosto mite come in questo inverno.

Helios nella sua fase di Medicane – 10 febbraio 2023

La temperatura del Mediterraneo in superficie negli ultimi giorni oscilla tra 14 e 16°C sui mari occidentali come Tirreno e Ligure, tra 15 e 18°C su Ionio e mar di Sicilia. In questo contesto da domenica 5 febbraio abbiamo assistito all’ingresso di correnti fredde provenienti dalla Russia, che inizialmente hanno interessato soprattutto l’Italia continentale.
Da lunedì 6 il freddo si è propagato verso sud-ovest raggiungendo anche le Isole maggiori, dove la neve è arrivata ad imbiancare le colline dell’Appennino centro-meridionale.
Fin qui nulla di nuovo, seppur una situazione rilevante visto il periodo di cambiamenti climatici che stiamo vivendo, che portano sempre una maggiore prevalenza di scenari più caldi.

La temperatura del mare in superficie nell’area in cui si è sviluppato il Medicane Helios. Fonte: MFS Ingv

7 febbraio, verso la formazione del ciclone Mediterraneo

Dal pomeriggio del 7 l’ennesimo nucleo freddo ha fatto il suo ingresso dai Balcani verso il Nord Italia, isolando una struttura depressionaria in quota che si è poi spostata verso la Sardegna nelle prime ore di mercoledì 8.
In questa fase il contrasto termico si è fatto più marcato fra Tirreno, mar di Sardegna e canale di Sicilia: da un lato l’aria molto fredda continuava ad affluire da nord-est, dall’altro tra la Sicilia e il Mar Ionio si è attivato un afflusso più mite e umido di correnti meridionali, provenienti direttamente dal Golfo della Sirte (Libia).

Cielo grigio, freddo vento offshore e swell in crescita nel sud dell’Isola. Foto: Martina Baio

Si sono così create le condizioni perfette di discontinuità tra masse d’aria opposte, volte a favorire la nascita della profonda depressione nominata Helios dall’Ufficio Meteo dell’Aeroporto Internazionale di Malta.
Helios è così nata nella mattinata del 8 febbraio con la formazione del centro di bassa pressione, anche se il suo “occhio” molto simile a quello degli uragani non era ancora visibile dalle immagini satellitari.
In questo stadio la circolazione depressionaria non presentava ancora caratteristiche riconducibili al TLC (Tropical Like Cyclone) o Medicane (Mediterranean Hurricane), concetto che può essere approfondito leggendo questo nostro articolo.

Alcune mappe meteo del 10 febbraio 2023 utili nello studio del Ciclone Helios (A: vento a 10 m alle ore 7:00 | B: pressione al suolo alle ore 10:00 | C: pressione e vento alle ore 13:00 | D: polveri sollevate dalla tempesta)

8-9-10 febbraio: sviluppo del ciclone e passaggio a Medicane

Tra la sera di mercoledì 8 e la giornata di giovedì 9 il centro di bassa pressione formatosi al largo della costa di Tripoli ha cominciato a risalire verso nord continuando allo stesso tempo ad approfondirsi.
In questa fase una mareggiata di scirocco ha preso vita sul mar Ionio, generata da forti venti di burrasca (tra forza 8 e forza 9) provenienti da una direzione un po’ insolita.

I set del mattino in uno degli spot più riparati della costa sud. Foto: Martina Baio

“Non si è trattato del classico scirocco che nella fase di mare attivo picchia duro dalla Sicilia alla Puglia. E’ stato più un forte vento prevalentemente da Est, il quale girando attorno all’occhio del ciclone in formazione si è poi disposto da Nord-Est nel sud della Sicilia.”

I venti al suolo durante la fase di sviluppo del Medicane Helios, 9 febbraio a sinistra e 10.02 a destra

Mentre le zone costiere delle province di Catania e Siracusa si sono trovate a fare i conti con una tempesta di venti on-shore, con mare molto attivo e impraticabile quasi ovunque, giovedì 9 lo spartiacque si è trovato nel Ragusano, dove sul lato occidentale della provincia si è passati dal forte vento da sud-est a un nord-est teso, e quindi totalmente off-shore.

In questa giornata i locals siciliani nella zona di Agrigento hanno saputo bene dove puntare: nonostante i venti offshore la misura è stata notevole ed è servito dunque un riparo. Roberto Alonge (@roberto_alonge) l’ha trovato e seguito dall’amica Martina Baio (@martibaio) l’indomani ha preso quella che probabilmente è stata l’onda del giorno.

L’onda del giorno di Roberto Alonge. Foto: Martina Baio

“Mi sono ritrovato per caso in Sicilia e non appena arrivato come al solito ho monitorato la swell di cui avevo sentito parlare e che in tanti aspettavano…si parlava di MEDICANE, un evento più unico che raro qui da noi, in grado di rendere epico qualsiasi spot e in particolare uno.
Il 9 febbraio alle prime luci dell’alba ho chiamato la mia migliore amica Martina per immortalare la session, tutto era pronto e non restava che entrare in acqua. 
Arrivato in lineup, dopo qualche set di riscaldamento ho incominciato a notare una sezione dell’onda che sembrava potesse tubare.
Arriva il set che ho tanto aspettato, inizio a remare sull’onda più grossa anche se pensavo che la seconda sezione fosse completamente close-out, ho dunque preso una linea alta sin dal take off e, accelerando in parete per connettermi alla seconda sezione dell’onda, ho incominciato la discesa mettendomi in posizione e frenando col braccio nell’acqua, da lì è successo quello che speravo”@roberto_alonge

Nella notte tra il 9 e il 10 febbraio “l’occhio di Helios” è risalito a nord, raggiungendo la latitudine più alta di tutto l’evento e avvicinandosi minacciosamente alla costa del ragusano. Si è così posizionato nel canale di Malta.
Non c’è stato il “landfall” del ciclone mediterraneo, i venti hanno comunque raggiunto la massima intensità in mare al largo, con raffiche a tratti superiori ai 100 km/h.
Il maltempo ad est della regione ha raggiunto la sua massima intensità, scaricando piogge eccezionali che localmente hanno superato i 500 millimetri, come registrato dalla stazione meteorologica a Villa Vela, nel Comune di Noto, con 522.6 mm in 48 ore e 543.0 mm in tutto l’evento.
Per avere un esempio dell’eccezionalità di questi valori vi basti considerare che tali quantitativi di pioggia, solitamente, nella zona dovrebbero cadere nell’arco di un anno intero e non in 3 giorni.

L’evoluzione del Medicane Helios vista dal satellite. Immagini offerte dal servizio Meteo dell’Aeronautica Militare (meteoam.it)


Venerdì 10
il satellite ha mostrato Helios, in procinto di passare al grado di Medicane, in tutto il suo splendore, pieno di energia e con venti che hanno continuato ad alimentare lo swell formatosi. La mareggiata diffratta da S-E ha prodotto onde estremamente lunghe e di qualità oceanica lungo tutta la costa sud-occidentale della Sicilia.
Per qualche ora il vortice ciclonico ha assunto le caratteristiche di una depressione tropicale trasformandosi così in quello che definiamo TLC (Tropical Like Cyclone) o Medicane (Mediterranean Hurricane – per saperne di più leggi qui).

Il dibattito tra gli esperti di meteorologia è ancora aperto al riguardo, poichè se è vero che da un lato il ciclone ha presentato un cuore caldo con caratteristiche tropicali all’interno del suo occhio, dall’altro la presenza di aria estremamente fredda non ha favorito la “convezione profonda” tipica dei Medicane, quella responsabile di piogge torrenziali anche a carattere temporalesco.

A sinistra: il diagramma di fase, la prova della trasformazione di Helios a ciclone tropicale (quando raggiunge l’area in rosso in basso a destra). A destra il classico ricciolo a forma di uragano, “in miniatura”, della struttura

 

Ma a noi surfisti del Bel Paese poco importa questo dettaglio tecnico, poichè l’intensità dei venti al largo per alcuni momenti ha raggiunto valori da uragano generando gli effetti che i surfisti della costa sud stavano aspettando: quelli di un solido swell con venti off-shore sottocosta.

La mattina del 10 è stata dunque un’altra session epica per i pochi surfers presenti, grazie ad una condizione meteo-marina che ha fatto selezione naturale in una lineup già di per se poco affollata, a differenza di quanto accade nelle regioni del Nord.
Robertino Alonge era tra i pochi presenti, insieme al local amico di avventure Giovanni Casà, entrambi immortalati dall’amica Martina Baio (@martibaio) che in merito alla giornata ci ha raccontato quanto segue:

“Sono anch’io una surfista, e normalmente in previsione di una mareggiata porto sempre con me una tavola e una bella 5.4 mm felpata, considerato il radicale abbassamento di temperature. Da poco si è aggiunta a queste due cose fondamentali anche una vecchia macchina fotografica.
Il 9 febbraio alle prime luci dell’alba ricevo delle chiamate dal mio amico Robi, che era proprio lì a due passi da casa pronto ad entrare in acqua per una delle esperienze più belle che da noi possano capitare. Caricata la macchina fotografica, quasi in balia della tempesta, mi sono precipitata di fronte lo spot e da lì mi sono immersa nell’emozione di immortalare questo spettacolo.”@martibaio

Sabato 11 febbraio, la quiete dopo la tempesta

Sabato 11 febbraio i resti del Medicane Helios, ormai declassato a semplice perturbazione, hanno raggiunto le coste della Tunisia e della Libia. Quando si spegne l’interruttore di una perturbazione non è come la luce, che lascia subito spazio al buio. L’energia generata da un Medicane è tanta, massima per il mar Mediterraneo, e nonostante i venti abbiano mollato ovunque la presa e il sole sia tornato a splendere sulla Sicilia, il moto ondoso è ancora molto sostenuto e si va propagando in tutte le direzioni.

E’ questo il giorno della scaduta, i ragazzi di Agrigento si muovono verso i reef più esposti per godere delle onde il cui periodo ha sfiorato i 12 secondi, come mostrato dai grafici della Boa di Mazzara del Vallo che tra l’altro è più riparata (nelle immagini sotto potete notare un picco di 3.08 m registrato dalla Boa nel pomeriggio di giovedì 9 febbraio, con un periodo medio intorno a 10 secondi e picchi prossimi a 12 secondi).

Boa di Mazara del Vallo (Rete Ondametrica Nazionale, mareografico.it): A altezza significativa dell’onda | B periodo di picco | C periodo medio | D direzione media moto ondoso

 

In questo scenario si creano condizioni davvero insolite per il mare nostrum, una condizione così particolare che non tutti sono in grado di cogliere, ma che che è comunque in grado di regalare condizioni a dir poco magiche.

Parliamo di onde praticamente identiche all’oceano per forma e qualità, onde che si allontanano dal ciclone e percorrono centinaia di km prima di incontrare la secca giusta.
Armati di maps e righello si possono stimare circa 500 km fuori dal fetch, percorsi dallo swell, prima che quest’ultimo abbia incontrato le migliori secche del sud della Sardegna regalando una mattinata in alcuni casi epica.

Ma il modello ARPAL ci offre una visione ancora più lontana, dove una “piccola” onda dal periodo prossimo a 10 secondi si è propagata verso ovest, percorrendo circa 1000 km prima di raggiungere le Baleari e addirittura 1200 km per toccare le coste spagnole della Catalunia (la zona di Barcellona, per intenderci).
Abbiamo conferme, da amici fidati che vivono e surfano queste zone, che lo swell di Helios ha prodotto una giornata epica da quelle parti, dove le ultime onde generate da Helios stanno rompendo in queste ore domenicali.

Prima di concludere questo swell report vi lasciamo un’altra testimonianza dal sud della Sicilia, quella di Michele Domenico Catania della San Leone Surf Tribe (@sanleonsurftribe_surfschool_):
“Buonasera ragazzi, beh che devo dire è stata una bella swell, è da ieri mattina (9 febbraio, ndr) che qui da noi sono arrivate belle onde, anche oggi molto divertente, il medicane. 
La direzione nella nostra costa era buona, il vento da N-E dava molto fastidio in alcune session, frena le onde, non posso dire che sia la mareggiata dell’anno, ma è stata veramente bella ed ha fatto selezione. In acqua qui ad Agrigento siamo veramente pochi, i surfisti si contano su una mano, nella session pomeridiana ho portato anche i ragazzini della scuola a surfare ed anche loro sono usciti col sorriso.
Gli spot che si sono attivati sono tutti su roccia sembrava quasi di stare in una tipica giornata in oceano.”@sanleonsurftribe_surfschool_

Michele Domenico Catania con i giovani surfers della San Leone Surf Tribe

 

Si avvia così verso la sua conclusione un inverno anomalo, trascorso fra alti e bassi, che ha portato momenti di abbondanza e qualità su molte regioni italiane, ma anche lunghe pause di piatta in cui l’astinenza da surf ha messo a dura prova molti di noi.
La costa Adriatica ad oggi è la più penalizzata per questo inverno (non ci sono state mareggiate interessanti da scirocco), ma con un clima che cambia rapidamente dobbiamo tutti aspettarci mareggiate fuori dagli schemi, con perturbazioni inconsuete e direzioni del moto ondoso tipiche di altre stagioni anche in periodi non favorevoli.
La meteorologia assume sempre maggiore importanza per il surfista mediterraneo, le App meteo non riescono a cogliere tutti i dettagli e una bella infarinata in questa materia è sempre utile e può fare la differenza in molte situazioni.

Ringraziamo tutti i ragazzi di Agrigento che si sono resi disponibili a condividere con 4surf foto e sensazioni di questa mareggiata eccezionale.

 

MADE in SICILY: leggi qui il report della mareggiata eccezionale nel nord dell’Isola dello scorso 22 novembre 2022

 

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf