Il 22 novembre 2022 un’intensa perturbazione atlantica ha attraversato l’Italia portando maltempo diffuso, nevicate in montagna e venti a tratti tempestosi, con mareggiate molto consistenti e un innalzamento eccezionale del livello del mare su alcuni tratti di costa. Scopriamo cos’è lo Storm Surge, o Onda di Tempesta, e le cause meteorologiche che portano alla sua formazione.
Foto surf: Diego Tedesco (@diegodiazzzzzzz)
Finalmente la prima mareggiata consistente e dalle caratteristiche invernali ha raggiunto il Mediterraneo, per la gioia di tutti i surfisti. Ma stavolta il sistema frontale guidato da un minimo di bassa pressione molto profondo, da ben 996 hPa, non ha attraversato l’Italia in maniera indenne. La circolazione ciclonica ha dato vita al fenomeno più chiacchierato delle ultime ore: gli allagamenti causati da un eccezionale aumento del livello del mare unito alle mareggiate, tra l’alto Adriatico e lungo il litorale romano.
La mareggiata del 22 novembre 2022 vista dal modello meteo-marino di Arpal
Tutti i notiziari nazionali ne hanno parlato a volontà, veicolando le notizie come al solito verso un problema che a detta dei giornalisti è causato dal mare.
Agli occhi della stampa il mare è il demonio che si mangia metri di litorale arrecando danni di milioni di euro a chi ha costruito la propria attività a pochi metri dal bagnasciuga.
Me è proprio così che va visto il problema?
La risposta è NO, assolutamente NO! Ne abbiamo già parlato in numerosi articoli, scritti grazie all’aiuto di Paolo Stocchi, Geofisico (PhD) e surfista che lavora al NIOZ Royal Netherlands Institute for Sea Research, The Netherlands (Instagram: @surferpaolo).
In particolare se vuoi approfondire il problema dell’erosione costiera e dell’abuso edilizio ti consiglio di leggerti “L’elefante nella stanza: un’eredità insostenibile sulle spalle delle generazioni future”.
Spesso la colpa è della stampa, che per arrivare a un numero maggiore di click si appella a paroloni ad effetto che finiscono per stravolgere il senso degli articoli. Anche nella meteorologia esiste lo stesso problema e c’è chi esagera col Ciclone Poppea annunciando bombe d’Acqua, e chi invece usa dei termini più corretti parlando della Tempesta di Santa Cecilia.
Ovviamente anche nell’ambito surf ci sono media che esagerano o copiano, ed altri che invece lavorano in modo corretto. Insomma, nel web si può trovare di tutto e sta quindi a noi avere la capacità di selezionare il contenuto e l’intelligenza di valutare le notizie migliori, filtrandole dagli articolo “spazzatura”.
Ma torniamo a parlare di quanto successo negli ultimi due giorni. La colpa come detto non è del mare, però possiamo affermare, dati alla mano, che la mareggiata generata dal ciclone extra-tropicale che ci ha interessati in diversi casi è stata eccezionale, causando un innalzamento del livello di marea quasi da record su alcuni tratti di costa, in particolare in Romagna (lidi Ferraresi in primis) e su parte del litorale Romano (in particolare Ostia).
Si è trattato di un fenomeno noto come Storm Surge che, tradotto in Italiano e adattato, può essere definito Onda di Tempesta.
Perchè il mare si è alzato di livello in modo così eccezionale? Quali sono le cause meteorologiche?
La causa dell’innalzamento del mare va ricercata nello storm surge. Si tratta di una versione mediterranea dell’innalzamento di marea causato dagli uragani quando raggiungono la costa americana. Nei mari italiani le cause meteorologiche sono le stesse, seppur prodotte in scala più ridotta.
Vediamole.
Lo Storm Surge o Onda di Tempesta è un’innalzamento anomalo del livello del mare che va considerato al netto delle normali variazioni della marea astronomica.
In pratica questo aumento di livello, durante particolari condizioni meteorologiche, si va a sommare alle classiche alte e basse maree che tutti conosciamo.
I fattori principali che incidono nell’innalzamento sono il vento, l’intensità della mareggiata, la pressione atmosferica, la forma della costa e come degrada il suo fondale.
Inoltre può capitare, come successo ieri martedì 22 novembre 2022, che l’effetto venga amplificato notevolmente per colpa della mareggiata incrociata, ossia a causa di una sovrapposizione del moto ondoso proveniente da due direzioni differenti.
Come agiscono i fattori scatenanti dello Storm Surge o Onda di Tempesta
Analizziamo il caso dell’Alto Adriatico. Martedì 22 novembre 2022 davanti alle paratoie del MOSE di Venezia è stato registrato il terzo valore di marea più alto di sempre (173 cm) dopo le maree del 4 novembre 1966 (194) e quella del 12 novembre 2019 (187). La metà delle 10 maree più elevate di sempre si è registrata dal 2018 fino ad oggi, senza il Mose l’85% della città di Venezia sarebbe finita sott’acqua.
Perchè è successo?
La prima causa, quella più intuibile, è l’intensità della mareggiata di scirocco. Il moto ondoso ha portato un’altezza significativa dell’onda al largo di circa 3 m, con un picco di 4.19 m intorno alle ore 10:00, come mostrato dal dato delle boa di Venezia della Rete Ondametrica Nazionale. Perciò la spinta dell’onda verso la costa ha contribuito ad innalzare in parte il livello.
Boa di Venezia (R.O.N.) da sinistra: altezza significativa dell’onda con picco di 4.19 m intorno alle 10:00, periodo medio fino a 7.5 secondi sempre intorno alle 10:00 e direzione dell’onda, con la repentina rotazione da S-E a quasi Est.
Insieme alle onde della mareggiata c’è la spinta del vento: trovandoci nel mezzo di una “wind swell” vento e mareggiata lavorano insieme nella stessa direzione, contribuendo ad innalzare il livello di marea.
E come possiamo vedere dai tre grafici della Boa di Venezia qui sopra, questi due fattori insieme rappresentano le principali cause della marea eccezionale, sia in Romagna sia nell’alto Lazio.
La risposta sta infatti nella mareggiata incrociata: ieri mattina ad un certo momento, nel veneziano attorno alle 10:00 di mattino, il vento è improvvisamente girato da N-E, come mostrano chiaramente le due seguenti immagini del vento previsto dal modello ECMWF (courtesy Arpa Lombardia), riferite rispettivamente alle 7:00 e alle 13:00 di martedì 22.
Il vento al suolo, impetuoso, spirando prima da Sud-Est in alto adriatico è repentinamente girato da Nord-Est, veicolando un moto ondoso incrociato verso la costa veneziana dell’alta Romagna. Un effetto simile, con direzione da S-SO prima e rotazione da N-O poi, si può riscontrare nel tratto di costa dell’alto Lazio. Immagini: ECMWF/elaborazione Arpa Lombardia
Anche lungo la costa dell’alto Lazio si è verificato un effetto simile di mare incrociato, con un moto ondoso quasi da Sud fino al primo mattino (e Sud-Est la notte precedente), sostituito rapidamente dall’impetuoso ingresso del maestrale che ha spinto le onde già formate verso la costa romana.
Passiamo ora agli effetti minori, ma in grado comunque di sommarsi all’onda di marea complessiva definendo lo Storm Surge (o onda di tempesta).
La pressione atmosferica è uno di questi: dove la pressione è bassa è minore la spinta sul mare. In parole semplici la superficie del mare viene “alleggerita”, potremmo quasi dire “risucchiata” dall’occhio del ciclone, favorendo così l’aumento dell’alta marea da tempesta.
Ieri l’occhio del ciclone, come potete vedere ingrandendo l’immagine del vento qui sopra, si trovava guada caso in alto Adriatico, non lontano dalla costa romagnola (se ingrandite potete vedere le linee rosse, chiuse, attorno a 996 hPa), quella interessata dallo storm surge più violento.
Passiamo ora agli ultimi due aspetti che sono in grado di amplificare l’onda di tempesta o Storm Surge, quelli relativi alla morfologia della costa.
Il primo dei due è la forma della linea di costa: una forma a semicerchio come una baia o un golfo offre un “effetto a imbuto” sul moto ondoso, facendo convergere la sua energia in modo più significativo sul punto centrale.
La costa dell’alto Adriatico rappresenta la forma perfetta per amplificare questo effetto, in particolare con venti che prima soffiano da Sud-Est e subito dopo da Nord-Est. Un fatto simile è accaduto nel golfo del Tigullio, in Liguria, durante la famosa tempesta Vaia dell’ottobre 2018 (DESCRITTA in QUESTO ARTICOLO).
Il secondo aspetto morfologico è legato invece alla pendenza del fondale marino. E’ dimostrato che la larghezza e la pendenza del fondale possono incidere in modo notevole quando vento e onde insistono per ore nella stessa direzione, amplificando l’innalzamento di marea se il fondale degrada in modo dolce e graduale.
E, guarda caso, il litorale di Ostia e quello dell’alto Adriatico vedono entrambi un fondale che degrada in modo lieve, quindi con poca pendenza.
Ecco chiudersi così il cerchio di una mareggiata che è stata distruttiva su diversi tratti costieri. Il problema però non è dipeso tanto dal moto ondoso in se poichè, osservando le immagini degli stabilimenti distrutti nel litorale laziale, sembra proprio che si sia esagerato nel costruire troppo vicino alla battigia.
La buona notizia è che lontano dall’abusivismo edilizio, dove il litorale offre linee naturali definite da un equilibrio non intaccato dall’uomo, si è goduto di session di surf perfette, o quasi, come mostrano anche le immagini inviateci da Diego Tedesco (@diegodiazzzzzzz).
Gli scatti di Diego sono del 18-11-2022, ma sappiamo bene che tra ieri ed oggi molti spot tra Toscana, Liguria, Sardegna, Lazio e tutto l’Adriatico hanno regalato condizioni a tratti epiche.
Se anche tu vuoi supportarci ed hai fatto scatti che credi meritino di essere pubblicati (senza menzionare lo spot, il rispetto prima di tutto) inviaci il materiale a: redazione@4surf.it
Fonti articolo: www.nhc.noaa.gov | oceanservice.noaa.gov