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Reef artificiale a Ventimiglia: progetto approvato, si va avanti!

di - 17/02/2022

Il comune di Ventimiglia cavalca l’onda della difesa intelligente del litorale e della destagionalizzazione turistica: il progetto di Reef artificiale va in regione per l’approvazione finale

Svolta storica per il Comune di Ventimiglia che con l’assessore Tiziana Panetta torna a parlare del progetto di Reef Artificiale realizzato in collaborazione con lo studio Sirito.
Non più inutili scogliere parallele ma un reef artificiale per la difesa del litorale, il quale creerebbe i presupporti per offrire onde surfabili e la crescita del turismo “destagionalizzato”, quello fatto di surfisti che vivono il mare soprattutto fuori stagione, da settembre a maggio.

PLANIMETRIA DI PROGETTO focalizzata nell’area del reef artificiale (in rosso)

Dopo l’intervista all’assessore Panetta uscita sul sito rivieratime.news (vedi qui) siamo andati a cercare maggiori informazioni sul sito del comune. In questa pagina, dove è pubblicata l’approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica del completamento della riqualificazione delle spiagge del centro abitato comprese tra via Lamboglia e la foce del fiume Roja (Studio Sirito – Savona), sono presenti tutti i dettagli progettuali che stavamo cercando.

In sintesi il reef artificiale del progetto è rappresentato da una secca sommersa a forma di “V rovesciata”, molto simile al reef già esistente a Varazze, sarà lunga 130 m e larga 111 m. La finalità principale della secca sommersa è quella di difesa della costa, ma al tempo stesso la sua forma è stata studiata per ottenere un “reef break” per il surf (o A.S.R.: Artificial Surf Reef), in grado di generare un’onda a-frame, con destra e sinistra surfabili con mareggiate provenienti da svariate direzioni.

Un primo dettaglio del progetto di reef a Ventimiglia -Studio Sirito

Dopo aver studiato la climatologia del moto ondoso, lo studio Sirito è giunto alla conclusione sul posizionamento della secca con il suo asse in direzione Sud/Sud-Ovest, ma le simulazioni modellistiche hanno dimostrato che il nuovo spot potrebbe offrire onde buone anche con mareggiate tra sud-est fino ad ovest/sud-ovest (il classico moto ondoso diffratto dai frequenti swell di maestrale).

La secca indurrà la frangenza delle ondazioni superiori ad Hs=1.5m (altezza significativa dell’onda da modello, non l’onda effettiva surfabile) attenuando così l’energia del moto ondoso incidente, e favorendo la formazione di un “tombolo” che rallenterà il trasporto litorale di sedimenti verso Levante, causato dalle correnti longshore prevalenti, a favore della stabilità della spiaggia.
La costruzione della secca permetterà anche di utilizzare gran parte dei massi provenienti dal salpamento delle scogliere parallele del Genio Civile, di cui la quantità in esubero verrà sotterrata nella spiaggia per un futuro eventuale riutilizzo; inoltre la secca potrà anche costituire un habitat stabile per la vita marina.

Simulazione di frangimento del reef con onda da S-W 209°: Hs=3,5m T=7s (sinistra), Hs=2,5m T=7s (centro) e Hs=1,5m T=6s (destra)

Visto il crescente aumento di interesse verso il surf da onda, da diversi anni sono stati svolti studi ed applicazioni per la formazione di secche sommerse che, oltre a dissipare l’energia delle onde attivandone la frangenza, ne guidino la direzione e la forma per il divertimento degli amanti del “surf”.

Il dimensionamento preliminare del reef è basato sulla teoria dei reef naturali ed artificiali sviluppata dai ricercatori neozelandesi K. Black and S. Mead e sull’analisi del comportamento del reef di Varazze, molto apprezzato dagli appassionati di questo sport. Il profilo delle dorsali varia tra 228° e 164° di angolo, questo per sfruttare al meglio le mareggiate più interessanti provenienti dal III quadrante (Libeccio).
Come evidenziato nelle simulazioni di cui vi riportiamo alcune immagini, il vantaggio sta nel fatto che il reef è sfruttabile in presenza di un ampio spettro di provenienza del moto ondoso.

Simulazione di frangimento del reef con onda da S-E 135°: Hs=1,5m T=6s (sinista), Hs=2,5m T=7s (centro) e Hs=3,5m T=7s (destra)

Quando il moto ondoso proviene dal II quadrante (Scirocco), il lato di Levante diventa “più veloce” e adatto per i surfisti più esperti, e l’altro lato è più lento utilizzabile dai principianti. Il profilo generale del reef è convesso. Questo ha l’effetto di ridurre il volume e la complessità della costruzione, migliorando la stabilità del reef. La pendenza del profilo diminuisce man mano che la profondità del fondale si riduce.
È stato scelto un angolo iniziale di peel di 64° per creare un’onda moderatamente veloce con un apice (o focus) sulla sommità del reef, per creare un punto di partenza (take off) facile.

ORTOFOTO DI RAFFRONTO FRA LO “STATO ZERO” E L’ASPETTO PRESUNTO ALL’ULTIMAZIONE DEI LAVORI

Riguardo la modifica del PUD (Progetto Utilizzo del Demanio) l’assessore Tiziana Panetta ha introdotto l’argomento sui nuovi piani di tutela e salvaguardia del territorio ai microfoni di rivieratime.news (qui l’intervista completa), affermando quanto segue: “Sirito è un progetto fortemente voluto dall’amministrazione, che prevede per il ripascimento delle spiaggia, che sia naturale, una modifica di quelle che sono le protezioni. Negli anni ’80 il genio civile aveva messo le protezioni orizzontali, queste però comportano una erosione invece che un naturale aumento delle spiagge. Questo studio prevede dei reef, ossia delle barriere soffolte con una forma particolare. Queste consentono non solo di tutelare le nostre spiagge e quindi di andare ad aumentarne la loro dimensione tutelando la passeggiata a mare, ma anche a livello turistico la creazione di un reef per poter praticare il surf. Questo è un progetto al quale io credo molto e spero vivamente che possa arrivare alla luce. Abbiamo portato le modifiche, gli uffici hanno fatto gli screening e il progetto è andato in regione. Quindi con la regione speriamo di ottenere i finanziamenti, visto che si tratta di un progetto importante da 6 milioni di intervento. Ci crediamo fortemente, perchè il nostro territorio deve essere sfruttato, a livello naturale e turistico per creare i presupposti per godere di questa meraviglia”.

l’assessore Tiziana Panetta durante l’intervista realizzata da rivieratime.news

Vi lasciamo al commento di Paolo Stocchi, Geofisico (PhD) e surfista che lavora al NIOZ Royal Netherlands Institute for Sea Research.
Paolo Stocchi (Ig @surferpaolo) collabora con 4surf ed è autore dell’articolo “L’elefante nella stanza: un’eredità insostenibile sulle spalle delle generazioni future” (leggi qui), e dell’articolo “Quattromila chilometri così” (leggi qui)

Quello di Ventimiglia rappresenta un caso tipico, se non addirittura da manuale, della situazione costiera italiana che si è delineata a partire dalla prima metà del ventesimo secolo.
Anche qui, infatti, l’arretramento della linea di riva causato da fenomeni erosivi ha accompagnato lo sviluppo della viabilità litoranea e l’espansione urbanistica che hanno caratterizzato molte regioni della penisola italiana a partire dagli anni ’50. La crescita del turismo balneare stagionale ha fatto si che la zona sedimentaria costiera venisse ridotta a poco più di una sottile debole fascia esposta all’energia del mare. In tutto ciò, i mutamenti climatici hanno incrementato la frequenza e l’intensità degli eventi meteomarini, mentre l’uomo interveniva sui letti fluviali riducendo l’apporto sedimentario a costa.

Nel tempo si è palesata la necessità di intervenire localmente con strutture protettive rigide quali scogliere e pennelli, spesso abbinate a ripascimenti localizzati. Tutto ciò ha ulteriormente alterato l’assetto costiero innescando un effetto domino.
Le classiche strutture rigide sono state molto spesso posizionate solo tenendo conto delle basilari e semplici leggi fisiche della rifrazione e diffrazione delle onde. Un tempo, infatti, la capacità di calcolo e la complessità dei modelli numerici non consentivano di incorporare l’accoppiamento delle onde e delle correnti nelle tre dimensioni, limitando dunque i dati realistici delle previsioni.

Il progetto Sirito del Reef di Ventimiglia

Il Progetto proposto si differenzia dalla stragrande maggioranza dei progetti finalizzati alla protezione costiera proprio perché contempla la realizzazione di un reef artificiale sommerso che è stato tra l’altro testato “in silico”, cioè con modelli numerici di onda avanzati. La struttura in questione non ha lo scopo di “uccidere” l’onda sul colpo come farebbe una classica scogliere parallela, bensì di “modularne” la rottura e la propagazione fino a costa.

Il reef è di tipo “hard” ed ha la classica forma planimetrica a “delta” (o ferro di cavallo) con orientazione scelta sulla base delle “ondazioni” locali più importanti (altezza significativa >=1.5m), che hanno quindi maggiore energia e potere erosivo. Essendo una struttura “positiva”, cioè elevata rispetto al fondale e protesa verso il largo, il reef funge da “attrattore”, convergendo e focalizzando su se stesso l’energia dell’onda. Da un punto di vista del surf, un reef di questo tipo ha la capacità di formare un picco “A-frame” con le condizioni meteomarine ideali (il periodo dell’onda è importante!).
La rottura dell’onda in corrispondenza della estremità del reef e la successiva propagazione della spalla d’onda che rifrange lungo i bordi del reef saranno l’inizio di una serie di processi fisici che coinvolgono la colonna d’acqua, che finiranno con il sostenere un trasporto di sedimento che tenderà a formare la classica struttura a “tombolo”.

Tali strutture sedimentarie si formano anche a ridosso delle barriere parallele, ma tendono ad emergere formando dunque veri e propri sbarramenti perpendicolari a costa che bloccano il trasporto litoraneo longshore. Inoltre, la classiche barriere bloccano in modo definitivo anche il trasporto del sedimento cross-shore, limitandolo solo in prossimità dei varchi dove la corrente di uscita disperde il sedimento verso il largo.
Le scogliere, inoltre, tendono a formare una zona d’ombra nella quale la circolazione è pressoché azzerata con conseguenti fenomeni di eutrofizzazione e riduzione della qualità e salubrità dell’acqua durante la stagione estiva.

Un’altra immagine del progetto Sirito del Reef di Ventimiglia

Un reef artificiale come quello proposto limiterà dunque i danni causati dai classici frangiflutti che ormai chiudono completamente la costa adriatica.
Il monitoraggio e lo studio a carattere idro-geo-morfodinamico che seguirà alla realizzazione dell’opera progettuale, consentiranno di migliorare le parametrizzazioni che entrano nei modelli numerici. Questi, dunque, permetteranno di migliorare i progetti futuri che potranno essere applicati presso altre zone.

Sicuramente, un altro punto forte del progetto nel suo complesso, è quello economico che punta ad un turismo non-stagionale ma legato alla qualità delle onde che verranno dunque a formarsi.

Da tenere a mente:

  • Ogni opera antropica a difesa dell’assetto costiero ha valenza limitata nel tempo. Non esistono soluzioni permanenti, anzi, semplicemente non esistono soluzioni quando si estende la finestra temporale oltre qualche decennio.
  • Il punto è che esistono processi geologici di fondo che operano su scale temporali molto più lunghe di quelle che interessano noi umani. A questi vanno aggiunti gli effetti del clima che cambia. Tutto ciò fa si che l’uomo debba focalizzare più sulle strategie di adattamento che su cieche opere architettoniche come le classiche scogliere parallele che ogni volta vengono “vendute” all’opinione pubblica come definitive.
  • Alla luce dei cambiamenti climatici in atto e considerando dunque la risalita del livello marino e la riduzione del tasso di sedimentazione a costa, pare che il futuro delle zone costiere non solo italiane ma mondiali non sia dei migliori. Dato questo presupposto, è lecito chiedersi che senso abbia continuare a costruire strutture ormai datate e che non hanno mai funzionato a dovere quando si potrebbe sperimentare qualcosa di nuovo ed innovativo come il reef qui proposto.
  • Vale la pena dunque ricordarsi delle parole di Frank Zappa: senza la deviazione dalla norma non esiste il progresso.

Dr. Paolo Stocchi,
NIOZ Royal Netherlands Institute for Sea Research, Coastal Systems Department, Sea Level Center, Coral Reefs Center. Texel (NL)

Varazze, l’onda di reef artificiale in grado di attrarre turismo destagionizzato da mezza Europa, giorno e notte (grazie all’innovativo faro realizzato da pochi anni) – Ph. Michele Cicoria