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Barrette proteiche, servono davvero?

di - 16/03/2022

Durante gli allenamenti in bici, soprattutto quelli lunghi, mangiare periodicamente qualcosa è d’obbligo per poter mantenere un carico di energia costante. Tra le varie opzioni a disposizione, la scelta di molti corridori ricade sulle barrette proteiche, a volte perché gustose, a volte perché saziano di più o semplicemente consigliate da un amico.

Sono davvero la scelta più adeguata?

Non nel corso dell’esercizio. Il nostro corpo necessita infatti di carboidrati per muoversi al meglio delle prestazioni, soprattutto con un alto ritmo di lavoro. Il fabbisogno di zuccheri di un ciclista durante la pedalata (come una Granfondo) parte da un minimo di 50 g/h e può arrivare anche a 90 g/h in atleti professionisti, che corrono ad alta intensità.

Una barretta proteica contiene 13-16 g di carboidrati per pezzo, risultando quindi non sufficiente a soddisfare il bisogno energetico del corridore. Non di meno, la presenza cospicua di proteine porta a una digestione più lenta e una sazietà precoce, influenzando negativamente l’assunzione di altri alimenti durante l’allenamento e portando a un conseguente calo di energia.

Diverse barrette proteiche contengono anche alte dosi di grassi, accentuando l’effetto negativo sul senso della fame (fate quindi attenzione ai valori indicati sull’etichetta…)

Se l’intensità è medio-bassa

La barretta proteica può però essere usata in altri momenti dell’allenamento, come per esempio nelle pedalate notturne, solitamente svolti a intensità medio-bassa, nelle pause lunghe magari in gare o allenamenti su più tappe o subito al termine della sessione di esercizio per favorire il recupero del muscolo ottimale.

di Enrico Baggio | Biologo nutrizionista