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Vanthourenhout on the rocks

di - 18/12/2022

Non è il nome del nuovo cocktail di tendenza nella Milano degli “ape”… È metà dell’esito della gara di World Cup di Ciclocross, disputata sulla neve dura e veloce di Vermiglio. La metà maschile, per la precisione, senza però nulla togliere a quella femminile, illuminata da una prova abbagliante della Campionessa del Mondo, Puck Pieterse.

Una gara difficile

È stata una gara molto differente da quella dello scorso anno, non solo per via di un tracciato rivisto ma, soprattutto, per la qualità della neve. Più abbondante e più morbida allora, meno e molto dura quest’anno. A onor del vero, il venerdì delle prove il fondo era abbastanza morbido, complice una copiosa nevicata della sera prima e le temperature intorno allo zero. In quelle condizioni, le due salite più ripide e tecniche del percorso sembravano essere impossibili da pedalare per il 99% degli atleti e solo van der Poel non ha mai messo il piede a terra, nelle due ore di ricognizione. Proprio per le sue notevoli doti di guida, MVDP era sembrato il  più in palla, al punto che i bookmaker locali lo davano per favorito. Fra le ragazze, stesso discorso per la Pieterse, con gamba sempre in spinta e buon controllo della bici in ogni sezione.

Poi, però, la notte ha completamente rimescolato le carte: temperature abbondantemente sotto lo zero hanno infatti trasformato il tracciato in un serpente di ghiaccio. La ricognizione del giorno prima era dunque diventata inutile: percorso veloce e interamente pedalabile, gomme wet per tutti, pressioni più alte, strategie di gara modificate e pericoloso cadere…

Vanthourenhout dà lezione, MVDP resta a guardare

Una gara completamente diversa da come l’avevamo immaginata il venerdì delle prove.
Il titolo della Val di Sole al maschile rimane in Belgio, e il podio del 2022 ha il sorriso di Michael Vanthourenhout, 29 anni, Campione d’Europa in carica e secondo a Vermiglio nel 2021: non a caso, quello che Mathieu van der Poel aveva indicato come il rivale da temere per la gara. Il belga è emerso da una sfida a tre lanciata nelle prime tornate di gara dallo svizzero Kevin Kuhn e dall’altro belga Niels Vandeputte, con Eli Iserbyt e Laurens Sweeck alle loro spalle, mentre van den Poel faticava a emergere.

Al terzo giro, la pulizia di guida di Vanthourenhout, capace di una gara praticamente senza errori, ha messo alle corde i suoi primi avversari, consentendogli di guadagnare il margine che lo avrebbe consacrato sul traguardo di Vermiglio.

Oggi c’era un’atmosfera fantastica a Vermiglio. Il tracciato era davvero impegnativo per il fondo, il piano per la mia gara era quello di cercare di sbagliare il meno possibile e ci sono riuscito. Ho cercato di impostare una gara di ritmo e l’ho portata al termine nel migliore dei modi. Lo “snowcross” è adatto a me e un format del genere meriterebbe la vetrina a cinque cerchi”, ha detto Vanthourenthout.

Vandeputte e Kuhn hanno lottato fra di loro per le piazze d’onore, con un terzo incomodo chiamato Laurens Sweeck, non a caso il leader di Coppa del Mondo. In Val di Sole, però, i giovani hanno avuto la meglio: Vandeputte, classe 2000, secondo, e Kuhn, 1998, terzo, entrambi al primo podio in carriera. Sweeck, quarto, può sorridere comunque: il suo primo rivale per la Coppa, Iserbyt, è stato messo fuori causa da una caduta dolorosa, tanto da costringerlo al ritiro, ma priva di serie conseguenze: adesso ha 23 punti di margine in vetta su Vanthourenhout dopo 10 delle 14 tappe in calendario.

Van der Poel non è mai riuscito a prendere il ritmo, anzi, perdeva costantemente decine di secondi a ogni passaggio. Alla fine ha chiuso ottavo a 3:14, scurissimo in volto. Superato il traguardo è scivolato via fra la folla, che lo ha chiamato a gran voce durante tutta la gara (7.000 le presenze a Vermiglio nella giornata di sabato) e c’è da giurare che la prova del riscatto non tarderà ad arrivare. Per far pace con la neve di Vermiglio, invece, dovrà attendere un altro anno. Migliori italiani sul traguardo sono stati Nicholas Samparisi, 14°, e Filippo Fontana, 15°.

Tripletta olandese e Persico a un soffio dal podio

La neve di Val di Sole ha saputo sconvolgere il pronostico anche in campo femminile. Fem van Empel, l’atleta più forte di questa stagione, che a Vermiglio nel 2021 aveva colto proprio il primo successo in Coppa del Mondo, stavolta non ha trovato una giornata da ricordare. Scivolata a terra già alla prima svolta, assieme a molte altre, la giovane olandese ha concluso la propria gara al secondo giro: come per Iserbyt, brutta botta e ritiro, ma fortunatamente senza conseguenze di peso.

Puck Pieterse, l’altra protagonista della stagione del Ciclocross al femminile, invece ha sbagliato davvero poco, vincendo con pieno merito una gara dominata per oltre metà. Il primo allungo di giornata lo ha tentato Ceylin del Carmen Alvarado, inseguita e raggiunta da Pieterse e dall’italiana Silvia Persico. Nel secondo giro, però, Pieterse ha potuto approfittare di un errore delle rivali per affondare il colpo e aprire un gap che si sarebbe rivelato decisivo.

Dopo metà gara sono iniziate le difficoltà tecniche di Silvia Persico, vittima di alcune scivolate e salti di catena e per questo raggiunta anche dall’altra olandese, Manon Bakker, proprio in vista dell’ultima curva. Mentre Pieterse e Alvarado consolidavano le loro posizioni, Bakker ha sopravanzato Persico: l’azzurra ha provato a riportare le proprie ruote davanti a quelle dell’avversaria, con una staccata ritardata, ma la mancanza di aderenza ha compromesso il tentativo della Campionessa d’Italia. L’ordine d’arrivo dice Pieterse davanti ad Alvarado (+ 0.44), Bakker (+ 1.26) e Persico (+ 1.34). Un’altra italiana, Sara Casasola, ha concluso nella top-10, all’ottavo posto, con Eva Lechner dodicesima.

Le parole delle protagoniste

La Val di Sole riesce sempre a sorprendere, che si tratti di MTB o di Ciclocross vanno in scena gare bellissime – ha detto Puck Pieterse -. Il percorso si presentava ancora più insidioso rispetto a stamane. Alla fine, è stata una questione di prendere confidenza col passare delle tornate. Abbiamo tutte commesso degli errori, ma sono riuscita a farne meno delle mie colleghe.

Mi sentivo bene ma a un certo punto ho iniziato a perdere aderenza e devo ancora capire il motivo – ha dichiarato invece Silvia Persico. Sono comunque felice della prestazione, ma nel Ciclocross conta anche la tecnica, e la neve non è la mia superficie preferita. Ringrazio il pubblico per il sostegno: ora punto a conquistare la prima vittoria in Coppa del Mondo in una delle prossime tappe”.

Soddisfazione da parte degli organizzatori di Grandi Eventi Val di Sole per “un appuntamento che ha confermato tutto il suo richiamo nei confronti del pubblico degli appassionati e non solo” ha dichiarato Fabio Sacco, Direttore di Grandi Eventi Val di Sole e APT Val di Sole, organizzatori dell’evento in collaborazione con Flanders Classics, società di gestione della Coppa del Mondo. “È stata una giornata bellissima. Anche in questa edizione Vermiglio e la Val di Sole sono riuscite a proporre uno spettacolo unico, che ha emozionato le migliaia di persone presenti con le gesta dei grandi campioni e i continui colpi di scena che la neve sa portare. Questo “snowcross” si conferma un format di successo, che miriamo a consolidare ancora con la terza edizione l’anno prossimo: il nostro ringraziamento va ad un grande team organizzativo, ai partner e a tutti i volontari che hanno reso possibile questo evento di Coppa del Mondo.

foto Martina Folco Zambelli|HLMPHOTO

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.