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Come scegliere la bici da Gravel? Ne abbiamo provate 10

di - 08/05/2023

Non ci saremmo aspettati, qualche anno fa, un successo di simili proporzioni per questo modo di intendere la bicicletta che, sebbene tutt’altro che originale, rappresentava una novità in termini soprattutto di approccio. Gravel non significa tanto pedalare una due ruote con il manubrio basso in fuori strada, ma vivere il Ciclismo in modo più completo, rilassato e anche come occasione di viaggio e avventura.

Non ci saremmo nemmeno aspettati, qualche anno fa, che quelle bici così semplici ed “elementari”, spesso con telai in acciaio, passaggio cavi esterni e chiara discendenza ciclocrossistica, si sarebbero moltiplicate per forma e genere (e costi), fino ad arrivare all’attuale offerta. Un’offerta che vede più o meno tutte le Case avere in catalogo un paio di modelli, in rappresentanza delle due macro categorie del Gravel, ossia quella più romantica, che si ispira e propone ideali di avventura, e quella più pragmatica, che racconta di prestazioni ed esalta i numeri prima delle emozioni. Nel mezzo, fra questi due estremi, che sono il punto di contatto con i mondi della Mountain Bike e della Strada, ci stanno naturalmente almeno un paio di sfumature di grigio, che dovrebbero aiutare chi è un po’ confuso sulla sua visione di Gravel a capire dove puntare il sestante.

Un test unico

Ecco dunque il motivo di realizzare un test con così tante biciclette, di tipo, costo e contenuti differenti. Abbiamo voluto dare un’idea di cosa ci si può mettere sotto il sedere in base a come si vuole pedalare e in base al budget che si è deciso di investire in questa nuova idea di Ciclismo.

Abbiamo messo sul piatto telai in metallo e in fibra di carbonio, bici semplici e bici complesse, bici da Mondiale UCI e bici da viaggio, bici alla portata di tutti e sogni inarrivabili. Le abbiamo portate tutte sullo stesso percorso, ricavato su una parte dei tracciati della Gravel Gourmet (evento Gravel che si svolge nelle Valli di Parma), mettendo insieme le situazioni più varie del Gravel riding.
Abbiamo dunque pedalato su asfalto, sia in salita sia in discesa, affrontando anche pendenze degne di questo nome. Abbiamo percorso tratti sterrati, più o meno veloci e scorrevoli, e infine giocato sulle foglie dei single trail nel bosco, anche incontrando passaggi piuttosto tecnici, con sassi e radici.

Continental: la stessa gomma per tutti

Altra novità assoluta, per un test di questo tipo, è stata la scelta di equipaggiare tutte le bici con gli stessi pneumatici, permettendo così di azzerare una delle variabili più importanti nel comportamento di una gravel bike e valutare in modo più oggettivo ogni bicicletta. La scelta è caduta sulle Continental Terra Trail da 40 mm. Tipologia e misura perfette per un mix di terreni e fondi come quelli incontrati sul nostro campo di prova.

Un test team di professionisti

Per valutare le bici abbiamo messo insieme un team autorevole, sia per esperienza sia per curriculum e quadricipiti, di cui Giona Uccelli e Nico Valsesia sono le punte di diamante (andate a leggervi la loro intervista, se ancora non lo avete fatto, e ve ne renderete conto). Infine, abbiamo creato una scheda di valutazione che tenesse in considerazione, oltre ai più scontati aspetti relativi alla guida, anche il rapporto fra ciò che la bici offre e il suo costo, qualcosa in più oltre al classico rapporto qualità/prezzo, che è una voce più ampia e per certi versi meno illuminante.

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.