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Intervista a Marc Chevènement, Team AG2R-Citroen

di - 03/05/2021

Intervista a Marc Chevènement, Team AG2R-Citroen

Non solo il ciclismo praticato, quello dei pro e quello che vediamo in tv; vogliamo sapere cosa succede dietro le quinte. Continua il nostro percorso di conoscenza e di approfondimento. Ecco una breve intervista ad uno dei meccanici del Team AG2R-Citroen, Marc Chevènement. Marc ci racconta la “sua” esperienza durante la campagna delle Ardenne.

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Il sodalizio francese in azione durante uno dei primi ritiri stagionali.

Intervista al meccanico del Team AG2R-Citroen

Si dice e si racconta della durezza delle corse del nord. Non solo per i corridori, perché tutti sono sotto pressione. Direttori sportivi, massaggiatori e meccanici, l’intero staff delle squadre è impegnato in giornate lunghe ed infinite. Ogni particolare e il più piccolo dettaglio possono fare la differenza e cambiare le sorti di un’intera stagione.

Non è la prima volta che intervistiamo il meccanico di un team. Vogliamo dare voce e valore a questi personaggi che vengono citati di rado, ma lavorano in modo incessante, in una sorta di “behind the scenes” fondamentali per la vita di una squadra. Alla fine del Giro d’Italia 2020, avevamo pubblicato il racconto di “Paolo Banzai”, mentre in più di un’occasione vi abbiamo riportato i racconti dei meccanici dell’Assistenza Tecnica Neutrale di Shimano.

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Ora sconfiniamo in terra francese, grazie a Marc Chevènement, meccanico del Team AG2R-Citroen, che ci racconta la sua campagna delle Ardenne.

Intervista a Marc Chevènement, Team AG2R-Citroen

La preparazione delle bici prima delle gare

Quello che si instaura tra l’atleta ed il meccanico è un vero e proprio rapporto di amicizia e fiducia reciproca. Il team è una sorta di famiglia allargata, dove ognuno ha un compito importante e necessario, dove il comportamento del singolo influisce sulla tranquillità della squadra. Ogni team è una sorta di micro-mondo!

Il sodalizio vive anche grazie ai rapporti umani. Nell’intervista che segue ci siamo concentrati sull’esperienza di Marc Chevènement, durante le corse delle Ardenne: Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Per completezza d’informazione, il Team AG2R-Citroen è equipaggiato con le biciclette BMC e la componentistica Campagnolo. 

In che modo i percorsi delle Classiche delle Ardenne, ed in particolare quello della Liegi-Bastogne-Liegi, influenzano la scelta delle ruote? Quali ruote useranno i corridori della AG2R Citroën Team?

  • Quando si tratta delle Classiche delle Ardenne, i ciclisti prediligono ruote che eccellano in salita. Ecco perché sceglieranno le Bora 35 o le Bora 50 versione tubolare, a seconda del ciclista.

Quante ruote e biciclette porterà la vostra squadra alla Liegi-Bastogne-Liegi?

  • Per l’intera stagione, nel camion avremo 50 paia di ruote della gamma Bora a nostra disposizione. Ogni corridore avrà poi tre bici.

Quante ruote e quante biciclette porterai in corsa nella Liegi-Bastogne-Liegi?

  • Avremo bisogno di 19 paia di ruote per tutta la giornata. Sette paia per le bici in corsa, sette paia montate sulle bici che carichiamo sul tetto dell’ammiraglia, quattro paia all’interno dell’auto e un paio a mano, per un meccanico che sarà a bordo strada. Ci saranno due meccanici sul percorso durante tutta la corsa.

Intervista a Marc Chevènement, Team AG2R-Citroen

Il tempo alla Liegi influisce sulla scelta delle ruote?

  • Il tempo non determina la scelta delle ruote, anche grazie all’avvento dei freni a disco, determina piuttosto la pressione delle gomme. Il cambio ruote in corsa sembra rapido proprio come in una gara di F1.

È questa un’abilità che allenate durante le giornate al service course?

  • È molto più lento che in Formula Uno! Non ci alleniamo in officina, perché non siamo sempre lì, ma ci alleniamo nei ritiri, specialmente ad inizio stagione, con il supporto tecnico dei nostri partner.

Intervista a Marc Chevènement, Team AG2R-Citroen

In che modo i percorsi delle Classiche delle Ardenne influenzano la scelta del gruppo e della cassetta?

  • In queste gare, i corridori usano la cassetta 11/32. Opteremo per dei gruppi elettrici in quanto sono più reattivi di quelli meccanici, il che è davvero importante in gare dure come queste.

Sei tu a decidere riguardo i componenti utilizzati da ogni corridore?

  • È una decisione collaborativa, presa insieme dal corridore, dal direttore sportivo e dal meccanico. Sono sicuro di poter offrire sempre un buon parere, dato che ho lavorato come meccanico in un negozio di biciclette e continuo a percorrere in bici circa 7.000 km all’anno. In caso di indecisione, però, il corridore ha sempre l’ultima parola.

Infine, puoi parlarci di una giornata tipo, durante la campagna delle Ardenne?

  • È una giornata molto lunga! Ecco cosa succede in una giornata tipo alla Liegi:

6.30 Ad inizio giornata ci assicuriamo che le gomme siano gonfiate alla pressione desiderata e montiamo le biciclette di scorta sul tetto dell’auto.

8.00 Trasferimento alla zona di partenza.

10.00 Inizio gara. Durante la gara bisogna sempre essere pronti a risolvere eventuali problemi meccanici, soprattutto in caso di cadute, che spesso portano a forature o rotture. È difficile trovare un momento di pausa – persino per mangiare un panino!

17.00 Fine gara e trasferimento in hotel.

18.30 Lavaggio delle bici dei corridori.

Ore 20.00 circa Fine della giornata lavorativa.

È ora di andare a prepararsi per la cena, prima di godersi un meritato riposo.

Grazie a Campagnolo, Marc Chevènement, immagini courtesy Campagnolo e BMC.

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Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.