Pubblicità

La sospensione per le bici road si chiama Hiride

di - 27/09/2018

Hiride Esas è il primo ammortizzatore posteriore sviluppato per una bici road. Questo pacchetto gestisce in modo elettronico una sospensione elettro-idraulica che si aziona automaticamente oppure in modo manuale, in base alle preferenze dell’utilizzatore. Questo impianto ad oggi è in dotazione al modello K10s e Disc di Pinarello. Hiride è un’azienda italianissima che collabora a filo diretto con il Politecnico di Milano: ancora una volta, “un’italian job” che fa invidia a molti.

Hiride Esas

Ma che cos’é Hiride Esas? Hiride Esas (Endurance Smart Adaptive Suspensio) viene definita in gergo tecnico una smart suspension, una sorta di micro sospensione elettronica intelligente (che agisce sul carro posteriore della bicicletta, una sorta di raccordo tra i foderi obliqui ed il piantone): questa soluzione è stata utilizzata dal Team Sky nella campagna del nord in primavera e durante la tappa del pavé al Tour de France. Il sistema, è in grado di adattarsi ai differenti fondi stradali, minimizzando i compromessi e massimizzando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, dai dati che essa è in grado di produrre e naturalmente dell’elettronica. La parte operativa della sospensione inoltre, prevede l’impiego di un elastomero (ne sono presenti due, con diversa densità, da utilizzare e customizzare in base al peso dell’atleta).

Eelastomero

La combinazione di fattori messi insieme, rende la sospensione perfettamente integrata e parte integrante della bicicletta. Esas di Hide diventa così, non solo uno strumento meccanico inserito nel frame ma un componente di cui il telaio non può fare a meno e la performance di conseguenza. Concetto difficile da interpretare? No a nostro parere, pensiamo alle moto da strada, oppure alle auto, pensate per l’asfalto e sempre dotate di ammortizzatori. Con questo esempio si apre un discorso molto più ampio, cioè l’eventuale (in ottica futura, neppure troppo avveniristico come pensiero) impiego di una sospensione Esas su una e-road bike con assistenza alla pedalata.

Cosa compone una sospensione Hiride Esas: tutto quello che serve prende il nome di Esas, ovvero, un’interfaccia che nel nostro caso è alloggiata sulla tubazione obliqua, accanto all’unità Di2 Shimano. Poi, uno smart battery pack, cioé una batteria che include anche un centro di controllo degli algoritmi (nel nostro caso nascosto nel piantone) e la sospensione posteriore con una corsa di 1,1 cm. Inutile sottolineare che il frame deve essere predisposto per supportare tale sistema.

Una parte del pacchetto Esas

La sospensione posteriore è unita all’interfaccia tramite fili (simili per dimensioni a quelli Shimano Di2). È compreso anche un secondo elastomero e il caricabatterie. La natura degli elastomeri e la loro densità asseconda il peso dell’atleta: al di sotto dei 70 kg sarà necessario utilizzare l’elastomero più morbido, al di sopra dei 70 kg di peso, sarà necessario utilizzare quello più duro. È disponibile la app Hiride per iOs e Android. Oltre a questo, Hiride prevede anche la visualizzazione dell’attività del sistema sui device Garmin, scaricando precedentemente i field dal sito hiride.bike. Tramite il display, l’utente può visualizzare le differenti modalità di settaggio e l’attivazione del sistema stesso. Il pacchetto completo (sospensione posteriore, smart battery pack e interfaccia, device escluso), ha un valore alla bilancia di 320 grammi circa.

sullo schermo del Garmin è visualizzato in questo modo

Come funziona la sospensione: il sistema può essere gestito in modo del tutto automatico oppure manuale, cambiando lo stato della sospensione tramite il pulsante dell’interfaccia, che è anche il punto di accensione. Con la funzione manuale è possibile lasciare la sospensione sbloccata, oppure sempre bloccata.

Il pulsante vicino alla centralina Di2 Shimano

Il profilo automatico (3 posizioni) prevede la selezione Tourism, che sblocca facilmente alla minima sollecitazione, Racing pensata per gli agonisti e che sblocca raramente il sistema, oppure la selezione Custom. Quest’ultima permette di personalizzare il profilo tramite la app, kittando le caratteristiche di azionamento. Quando Hiride Esas è completamente bloccata la bicicletta è rigida e le sue performances si basano sulla costruzione del frame, tipo di carbonio utilizzato e geometrie, proprio come una bici tradizionale. Quando la sospensione è attiva e inizia a lavorare, in particolare su fondi irregolari e sconnessi, il principale obiettivo è quello di smorzare le vibrazioni e rendere il mezzo stabile, minimizzando le dispersioni di potenza durante la pedalata.

Sul pavé è come pedalare sul velluto

Una valvola idraulica di non ritorno azzera l’effetto damping che si verificherebbe con il solo impiego della molla elastomerica (come succedeva per le prime forcelle ammortizzate mtb degli anni novanta). Un ciclista al di sotto dei 70 kg che utilizzerà l’elastomero più consistente, non avrà una bici più rigida ma semplicemente un sistema che non funzionerà in modo corretto, quando il terreno è con fondo irregolare.

uno spaccato della sospensione con in vista l’elastomero

Un altro dettaglio: la batteria ha un’autonomia di circa 70 ore. Una volta acceso, il sistema continua a lavorare ed analizzare dati, in modo da attivare l’ammortizzatore solo quando previsto, lasciandolo bloccato quando la fase di smorzamento non è necessaria.

Hiride agisce in modo postivo su stabilità ed equilibrio della bici

Le nostre impressioni: nel primo approfondimento di Luglio avevamo esordito con “se non provi non ci credi”, confermiamo e rafforziamo questa opinione. È necessario però, a nostro parere, andare oltre l’impatto estetico e design, del componente e della bicicletta con la sospensione posteriore, focalizzandosi sulla prestazione e versatilità che è in grado di esprimere un mezzo del genere. Quando la sospensione è bloccata e non lavora, la bici è rigida e le sue prestazioni in fatto di rigidità, reattività e risposte alle sollecitazioni, guidabilità e agilità sono da imputare alle caratteristiche specifiche del frame: da sottolineare che ad oggi la sospensione è prevista solo su un progetto pensato per il segmento endurance.

omologata UCI

Quando Esas si attiva la bici diventa morbida (non molle), ammortizza ma non si schiaccia: non è paragonabile ad una full mtb, sono due cose molto differenti tra loro. Un altro aspetto: una road con freni a disco, con carro rigido, inevitabilmente sarà soggetta sobbalzi ed instabilità quando si entra in un tratto di strada, facendo “perdere la pedalata” come si dice. La sospensione posteriore tende ad assecondare l’effetto negativo delle vibrazioni che attraversano il telaio dal basso verso l’alto. La bici è più stabile rispetto ad una non ammortizzata, non perde di direzione e la trazione della ruota posteriore è costante, anche alle alte velocità. Migliore diventa anche la qualità della frenata, in discesa, con velocità elevata e fondo sconnesso. L’ammortizzatore non si attiva quando si scatta su strada asfaltata, perché il sensore non riconosce (in modo negativo) la sollecitazione che passa dall’alto verso il basso. Inoltre, la corsa limitata di 1,1 cm  combinata con gli stays bassi leggermente elastici, permettono di effettuare accelerazioni e cambi di ritmo anche su strada sconnessa.

i fodei bassi prevedono una flessione che asseconda il comportamento della sospensione

In conclusione: il futuro passa anche da qui, in particolare per chi continua ad affermare che lo sviluppo delle bici da strada è fermo al 1800. Una tecnologia di questo calibro permette di aprire nuovi orizzonti, per l’utilizzatore finale ma, soprattutto per le aziende che producono biciclette, anche in ottica e-bike e road e-bike, senza dimenticare il gravel e ambito mtb. Proprio in quest’ultimo settore, questa soluzione di Hiride sarebbe capace di risolvere molte problematiche riferite agli ammortizzatori standard difficili da personalizzare. Il ciclismo è forse la disciplina, che ha saputo sfruttare a proprio vantaggio la tecnologia e l’intelligenza, trasformandole in performance, facendo collimare le funzioni meccaniche con l’elettronica, dove il fulcro è sempre chi pedala. Si dice, giustamente, che le bici con assistenza alla pedalata, aprono il mondo delle due ruote a pedali a differenti categorie di utilizzatori, si può dire la stessa cosa delle biciclette con la sospensione.

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.