Velocità medie altissime, nelle prove contro il tempo e nelle gare in linea. Ascese condotte a velocità supersoniche e wattaggi da urlo. Potenze medie e potenze normalizzate con dei valori paragonabili a quelli che normalmente si hanno nel corso di una stagione inoltrata. Un rapporto peso potenza sempre più elevato. Se i pro (alcuni di loro in modo particolare) mostrano dei dati elevatissimi, anche gli amatori non scherzano in questi primi scorci stagionali. Avevamo già affrontato l’argomento in passato e ora aggiungiamo un tassello.
Il rapporto peso potenza dell’atleta
Da quando “ci misuriamo con i watt”, abbiamo imparato a cambiare anche l’approccio nei confronti di alcuni parametri, che in realtà esistono da sempre. Quando i nostri riferimenti erano il cardiofrequenzimetro e la velocità che segnava il contachilometri (magari quello con il filo che scorreva sullo stelo della forcella, oppure quello con il magnate incastrato nel raggio e il sensore posto a lato), sapevamo che per andare forte in salita e fare la differenza, era fondamentale essere magri e “belli tirati”. “Più leggeri si è e meglio è, perché si ha meno zavorra” (si diceva). I power meter hanno semplicemente dato una forma e un’immagine a questo dato. Il rapporto peso potenza di un atleta è la potenza che questo produce per ogni kg di peso corporeo.
Più si è magri e più si va forte?
No! Meglio scriverlo subito, perché se è vero che esiste una connessione diretta tra il peso e la potenza, è pur vero che magrezza e perdita di peso esagerate, possono portare anche ad una eccessiva perdita di muscoli e conseguente calo della prestazione atletica (questo in breve). Nel ciclismo e negli sport di endurance che prevedono delle grosse componenti aerobiche e anaerobiche, si da sempre maggiore importanza alla nutrizione e agli effetti che essa può avere sul peso di chi deve esprimere una performances.
Il peso dell’individuo
Quello che vediamo alla bilancia, in un certo senso è un riferimento e il risultato di diversi aspetti messi insieme: massa magra, muscolo, massa grassa etc. Il peso dell’individuo e la magrezza sono due cose diverse. Certo è che nel ciclismo, il valore alla bilancia è un importante riferimento che indica uno stato di forma fisica. Ma non è tutto!
Il peso della gravità
Il peso diventa un fattore di primaria importanza quando si devono affrontare delle salite. In un certo senso, il peso diventa anche sinonimo di gravità e uno degli aspetti vincenti è quello di minimizzare gli effetti negativi di quest’ultima. Più peso si può “risparmiare” in salita, più è facile sopportare la forza di gravità. A questo fattore è necessario anche unire le doti soggettive e del nostro motore interno. Non dimentichiamolo.
E quindi il famoso FTP?
Molti, ancora oggi, confondono l’FTP come la cilindrata del motore (che invece potremmo considerare la Vo2Max) e utilizzano questo acronimo per identificare la forza di un corridore. Questo dato deve essere utilizzato come base di lavoro, fondamentale per affrontare degli allenamenti specifici e con l’obiettivo di migliorare, senza uccidersi e massacrarsi ogni volta che si esce in bicicletta (o ci si allena sui rulli). Un esempio e correlazione che esiste tra l’FTP e il rapporto peso potenza:
- corridore 1: FTP = 345W. Peso corporeo = 81,4 Kg
rapporto peso potenza: 345W ÷ 81.4Kg = 4.2 W/Kg
- corridore 2: FTP = 320W. Peso corporeo = 69,5Kg.
rapporto peso potenza: 320W ÷ 69,5 = 4,6 W/Kg
Dopo questo esempio è facile capire chi può elargire (in termini numerici) una migliore prestazione atletica, soprattutto quando è necessario contrastare la forza di gravità.
In conclusione
Quando utilizziamo un power meter, per allenarci e durante una competizione, prima di tutto è necessario valutare i nostri dati, sapere cosa significano veramente e cosa celano. Solo in un secondo momento potremo sbilanciarci in una valutazione/considerazione mirate ad utilizzare lo strumento (misuratore di potenza) ai fini di una strategia di corsa. Oppure: non è detto che un FTP inferiore al nostro, è sinonimo di performances inferiori, fattore spesso confermato in salita dai corridori più piccoli di statura, esili e con valori numerici di base “normali”.
Ancora: se il rapporto peso potenza è un dibattito sempre attuale, è fondamentale capire che dietro una magrezza eccessiva ed estremizzata possono nascere dei problemi di salute per nulla trascurabili. In passato abbiamo assistito ad atleti professionisti che hanno sviluppato una vera e propria ossessione per la “magrezza a tutti i costi” e non di rado i risultati non hanno rispecchiato i sacrifici fatti in termini di alimentazione ed allenamenti. I pro sbagliano e fanno errori di valutazione, figuriamoci i rischi che può correre un amatore che emula senza valutare tutti gli aspetti di ricerca a valutazione.
a cura della redazione tecnica, immagini di Sara Carena e Stages, Bettini Photo courtesy Bora-Hansgrohe