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L’alpine Gravel della Val di Sole

di - 10/08/2023

Cross Country, Gravity, Ciclocross. La Val di Sole è la terra promessa per il popolo dei pedalatori con le ruote tassellate, qualsiasi disciplina preferiscano e pratichino. Da quest’estate si aggiunge un motivo in più per continuare ad avere questo ruolo privilegiato. Dopo oltre un anno di lavoro sul territorio, per scovare, inanellare e tracciare i percorsi più adatti, la Val di Sole presenta una nuova proposta dedicata al Gravel. Ma non si tratta del Gravel “classico” a cui siamo ormai abituati. In Valle hanno fatto di necessità virtù e sono riusciti a trarre spunti da un territorio sulla carta poco in sintonia con questa disciplina, per ricavarne invece percorsi con una forte identità, in grado di offrire nuovi spunti per i gravelleur più esigenti.

Non era facile riuscire a far convivere i tratti tipici di un territorio alpino con gli oggettivi limiti che comportano l’utilizzo di biciclette con un’anima ibrida, di un manubrio stradale e un ciclista in sella più avvezzo alla strada bianca che al trail. Noi di 4bicycle abbiamo avuto il privilegio di poter avere un assaggio di tutto ciò lo scorso autunno, potendo pedalare per due giorni sui primi tre dei sei percorsi su cui si articola il progetto “Alpine Gravel“.
Ebbene, possiamo confermare che valli, boschi, montagne, sentieri e terreni tecnici da oggi possono essere un nuovo e divertente parco giochi per tutti gli appassionati di Gravel (meglio se con un discreto allenamento e basi di guida in fuoristrada).
Tutte le info sull’Alpine Gravel

No pain, no gain

Ovvero, la ricompensa bisogna meritarsela. Può essere lo slogan che spiega la filosofia dietro Alpine Gravel che, come abbiamo anticipato, è stato sviluppato nel 2022 in collaborazione con Helios. Al momento ci sono ben sei itinerari, disegnati lungo tutta valle, testati e approvati anche da rappresentanti della community Gravel, coinvolti proprio nella fase di sviluppo, per renderli all’altezza delle aspettative di una tipologia di rider alla ricerca di un’esperienza particolare.
I percorsi Alpine Gravel si sviluppano a una quota compresa tra i 650 m e i 2.200 metri di altitudine, con una lunghezza massima di circa 60 km e dislivelli complessivi fra 950 e 1.890 m.
Rispetto all’idea di Gravel nata in altri territori caratterizzati da diverse morfologie, infatti, Alpine Gravel è sorta come proposta fortemente identitaria e legata all’unicità del contesto alpino che incornicia la Val di Sole. Non poteva essere un Gravel come gli altri e non ha alcuna intenzione di esserlo.
Per poterne godere è richiesto un impegno atletico e tecnico mediamente superiore alla più tradizionale pratica su strade sterrate. Impegno ricompensato dalla varietà e dall’unicità dei paesaggi della Val di Sole, oltre che dall’emozione di raggiungere con la propria bici Gravel territori inediti per gli appassionati della più giovane fra le discipline del Ciclismo off-road.

In Trentino fanno le cose per bene, lo sappiamo, e anche l’aspetto logistico legato ad Alpine Gravel è stato preso in grande considerazione: il punto di partenza della maggior parte degli itinerari si concentra in prossimità delle stazioni di Mezzana, Dimaro e Caldes, scelta che permette di raggiungere la Val di Sole in compagnia solo della propria bici, senza bisogno di ricorrere all’auto, ed eventualmente utilizzando i servizi BikeTrain e BikeBus attivi nella lunga stagione estiva.

Le caratteristiche peculiari dell’Alpine Gravel

Come ogni ricetta che si rispetti, anche quella dell’Alpine Gravel ha degli ingredienti che non possono mancare o essere combinati in dosi differenti. Il risultato, ve lo assicuriamo, è quello di un piatto gourmet. 
Cominciamo:

  • Si deve pedalare a quote comprese tra i 650 m e i 2.200 m s.l.m.
  • Ci deve essere poco asfalto e tanta terra
  • I terreni e il fondo devono essere tipicamente alpini
  • È più tecnico, più performante e più spettacolare
  • Il dislivello è serio (a partire da 970 m D+)
  • Le pendenze non scherzano (ci sono tratti che superano il 20%)
  • Bisogna essere pronti al portage (non è Alpine Gravel se non si scende dalla bici almeno una volta…)
  • Ci devono essere discese tecniche (su terreno ripido e fondo sconnesso)
  • Per praticarlo è necessaria una bici Gravel, con copertoni da almeno 38 mm

⌈Guarda il video del nostro Gravel Test⌋

I 6 itinerari

Lago di Celentino: al cospetto delle Dolomiti e della Presanella (45,5 km / 1.750 m D+)

La partenza di questo itinerario è da Ossana. Si comincia subito a salire, pedalando su una strada forestale in ottime condizioni, verso Malga Campo. Da qui la strada diventa pianeggiante e conduce verso il Lago di Celentino. Raggiunto il lago, si percorre un sentiero in direzione Malga Pozze per poi arrivare a Malga Stabili, sempre pedalando su una strada forestale in buone condizioni. Da Malga Stabli si scende, prima su sterrato sconnesso e poi molto scorrevole, per incontrare una strada asfaltata, che riporta al fondovalle e alla ciclabile della Val di Sole fino a Ossana.

Passo Tonale: tra storia e cultura (47,5 km / 1.220 m D+)

Sin dalla partenza di Mezzana, si pedala in salita su fondi molto vari, alternando tratti su strada battuta, sterrati, prati e strade forestali fino a raggiungere la vetta del Passo del Tonale. Lungo il percorso si incontrano, evidenti, le tracce della Grande Guerra, in particolare il Forte Nero e il Forte Zaccarana. Dopo una meritata pausa in quota, si affronta un altro breve tratto in salita, prima di cominciare la discesa, che presenta sezioni tecniche con fondo in terra battuto, a tratti sassoso, fino all’abitato di Ossana. Per godere appieno di questo itinerario è necessario possedere una base di abilità di guida in quanto il fondo presenta diversi tratti sconnessi.

Monte Vigo: pedalata dolomitica (47,6 km / 1.700 m D+)

Dopo la partenza da Dimaro ci si addentra nella Val Meledrio. Immerso nel bosco, il percorso si presenta impegnativo sotto il profilo altimetrico, ma semplice come fondo e privo di sezioni tecniche. Inoltre, sempre al riparo della vegetazione, su questo tratto non si rischia di soffrire il caldo. Lo sforzo è ripagato da panorami mozzafiato su piccole cascate, ruscelli e valli. Raggiunta la località Belvedere, nel territorio di Folgarida, la salita prosegue fino alla vetta del Monte Vigo, dove si può ammirare la maestosità della Dolomiti di Brenta. Sulle salite brevi e più ripide è probabile che i ciclisti meno allenati debbano affrontare qualche tratto di portage. Dalla vetta del Monte Vigo, si imbocca una discesa ripida su strada sterrata fino al Lago dei Caprioli. Da lì una strada asfaltata riporta a Ossana e a quella che conduce al punto di partenza dell’itinerario.

Bassa Valle: tra i meleti solandri (49 km / 1.000 m D+)

Per chi si approccia alla disciplina dell’Alpine Gravel, l’itinerario Bassa Valle è la scelta più adatta. Si tratta della proposta meno tecnica tra le sei. Il percorso si snoda per metà sulla ciclabile della Val di Sole e per metà fuoristrada, attraversando paesi, borghi e freschi boschi. L’itinerario inizia dalla stazione di Mezzana da cui si imbocca la ciclabile fino ad arrivare a Ossana, qui si percorre una prima discesa con tratti sterrati e veloci. La salita successiva, da Daolasa attraverso Costa Rotian, si apre sugli splendidi panorami della bassa Val di Sole. Da Dimaro si pedala lungo strade forestali per raggiunger Cavizzana, il punto più basso del percorso, fino a imboccare la ciclabile della Val di Sole e tornare a Mezzana.

Pejo: fino alle rive del Lago di Pian Palù (61,3 km / 1.890 m D+)

L’itinerario più impegnativo tra i sei proposti è senz’altro quello che si snoda lungo la Val di Pejo. È mozzafiato, sia per i suoi panorami sia per le sue salite, come quella in direzione Val de la Mare, dalla quale lo sguardo abbraccia le cime meridionali del gruppo Ortles Cevedale. Al termine della valle il percorso prosegue molto rapidamente su strade sterrate fino al paese di Pejo. Successivamente, si raggiunge Malga Covel e da lì si scende lungo un sentiero a serpentina con punti molto tecnici in cui solo i più esperti riusciranno a non scendere dalla bici. Dopo aver attraversato il torrente, il sentiero costeggia il fianco della montagna in cui è consigliato proseguire con portage. Dopo questo passaggio tecnico, si prosegue senza difficoltà fino al lago di Pian Palù, dall’inconfondibile color blu-verde turchese. Dopo aver pedalato intorno al lago, il percorso scende lungo la strada della valle fino a Pejo Fonti e al punto di partenza. La pista ciclabile per Ossana può essere una buona alternativa al tratto finale.

Monte Peller: nel Parco Adamello Brenta (36,5 km / 1.560 m D+)

Fino a quasi 2.100 metri di quota, per un dislivello totale di 1.560 m, questo itinerario è tra i più impegnativi e spettacolari. Il percorso si snoda per 36,5 km nella natura del Parco Adamello Brenta, partendo dalla stazione ferroviaria del paese di Caldes. Dopo aver attraversato alcuni vigneti, si intraprende una lunga salita sterrata, che porta fino in cima al Monte Peller. Lo sforzo dell’ultimo tratto ripido in ascesa è ripagato dallo spettacolo unico delle Dolomiti del Brenta le cui cime, una dopo l’altra, compaiono all’orizzonte. Una volta raggiunta Malga Tassula, la discesa procede rapida lunghi i tornanti che attraversano un tratto boscoso verso il termine del percorso.

Scarica le tracce su Komoot

foto: Martina Folco Zambelli | HLMPHOTO

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.